FRANCO BARESI

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(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 22:53
una vera BANDIERA
x me è difficile aprire un topic su di lui...ma credo che in c'era una volta stia bene!
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 22:53
Franco Baresi Nasce a Travagliato (BS) l'8 Maggio 1960. Nell' Aprile 1978 debutta nella squadra rossonera poco dopo essere stato scartato da un provino dall' [SM=x875396] Inter. Da quel momento in poi la sua storia e' quella del Milan.


(all'inter scelsero il FRATELLO maggiore BEPPE BARESI)
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 22:57
[SM=g27997] PALMARES

6 Scudetti (79, 88, 92, 93, 94, 96)

3 Coppe dei Campioni (89, 90, 94)

2 Coppe Intercontinentali (89, 90)

3 Supercoppe Europee (89, 90, 94)

4 Supercoppe Italiane (88, 92,93,94)
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 22:59
biografia
Franco Baresi arrivò a Milanello quando aveva soli 14 anni, nell'agosto 1974. Da quel momento in avanti avrebbe sempre indossato la maglia del Milan, che lo pagò un milione e mezzo (di 20 mila lire fu il primo stipendio). Con il Diavolo è cresciuto e ha sofferto, ha vinto e trionfato, in Italia e nel mondo. Una vita da bandiera, che sventola ancora e che nessuno potrà mai ammainare. debutta nella squadra rossonera dopo poco essere stato scartato come già detto, dall'Inter lanciato da Liedholm a Verona (23 aprile '78, Verona-Milan 1-2) e non ne è più uscito, diventando subito una colonna. Sulla pagella dei giornali meritò subito lo stesso voto di Rivera (7), un segno del destino. A 22 anni, il "piscinin" (come fu ribattezzato quando arrivò al Milan) divenne capitano, ereditando idealmente il passaggio di consegne dal Golden Boy.


Nei primi tempi, sotto la guida di Liedholm apprende i principi della zona e ne diventa l'interprete primo nel ruolo di ultimo uomo.
Diviene in poco tempo uno dei difensori più forti al mondo e simbolo e bandiera della squadra rossonera in campo e fuori. L'anno successivo al suo debutto vince lo scudetto della stella col Milan ed anche negli anni successivi, quelli delle retrocessioni in serie B, quelli del calcio-scommesse, rimane sempre al suo posto di Capitano nonostante le allettanti offerte di altri club.

Non solo per questo sarà il giocatore più amato dai tifosi; capace di adattarsi ad ogni tipo di gioco, dalle classiche e "italiane" nazionali di Vicini fino alla pressante zona di Sacchi, Baresi è riconosciuto dal mondo intero come il "libero" più forte al mondo ed è stato uno dei pochissimi difensori (un altro fu Beckenbauer) ad ottenere la candidatura al "PALLONE D'ORO" poi soffiatogli da Van Basten.

Nell'era Berlusconi, Baresi è stato l'uomo attorno al quale si è costruito il grande Milan dei tempi recenti e vanta il miglior palmares tra i giocatori del Milan di tutti i tempi.
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 23:02
Franco Baresi è stato il calcio allo stato puro, illustrato nel gesto tecnico, nella carica agonistica, nella classe e nella corsa, nel lancio e nel tackle. Una sorta di manuale che si apriva invariabilmente a ogni fischio dell’arbitro, il cuore sempre pronto a lanciarsi oltre l’ostacolo, il pallone accarezzato ma anche l’avversario spazzato via, secondo quell’armonia di arte e cattiveria che rappresenta il cuore autentico del football. Franco Baresi è stato campione fino all’ultimo, ha detto addio il 23 giugno 1997, prima che la sua bandiera di fuoriclasse venisse intaccata dall’inesorabile trascorrere del tempo. Grande fino in fondo, è riuscito dove spesso altri grandi fuoriclasse hanno fallito: giudicare obiettivamente la propria condizione fisica, fermandosi un attimo prima che il precipizio del declino si aprisse davanti al suo mito. Ora la sua maglia, la numero 6, è stata ritirata dal Milan, sul modello dell’Nba, così consegnando definitivamente alla storia l’uomo simbolo del Milan dei tempi moderni. E si può cominciare a sfogliare i tanti capitoli del suo romanzo.

Raccontano che i suoi istruttori nelle giovanili del Milan, al momento di consegnare (precocemente) a Liedholm il prodotto finito, si esprimessero così: come calciatore è perfetto, gli manca solo la parola.In effetti nei primi anni, quando ancora al Milan lo chiamavano "Piscinìn" perché a Rivera, Albertosi, Morini e Capello, tutta gente che viaggiava spedita verso gli "anta", era stato portato come nuovo compagno di prima squadra a neanche diciott’anni con un’aria malinconica da ragazzino, i suoi limiti dialettici facevano disperare i cronisti. Ricevere l’ordine dal caposervizio di andare a intervistare Baresi equivaleva a un invio sul fronte sperduto di una terra lontana. Il deserto dei Tartari, tutta la vita ad aspettare una frase e poi, al momento buono, la fregatura. Così venne affermandosi una categoria particolare di gazzettieri specializzati: gli interpreti dei grugniti del Nostro. Franco Baresi è infatti talmente abituato a schiarirsi la voce per prendere tempo prima di rispondere alle domande, che ha finito molto spesso con il limitarsi a quell’espressione vocale.
Il fatto è che kaiser Franz, come veniva soprannominato per la parentela tecnica con l’immenso Franz Beckenbauer, non ha mai ritenuto di avere molto più da dire di quanto riuscisse a esprimere sul campo. Insomma, quando al grugnito si accompagnava un vago sorriso velato di malinconia, la risposta era trasparente: "Personalmente sono più che soddisfatto del mio rendimento e di quello della squadra, nonchè del comportamento della società, dall’allenatore agli interi quadri dirigenziali". Se invece il grugnito era di una nota più in alto e si associava a un quasi impercettibile aggrottar di ciglia, allora il senso saltava all’occhio: "Per me è sempre stato gratificante giocare in una squadra come il Milan". E così via. Col tempo, una diffusa tradizione orale aveva trasmesso a macchia d’olio questi insegnamenti, al punto che ormai i più esperti erano in grado di effettuare lunghe e articolate interviste a Baresi semplicemente incrociandolo al bar di Milanello.

