Belgio: dopo 10 anni di eutanasia ecco i primi ripensamenti

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Cristianalibera
00mercoledì 27 giugno 2012 18:22
Belgio: dopo 10 anni di eutanasia ecco i primi ripensamenti


A dieci anni dalla legalizzazione dell’eutanasia in Belgio, diversi medici e scienziati hanno tenuto a ribadire che non si tratta affatto di una ricorrenza felice. Il quotidiano “Le Libre Belgique” ha infatti ospitato una lettera di diversi operatori sanitari molto scettici sull’opportunità di proseguire sulla strada della morte a richiesta. Tra i firmatari troviamo vari prestigiosi medici con responsabilità elevate nella sanità belga.

Come avvenuto di recente in un articolo sul prestigioso “British Medical Journal”, si è fatto notare che «adeguate cure mediche, consulenza e una presenza amorevole accanto al malato spesso rimuovono la richiesta di eutanasia». Certo, occorre scongiurare l’accanimento terapeutico ma anche intensificare la terapia delle cure palliative, sono esse che «promuovono una morte vera e propria con dignità, evitando deliberatamente di abbreviare la vita. Numerosi operatori sanitari e volontari accompagnano la fine della vita con una perseveranza ammirevole. Giorno dopo giorno, evitando qualsiasi tipo di trattamento aggressivo, mobilitano le risorse mediche più efficace per alleviare il dolore fisico. Il loro ascolto, la loro professionalità e generosità di cuore, calma il paziente e lo supporta fino al suo ultimo respiro». Questo è il vero compito del medico, ricordano i firmatari, tanto che in molti «hanno scoperto che invece di uccidere, è più bello e gratificante dare la qualità alla vita fino alla fine».

La richiesta di eutanasia deve essere accolta dalla società? «Tale richiesta», si rispondono i medici, «è spesso un grido di aiuto. In questo appello, dobbiamo ribadirlo con forza, l’unica risposta adeguata è quella di sostenere il desiderio di vivere che si manifesta in ogni espressione di una domanda per la morte». Si vuole far passare l’eutanasia come una richiesta individuale (secondo il ricatto che recita: “se tu non vuoi morire così non chiedere l’eutanasia, ma io devo essere libero di farlo”), ma non è affatto così: l’eutanasia legale, continua l’appello, «influenza il tessuto sociale e la nostra concezione di medicina sociale. Viola un divieto fondatore, colpendo anche le fondamenta della nostra democrazia, individuando una classe di cittadini che può causare la morte con l’approvazione della società. Dal momento che si tratta di una innegabile dimensione socio-politica, l’eutanasia può essere legittimamente contestata in nome degli interessi pubblici: per salvaguardare i fondamenti della democrazia e della tutela della specificità della medicina». Inoltre, secondo l’esperienza di questi specialisti, «l’eutanasia degrada la fiducia nelle famiglie e tra le generazioni, instilla la sfiducia dei medici e indebolisce le persone più vulnerabili, come risultato di varie pressioni, consce o inconsce».

«Per depenalizzare l’eutanasia, il Belgio ha aperto un vaso di Pandora», hanno riconosciuto i medici, consapevoli dell’inarrestabile piano inclinato come più volte sottolineato. «Come previsto, una volta tolto il divieto, si cammina rapidamente verso una banalizzazione dell’eutanasia» e della morte. I medici hanno quindi concluso: «Dieci anni dopo la depenalizzazione dell’eutanasia in Belgio, l’esperienza dimostra che una società che sostiene l’eutanasia rompe i legami di solidarietà, fiducia e sincera compassione che sono alla base del “vivere insieme”, arrivando ad auto-distruggersi».



Fonte
Cristianalibera
00giovedì 28 giugno 2012 10:04
Voi utenti di anima cafè, come la pensate sull'eutanasia?
Rialtina
00domenica 11 novembre 2012 10:46
Re:
Cristianalibera, 6/28/2012 10:04 AM:

Voi utenti di anima cafè, come la pensate sull'eutanasia?









Io penso che ci sono malattie dove il paziente vuole veramente finirla con tutto. Malattie che non guariranno mai,malatie che portano alla disperazione,sia il paziente che tutti coloro che le stanno vicini soffrono come lui nelle sue sofferenze.
Si sa` quando si e` nati ma nessuno sa` quando si muore,anche se viene detto che il malato avra` un mese di vita. Il giorno chi lo puo` dire? a che serve allora quando si sa quanto e` vicina la fine vivere fino all`ultimo giorno? perche` pattire di piu`? E` come aspettare il treno,guardi sempre all`ora dell`arrivo!!
Se l`ammalato e` deciso di finirla con i suoi tormenti,se e` veramente consapevole e acconsente......perche` no? perche` non lasciare la scelta a chi e` deciso? Anche nelle operazioni e` sempre l`ammmalato stesso che decide in caso d`emergenza quello che il dott. dovrebbe fare se si tratta di vita o di morte. Allora lasciamo decidere a chi soffre e vuol finirla.
La scelta dovrebbe pero` essere del paziente e non del medico,sia ben chiaro.



Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:37.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com