Cristainesimo e pace non sono sinonimi. Anzi.

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(Upuaut)
00domenica 2 luglio 2006 11:04
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/30-Giugno-2006/art59.html


L'eterna bestemmia in nome di Dio

guerre sante Quando una religione monoteista si investe del potere terreno oppure vi si accorda, la strage in nome di Dio è sicura

«Cristiani in armi. Da sant'Agostino a papa Wojtyla» la ricostruzione di come cristianesimo e pace non sono sinonimi. Il saggio di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri per l'editore Laterza
Rossana Rossanda
Impugnando il vessillo della croce nella mano sinistra e nella destra una spada sguainata, un angelo biondo si libra con ali immense sopra i crociati sulla strada di Gerusalemme, simile all'uccellaccio che in un turbinio di vesti, ali e spade minaccia Roma dagli spalti di Castel Sant'Angelo. E' Michele, l'arcangelo guerriero, simbolo di un dio vendicatore e sterminatore. Lo ha scelto Maria Teresa Fumagalli Beonio Brocchieri per la copertina del suo Cristiani in armi (Laterza, 226 pagine, euro 16), dedicato con speranza ai nipotini perché riflettano, suppongo, come cristianesimo e pace non siano sinonimi. La tradizione belligerante viene dai fratelli maggiori. In un passo del Deuteronomio Jahvé, assicurandogli la vittoria, invita il suo popolo a prendere d'assedio una città, e poi: «Passa a fil di spada ogni maschio, prendi per te le donne i bambini le bestie e tutto quel che vi trovi ... non lasciare in vita nessuno, votali tutti allo sterminio, demolisci i loro altari, spezza le loro stele, brucia le loro sculture...». Ma si potrebbe andare molto avanti: le conquiste di Giosuè, a cominciare da quella che a scuola mi raccontavano come pacifica (le mura che crollano al suono di tromba) è seguita dallo stesso sterminio, e così le altre vittorie di quel generale di Dio. Grondano di sangue le visioni dei più fra i profeti. La Jihad non ha inventato niente di nuovo, né parole né fatti. E anch'essa è persuasa di avere Dio dalla sua parte.
La parola di Cristo non ha segnato dunque una discontinuità? Non lo ammette il biblista Giuseppe Barbaglio, che pure ne ha scritto Il dio violento (1990): egli vede correre anche nel Vecchio Testamento, come un filo rosso, accanto all'immagine del Dio terribile quella d'un Dio amoroso.
Sta di fatto che nei Vangeli non c'è che questo. Più che un paio di frustate Gesù non somministra ai mercanti nel tempio, invita l'offeso a porgere l'altra guancia e a guardarsi dal ferire di spada, conversa con gli infedeli come con chi ancora non sa, non invoca dal Padre suo alcuna vendetta - messaggio che in quei tempi calamitosi e nel ribollire della Palestina dovette suonare scandaloso, ma fu certo all'origine della sua straordinaria diffusione. Ma ecco che mille anni dopo il cristianissimo vescovo Guglielmo di Tiro descrive così le gesta dei crociati una volta presa Gerusalemme: «... Coperti di elmi e corazze percorsero strade e piazze della città uccidendo indistintamente tutti gli infedeli che capitavano, senza riguardo né all'età né al rango. Da ogni parte si vedevano nuove vittime, teste staccate dai corpi, non era possibile camminare senza traversare mucchi di cadaveri ... Poi, avendo saputo che gran parte della popolazione s'era rifugiata al di là dei bastioni del Tempio corsero sul posto in grande moltitudine colpendo con le spade chiunque incontrassero e inondando di sangue le strade. Essi compivano così i giusti decreti del signore ... poi si cambiarono le vesti, si lavarano le mani e camminando a piedi nudi con cuore umile gemevano e piangevano con devozione». Questo succedeva nel 1099, poco prima che Gregorio nascesse, per cui il pio vescovo si dette molto da fare per la terza crociata. Scene simili si producevano anche fuori della Terra Santa per il fiorire di pellegrinaggi, diciamo così, non autorizzati, nei quali qualche nobile raccoglieva tutto quel che trovava per strada e in cammino verso il Santo sepolcro faceva strage degli ebrei che capitavano a tiro. Di questa temperie selvaggia partecipano anche, nelle predicazioni, uomini di spirito elevato come Bernardo di Clairvaux e Pietro l'Eremita. Come è accaduto?
