Moto: 100 per 100 Rossi, la solitudine del n.1
2009-06-28 15:56
Moto: 100 per 100 Rossi, la solitudine del n.1
ROMA - Rossi ce l'ha fatta, è a quota 100. Ieri un'altra gara da manuale e un passo in avanti verso il mito Agostini. Dal 1996, il Dottore ha vinto sempre, con costanza, con caparbietà. Arrivato 13 anni fa nel paddock del mondiale, grazie all'intuizione di Giampiero Sacchi, oggi guida di Aprilia nei GP, che allora lo volle nella sua Scuderia AGV in classe 125, Rossi era un ragazzino vivace, un 'Giamburrasca' con l'accento emiliano, anche se lui viene da Tavullia, che è nelle Marche.
La storia di Rossi, ormai la conoscono tutti, anche di più di quanto non la conosca lui. Vale ad Assen ha indicato le tre più belle gare della sua carriera: Welkom 2004, Laguna Seca 2008 e Barcellona 2009. Poi ha ammesso: "ho detto queste tre perché sono quelle che mi ricordo meglio, ma ce ne sono tante altre". Nemmeno il tempo di finire la frase, che tutti i presenti alla conferenza stampa si sono preoccupati di suggerire una gara particolare, un evento del passato. Il fatto è che Rossi sta facendo la storia dello sport della moto.
Quasi tutte le gare fatte dal Dottore, nel bene e nel male hanno peculiarità che le rendono da antologia. In tanti anni sono veramente pochi gli avversari che Valentino può dire di aver realmente temuto. Da quando è in Motogp, poi, i nemici li ha fatti lui. Nonostante una manifesta superiorità sul campo, Rossi ha sempre indicato, questo o quel pilota come un avversario temibile, assegnando al malcapitato una pressione extra dovuta al titolo di antagonista. In altre parole Rossi è di un altro pianeta da 13 anni. Da quella gara vinta con autorevolezza a Brno in Repubblica Ceca nel 1996. Dopo Assen, poi, chi è finito alle spalle di Rossi ha preso distacchi abbissali. Oltre cinque secondi a Lorenzo, diciotto all'indisposto Storner su Ducati, gli altri sono così lontani da poter pensare che stessero facendo un altro sport a confronto con Rossi.
Ora il Dottore è in cerca di stimoli, lo ha detto chiaramente: "ci sono stati momenti in cui ho pensato di non firmare un contratto con Yamaha per due anni nel 2008". Poi la svolta. Merito anche di quel compagno di squadra, lo spagnolo Jorge Lorenzo, che è bravo, spiritoso ed efficace in pista e fuori, con i media, quasi quanto lo è Vale. Lorenzo ha le carte in regola per far sentire meno solo Rossi, per dargli gli stimoli che negli anni si sono affievoliti e per permettere agli appassionati di godersi il Fenomeno fino all'abbattimento di altri record. Sempre che 'Vale100', come l'hanno ribattezzato oggi i due principali quotidiani sportivi italiani, non salga prima di andare in pensione su una Ferrari lasciando da una parte con l'amaro in bocca gli appassionati delle due ruote, ma dall'altra infiammando i cuori dei tifosi della Rossa. Intanto il Circus della Moto Gp vola negli Stati Uniti per vivere, già nel prossimo week-end, un'altra puntata della sfida a tre del Motomondiale con Valentino Rossi che a Laguna Seca guarderà dall'alto i suoi più diretti rivali, Casey Stoner e Jorge Lorenzo. I due inseguitori sono avvertiti.