Chi conia i nuovi vocaboli?

Francuccia
00mercoledì 27 settembre 2006 13:17
Non esiste un organismo preposto alla coniazione di nuove parole.
Un nuovo termine può essere ideato da chiunque, ma solo nel momento in cui comincerà a diventare una parola frequentemente usata, verrà inserita nei dizionari della lingua italiana.
Ci sono migliaia di vocaboli che hanno vita di una meteora e quindi spariscono dopo poco tempo proprio perché non entrano nel linguaggio comune di tutti i giorni. E ci sono vocaboli che invece “prendono piede” suscitando, a quel punto, l’interesse dei linguisti che li inseriscono così nei dizionari, per creare aggiornamenti continui della lingua italiana.
Un esempio può essere quello della parola BUONISMO pronunciata per la prima volta da Maurizio Costanzo in una sua trasmissione e divenuta in breve tempo talmente di uso comune che oggi la si può trovare annoverata tra i vocaboli della lingua italiana.
Altro esempio: per tutte quelle pubblicazioni scientifiche esistenti SOLO in internet (strumento di lavoro sempre più affermato) non si può usare il termine “bibliografia” in quanto sono lavori mai apparsi in testi editi (dal greco biblòs = libro), per cui alcuni linguisti hanno creato il neologismo “sitografia” che sta divenendo talmente popolare che con molto probabilità presto troverà una sua collocazione nei vocabolari.
In virtù di quanto sopra detto se Erio, che ha la capacità di parlare al contrario, comincerà col dire ad una persona e poi ad un’altra e poi ad un’altra ancora che la sua capacità si chiama PALINFASIA, il termine potrebbe talmente diffondersi da sentire l'esigenza di inserirlo nei vocabolari.
era eri erio
00mercoledì 27 settembre 2006 14:40
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