E' accaduto che nel 312 - mentre i cristiani erano ancora in clandestinità - l'imperatore Costantino sogna, la notte prima della battaglia di ponte Milvio, il solito angelo che gli addita la croce: In hoc signo vinces. Vince, e dichiara il cristianesimo religione di stato. I cristiani, che allora vivevano senza esporsi in un loro costume di solidarietà e preghiera, escono allo scoperto e la loro chiesa si scambia favori con l'imperatore. Essa ordina ai fedeli di esser soldati (garantendogli che se muoiono ammazzando il nemico volano dritti in paradiso) mentre domanda al potere di interdire le altre religioni. Da allora al secolo scorso i rapporti fra chiesa e impero o stato restano stretti, anche se fra non pochi conflitti non di fedi ma di potere, e c'è voluto papa Wojtyla per condannare senza mezzi termini la guerra (che resta però come extrema ratio, tale e quale la pena di morte, nel catechismo).
Insomma, quando una religione monoteista si investe del potere terreno o vi si accorda, la strage in nome di Dio è sicura. Non che per il cristianesimo sia stato semplicissimo. L'antico interdetto del V comandamento, non ucciderai, assume un'altra valenza nella predicazione cristiana, per la quale è fondativo l'amore per l'altro, e la guerra non era neppure contemplata. La cultura di allora vede ogni conflitto in termini militari, scrive Maria Teresa Fumagalli, neanche Paolo vi sfugge e ogni conflitto anche interiore, fra fede e non fede, bene e male, culto di Dio e culto di sé, lotta a Satana e perfino nel famoso «Morte, dov'è la tua vittoria?» prende con naturalezza il linguaggio bellico. Ma con Paolo siamo soltanto alla forma. Più tardi i Padri si interrogano. Si interroga Ambrogio: perché, mio Signore, mi dici di vendere la tunica e comprare la spada, ma mi interdici di usarla? Sarà - prima scivolata - per legittima difesa? Agostino, suo discepolo e animo tragico, va molto oltre: se c'è il male nel mondo deve essere stato previsto dall'infinita sapienza di Dio, dunque è in qualche modo concesso - quasi obbligato. Il pessimismo di Agostino è radicale. Nella notte tenebrosa del creato dopo la Caduta c'è dunque anche la guerra, scriverà al dubbioso Fausto, essa è inevitabile come la tempesta, la sofferenza, la morte. Affermazione fatale, perché se connessa alla umana natura per volere di Dio, potrebbe anche, in certi casi, essere giusta.
In quali casi, che non siano la difesa - anch'essa non contemplata dai primi cristiani? Su questo si piegheranno i giuristi, specie dopo secoli di conflitti efferati e in seguito alla conquista spagnola delle Indie, per la quale, dopo un breve tentativo di dimostrare che gli indiani non sono specie umana, non esiste legittimazione alcuna. Il grande legittimatore sarà il domenicano Francisco de Vitoria, argomentatore inquieto la cui dottrina attraversa i secoli, e influenzerà anche i gesuiti inducendoli a rovesciare una loro prima posizione in difesa degli indigeni: il molinismo non lascerà scampo.