Quando Franco Baresi era ragazzino e portava i capelli biondi a caschetto, gli avversari non lo prendevano molto sul serio anche per via del suo morbido tocco di palla che lo faceva sembrare un efebico artista. Così, per convincerli che stavano prendendo un granchio, ogni tanto si esibiva nel classico intervento "palla o piede", una sorta di tackle rusticano in cui il pallone magari schizzava lontano, ma in compenso l’attaccante rischiava di rimanere storpio per il resto dei suoi giorni. La sua classe era talmente grande che tutti si limitavano a parlare di "raptus agonistici", alimentando comunque la sua fama di "duro". Eppure, in almeno due circostanze della sua carriera, a questa specie di Clint Eastwood delle aree di rigore è spuntata, come avrebbe cantato Bobby Solo, una lacrima sul viso. La prima risale al 1982: "Eravamo nello spogliatoio di Cesena, all’ultima giornata del campionato ‘81-82" ha raccontato, "ho visto molti compagni piangere: non mi era mai successo. Anch’io mi sono ritrovato in lacrime seduto su una panca". Anche i duri hanno un cuore. Rossonero.
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 23:03
Può un rigore sbagliato in una finale dei campionati del mondo, condizionare la carriera e l'immagine di un giocatore? La risposta sarebbe probabilmente si per chiunque, ma è senza dubbio no nel caso di Franco Baresi. Così si comprende come la dote più grande, che ha contraddistinto il Baresi calciatore (in Nazionale e nel Milan) e che se presa come esempio da seguire fa pensare prima a lui che a tutti gli altri, sia il carisma. Baresi è stato giocatore di grandissima classe, fortissimo nei contrasti e di spiccato senso del gruppo. E' proprio questo che oggi ci riporta alla mente il ricordo di lui in campo: prima di tutto la capacità che aveva di tenere unita una squadra in quel modo, ossia come un unico gruppo di persone allo stesso tempo tese al raggiungimento di un unico scopo: LA VITTORIA. E' esattamente questo che fa diventare un giocatore da semplice parte di un tutto a cuore e simbolo di un organismo completo, fatto di pregi e difetti, ma che esprime sempre e comunqe la voglia di trovare nuovi stimoli anche quando ormai sembra raggiunto e superato ogni traguardo. Ecco perchè se si vuole rivivere, apprezzando in pieno la carriera di Franco Baresi è necessario guardare non il suo palmares (prestigiosissimo), ma le sue gesta in campo.

Quello che segue è il suo biglietto da visita. In vent'anni con la prima squadra ha collezionato 716 partite ufficiali (470 in serie A, 61 in B, 97 in coppa Italia, 50 in coppa Campioni, 19 in coppa Uefa, 6 in Supercoppa europea, 4 nell'Intercontinentale, 3 nella Mitropa cup, 5 nella Supercoppa italiana, 1 nello spareggio Uefa).
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 23:06
the god of defending
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 23:09
L'addio al Calcio
(lazarus ledd)
00martedì 22 gennaio 2008 23:11
momenti tristi!
ugo.p
00mercoledì 23 gennaio 2008 02:18
indubbiamente un campione. assieme a Scirea e Passarella uno dei migliori liberi che abbia mai visto ( in quel periodo)
jules maigret
00mercoledì 23 gennaio 2008 15:36
Re:
(lazarus ledd), 2008/01/22 22:53:

Franco Baresi Nasce a Travagliato (BS) l'8 Maggio 1960. Nell' Aprile 1978 debutta nella squadra rossonera poco dopo essere stato scartato da un provino dall' [SM=x875396] Inter. Da quel momento in poi la sua storia e' quella del Milan.


(all'inter scelsero il FRATELLO maggiore BEPPE BARESI)



In quegli anni l'inter disse di no anche a Platini....complimenti al talent scout [SM=x875370]

Bruno Cortona
00giovedì 24 gennaio 2008 15:37
Re:
ugo.p, 2008/01/23 2:18:

indubbiamente un campione. assieme a Scirea e Passarella uno dei migliori liberi che abbia mai visto


[SM=x875386] [SM=x875420]


ugo.p
00martedì 6 febbraio 2024 06:49
Re: una vera BANDIERA
(lazarus ledd), 22/01/2008 22:53:

x me è difficile aprire un topic su di lui...ma credo che in c'era una volta stia bene!


In effetti ti fa onore (essendo interista)
Dubito che luposolitario l'avrebbe aperto [SM=x875370]


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