Così, se è rimasto sempre fra i cristiani chi non accetta la liceità della guerra, si troverà di regola fra i malpensanti o gli eretici. Contro la «peste» degli albigesi Innocenzo III reclama l'intervento dell'imperatore. E così dopo lunghe guerre periranno i catari. L'arcivescovo di Milano, scoperta nella diocesi di Torino una comunità pacifica, che perdipiù metteva i beni in comune, li manda al rogo tutti. Un punto particolarmente dolente accompagna la condanna della guerra: il suo più lucido contestatore, John Wyclif di Oxford e i suoi seguaci, i lollardi, la collegano alla volontà di dominio, che si radica nella proprietà. La persecuzione di Wyclif e dei suoi seguaci non avrà fine. Insomma il filone pacifista sarà assai minoritario nella chiesa. E per lungo tempo anche in quella riformata.
Ma non è diffuso neanche fra i pensatori laici. Esita il lucido Erasmo da Rotterdam, la guerra sta anche nell'Utopia di Tommaso Campanella; soltanto Marsilio Ficino, credente, non demorde e sarà condannato. Nel Seicento e nel Settecento la più brillante intellettualità francese non è pacifista. Ma il lavoro della Fumagalli Beonio Brocchieri riguarda soprattutto la chiesa e arriva fino ai nostri giorni. Nessuno dei grandi pacifisti, da Milani a Balducci, per non parlare di Capitini e Buonaiuti, è stato amato. Della posizione dei papi davanti alle guerre è meglio tacere. Quanto è appassionante, e fin tragica, la discussione fra i Padri dopo l'editto di Costantino, tanto è fredda sotto il profilo religioso quella che segue con la modernità. Gli atei devoti vi possono trovare materia di consolazione.
Per non parlare degli stolidi araldi delle guerre di civiltà. E' roba nostra, europea, quella che ci torna in quelle che sentiamo come farneticazioni di Bin Laden o Al Zarkawi. La chiesa le aveva benedette quando con l'impero si scambiavano reciproci doni. Soltanto Agostino, credo, ha inserito la guerra nella sua tragica teologia della Caduta - peraltro sempre all'orlo dell'eresia - appena si lascino i suoi pensieri, nella banalità della storia anche ecclesiale, la guerra si rivela sempre passione di dominio. Che fra dominio e dominio ci possa essere una guerra giusta, è una terrestre e non altissima, controversia. Che possa essere Santa, come talvolta ha detto il Sacro soglio, è una bestemmia. Quanto alla guerra umanitaria è un ossimoro del presente - neanche ai papi più virulenti era venuto in mente.
-Giona-
00domenica 2 luglio 2006 14:14
Ritengo anch'io che non fu un bene la commistione fra potere poltico e potere religioso che iniziò con Costantino e fu portata a compimento da Teodosio quando proclamò il cristianesimo unica religione ufficiale dell'Impero. Quando però si tirano in ballo le Crociate, bisogna ricordare che la prima fu proclamate dopo che i Turchi Selgiuchidi, che si erano sostituiti al Califfato di Baghdad nell'esercizio del reale potere nel Vicino Oriente, avevano reso impossibile l'arrivo dei pellegrini in Palestina e avevano oppresso le popolazioni locali cristiane in maniera molto più pesante. L'islamizzazione di quelle zone era avvenuta solo in seguito alla conquista militare nel VII secolo, dopo che la grande maggioranza della popolazione era diventata spontaneamente cristiana da almeno 300 anni, per cui le crociate avevano una connotazione più di guerre di difesa che di attacco.
Poi, in guerra avvengono purtroppo abusi dall'una e dall'altra parte.
Riccardo.cuordileone
00domenica 2 luglio 2006 16:07
Direi che il titolo è sbagliato, sarebbe più corretto dire: "Cristainesimo e pace non erano sinonimi, oggi si".
Lux-86
00domenica 2 luglio 2006 18:50
in effetti nel presente la chiesa, intesa non come i teocon amici di bush, raramente ha appoggiato qualche guerra sebbene nel passato ne abbia fatte.
(Upuaut)
00giovedì 6 luglio 2006 16:32
Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 02/07/2006 16.07
Direi che il titolo è sbagliato, sarebbe più corretto dire: "Cristainesimo e pace non erano sinonimi, oggi si".



Ritengo che il titolo vada bene così, e abbia validità universale: Cristianesimo e pace non sono mai stati sinonimi, nè ieri nè oggi e nè probabilmente mai.

Semlicemente perchè significherebbe che al di fuori del cristianesimo non vi potrebbe essere pace. E' una cosa ovviamente assurda.


Riccardo.cuordileone
00giovedì 6 luglio 2006 16:49
Re:

Scritto da: (Upuaut) 06/07/2006 16.32
Ritengo che il titolo vada bene così, e abbia validità universale: Cristianesimo e pace non sono mai stati sinonimi, nè ieri nè oggi e nè probabilmente mai.

Semlicemente perchè significherebbe che al di fuori del cristianesimo non vi potrebbe essere pace. E' una cosa ovviamente assurda.


Non necessariamente, a mio avviso la pace può esistere sia con il cristianesimo che senza.

Diciamo che la pace non è sinonimo di religioni, poichè finchè esisteranno due religioni diverse esisteranno sempre dei conflitti.
(Upuaut)
00giovedì 6 luglio 2006 18:23
Re: Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 06/07/2006 16.49

Diciamo che la pace non è sinonimo di religioni, poichè finchè esisteranno due religioni diverse esisteranno sempre dei conflitti.



Appunto.
Eliminate le religioni, spariranno le guerre di religione.

Suppiluliumas
00giovedì 6 luglio 2006 18:58
Re: Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 06/07/2006 16.49


Diciamo che la pace non è sinonimo di religioni, poichè finchè esisteranno due religioni diverse esisteranno sempre dei conflitti.



Concordo. Però Upuaut ha ragione sul fatto che cristianesimo e pace non sono sinonimi, non sono la stessa cosa.
Augustus Matteus Imperato
00mercoledì 19 luglio 2006 05:31
prima parte perfettamente d accordo(vecchio testamento)...
seconda parte(cristo e Nuovo T.)
io eviterei sinceramente di confondere Cristo cn quello che la gente dice di aver fatto in suo nome.....
un conto e(chiedo scusa x la mancanza d accento:nn c e sulle tastiere modello anglosax)cosa cristo ha insegnato,un conto e cosa l umanita(chiesa in primis) ha fatto coprendosi della causa di cristo.
cristianesimo E pace,se s guarda almessaggio cristiano(=di Cristo)in quanto x convertire gente Cristo n predica cm maometo l uso della spada cm strumento persuasivo.anzi dice apertamente che chi lo segue deve essere umile,xche il semplice fatto di seguirlo lo portera a incontrare umiliazioni d ogni sorta,e precisa cm comandamento "amatevi gli uni gli altri..etc etc"..cio rende difficile in teoria l uso della spada..
ergo si dovrebbe parlare di distorsione...
ciao

Lpoz
00mercoledì 19 luglio 2006 11:09
Re: Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 06/07/2006 18.23


Appunto.
Eliminate le religioni, spariranno le guerre di religione.




si, vabbè..
le guerre di religione, oggi già non essitono..
anche quelle mascherate da guerre di religione sono sempre guerre politiche e di interessi...
e lo erano pure le crociate...
Lux-86
00mercoledì 19 luglio 2006 16:43
ma le stesse guerre di religone non sono mai esistite, si è sempre usata la religione per mascherare interessi economici e o politici.
non crederete davvero che i tedeschi si siano massacrati fra loro per anni solo in nome del libero esame? [SM=x278644]
giuliomagnoxxx
00venerdì 21 luglio 2006 20:32
Si...ma è molto più facile muovere un popolo in nome di dio che in nome di un giacimento di petrolio
(Upuaut)
00venerdì 21 luglio 2006 23:54
Le guerre di religione non esistono?? [SM=x278631] Secondo me vivete sulla Luna..

Cmq, anche se i moventi sono il petrolio etc. etc., è indiscutibile il fatto che il mezzo utilizzato siano le religioni: se i popoli sono comunque portati a muovere una guerra è comunque colpa del fondamentalismo religioso.

[Modificato da (Upuaut) 21/07/2006 23.55]

Lux-86
00sabato 22 luglio 2006 00:04
la religione viene usata per coprire, ed anche molto male a volte, dei motivi economici. oppure addirittura è la stessa religione che si modifica a seguito di mutate condizioni economiche.

se no tutta l'europa e gli stati uniti dovrebbero formare un'unico stato sotto il governo del papa [SM=x278644]

la religione verrà anche usata per foemntare le folle, ma quando i contadini tedeschi assaltavano i monasteri e le chiese, a parte per qualche zelota, lo facevano solo per portare via quanta più roba possibile. se non ci fosse la religione userebbero la razza come motivo, lo stato, la nazione... più semplicemente la stessa ricerca di ricchezza... un motivo si trova tanto qualcuno che ci casca si trova sempre

Suppiluliumas
00giovedì 3 agosto 2006 17:28
Pensa però alle guerre civili in Africa, spesso vengono mosse da militanti di una religione contro quelli di un'altra religione. E tra le due religioni ce n'è sempre una Cristiana.
Vota DC
00giovedì 3 agosto 2006 19:00

Scritto da: Suppiluliumas 03/08/2006 17.28
Pensa però alle guerre civili in Africa, spesso vengono mosse da militanti di una religione contro quelli di un'altra religione. E tra le due religioni ce n'è sempre una Cristiana.



Magari fosse così.Invece lì lottano solo perchè la tribù x non tollera la tribù y.
Suppiluliumas
00sabato 5 agosto 2006 16:45
Re:

Scritto da: Vota DC 03/08/2006 19.00


Magari fosse così.Invece lì lottano solo perchè la tribù x non tollera la tribù y.




Ma ciò che divide la tribu x da quella y, se non è l'etnia, è la religione, se non (ancora peggio) tutte e due.
-ludovico-van-
00venerdì 11 agosto 2006 22:32
Re:

Scritto da: giuliomagnoxxx 21/07/2006 20.32
Si...ma è molto più facile muovere un popolo in nome di dio che in nome di un giacimento di petrolio



appunto,togli la religione, e i popoli non faranno quasi più le guerre dato che combattere x del liquame nero non è bello...
DarkWalker
00domenica 15 ottobre 2006 00:07
Re: Re:

Scritto da: -ludovico-van- 11/08/2006 22.32


appunto,togli la religione, e i popoli non faranno quasi più le guerre dato che combattere x del liquame nero non è bello...



beh oddio, forse se da quel liquame nero dipende il proprio benessere,la propria società e cultura non so quanto baderebbero alla bellezza...

[Modificato da DarkWalker 15/10/2006 0.24]

Lux-86
00domenica 15 ottobre 2006 10:11
c'erano guerre anche prima delle religioni. I Romani non combattevano certo in nome di qualche divinità
-Giona-
00domenica 15 ottobre 2006 21:41
Re: Re:

Scritto da: -ludovico-van- 11/08/2006 22.32


appunto,togli la religione, e i popoli non faranno quasi più le guerre dato che combattere x del liquame nero non è bello...


Questo intervento mi sembra particolarmente sarcastico...
Joseph Porta
00venerdì 20 ottobre 2006 19:47
Gli esseri umani dimostrano d'essere così stupidi e ipocriti che abbisognano sempre di un'alta causa per macellarsi l'un l'altro.
Credo sia un'evoluzione del più classico degli scaricabarile: "l'ha detto Lui, che gliel'ha ordinato Lui, che a sua volta esegue i Suoi ordini. Nelle guerre di religione il processo è all'estremo, in quanto alla fine della catena ti trovi il santone di turno, che sia stazionato a Roma, in cima ad un minareto o chissà dove altro, che dichiara d'agire in nome di Dio.
L'essere umano in questo è drammaticamente molto "estetico", non volendosi mai sporcare l'anima prendendo apertamente decisioni col suo migno intelletto. [SM=x278678]
Suppiluliumas
00sabato 21 ottobre 2006 15:55
Re:

Scritto da: Lux-86 15/10/2006 10.11
c'erano guerre anche prima delle religioni. I Romani non combattevano certo in nome di qualche divinità




Non ne avevano bisogno, loro combattevano per estendere il oro dominio.





Gli esseri umani dimostrano d'essere così stupidi e ipocriti che abbisognano sempre di un'alta causa per macellarsi l'un l'altro.




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