GiRSA – “Difficoltà delle manovre”

Admin-Geko
00martedì 23 marzo 2004 16:46
Nel “sabato bresciano” (per i dettagli leggete “Brescia 2004 -Convegno su Tolkien” nella cartella “Eventi”), durante un ottimo aperitivo in compagnia del Monfa, di Lorenzo (Martino), di Tiziano (Lord T. Einiks) e di altri due/tre compari, è uscito fuori un argomento un po’ “particolare.
E’ giusto che il Master dica ai propri giocatori l’entità (ovvero la difficoltà) della manovra (“statica” o “in movimento” che sia) che i loro PG si stanno apprestando ad intraprendere?
In poche parole è giusto che il Master dica, per esempio:
Tiziano, la manovra che Isilion dovrà affrontare per scavalcare quel muro di cinta è NORMALE
… oppure:
Tiziano, Isilion si rende conto che nella sua vita ha scavalcato muri molto più alti quindi quella che gli si prospetta è una manovra che ha già affrontato con successo, e senza alcune difficoltà, in diverse occasioni.
Come al solito: attendo un vostro intervento prima di dire la mia opinione (che, comunque, ho ampiamente illustrato ai compari presenti a Brescia durante l’ormai famoso “aperitivo”)
A presto.
Blethor
00martedì 23 marzo 2004 19:31
La seconda che hai detto
Quelo
Shizuko
00martedì 23 marzo 2004 22:00
Salve a tutti [SM=x294600]
è bello vedere come l'incontro di Brescia abbia fatto emergere questioni così interessanti [SM=g27823]
Per quanto riguarda la mia personalissima opinione propenderei anche io come Blethor per la seconda ipotesi e ciò per un paio di ragioni:
in primo luogo dal punto di vista del gioco mi sembra preferibile descrivere ai PG la situazione, in modo da consentirgli di valutare la maggiore o minore difficoltà della manovra che si accingono a compiere, piuttosto che ridurre tutto a semplici termini tecnici di gioco. Non so, mi sembra più "realistico"...E poi una descrizione ben fatta credo che sia sufficiente a far capire ai PG se si tratta di una manovra priva (relativamente) di rischi oppure se si tratta di un'azione difficile o addirittura folle. [SM=g27823]

In secondo luogo evitare di rendere noto ai PG il grado di difficoltà, mi consente come Master di avere un certo "spazio di manovra"; ossia mi permette di fare dei piccoli "aggiustamenti" "in corsa" a seconda della necessità. Lo so non è molto "ortodosso" [SM=g27824] però si tratta di casi limitati e le "correzioni" sono sempre a favore dei PG [SM=g27822]

Comunque sia, quando magari non è semplice per i PG capire esattamente quanto possa essere difficile o facile una manovra, non vedo niente di male ad "accennare" al grado di difficoltà dell'azione [SM=g27823]

Ciao ciao [SM=x294600]

Roberta
Lord T.Einiks
00mercoledì 24 marzo 2004 11:22
Ciao Gentes,

Da quello che ho capito, il problema sta più nella forma che nel dire o non dire . . .

Non la vedo come una delle cose più importanti ai fini del gioco, comunque se ad un Master non andasse di specificare esattamente sa una manovra è "Facile", "Media" o "Difficile", credo che una certa presa di coscienza da parte del PG, prima di compiere una determinata azione, sia necessaria.

Quindi opterei per descrivere al PG la situazione, piuttosto che specificare al giocatore l'esatto tipo di manovra . . .

Buon Cammino, [SM=x294586]
Tiziano
Martino NonancoraRe
00mercoledì 24 marzo 2004 15:29
Riuscire a descrivere la difficoltà delle manovre per mezzo di confronti con esperienze già affrontate dal PG è un bel metodo, ma secondo me necessita un lavoro mnemonico (o di appunti) da parte del master indicibile!
(Ho già 8 persone in media da masterizzare; è già un'impresa tenere aggiornati i PX; figurati se riesco a ricordarmi tutte le manovre facili o difficili fatte dai giocatori!)

Comunque, se ci si riesce ad abituare al metodo, io lo consiglierei a chiunque!


Ma ricordo anche che il GdR è un gioco, ed è un gioco divertente anche in quanto basato sul dado e sulla scommessa: può essere divertente anche dire "guarda che hai il 30% di probabilità di farcela e il 70% di morire... Ti va di farlo lo stesso?"... Non dubitate... E' emozionante!

Saluti!

Martino
Lord T.Einiks
00mercoledì 24 marzo 2004 15:35
Tra le nostre mille discussioni seriose, credo che Martino ci abbia ricordato una gran cosa!!

Stiamo giocando [SM=g27828]
Grandiosa la sfida dei DADI!! [SM=g27811]

Buon Cammino,[SM=x294586]
Tiziano
didinet
00mercoledì 24 marzo 2004 18:08
In effetti sarebbe più corretto non rivelare la difficoltà nelle manovre.
Il problema è però che in taluni casi le spiegazioni non possono per forza di cose essere esaustive e magari ne deriva che il giocatore finisce col classico "ma se lo dicevi subito non provavo nemmeno! io non avevo capito! come facevo ad immaginare che era così difficile!"
Comunque l'importante è l'accordo tra master e giocatori, anche se a mio parere, per un gioco perfetto, i giocatori dovrebbero conoscere il meno possibile, sia a livello di manovre che a livello di critici.
Ad esempio durante il combattimento io non do mai i critici, ma li appunto a parte e li comunico a fine serata.
Consiglierei comunque a tutti di leggere l'esempio nel manuale base a pg.81, circa le Manovre in Movimento.
Il libro recita: "considerando la situazione il GM la qualifica come manovra difficilissima. Chinta decide di tentare ugualmente".
Questo mi induce a pensare che il GM abbia comunicato al giocatore la difficoltà della manovra.
Che ne dite?
Martino NonancoraRe
00giovedì 25 marzo 2004 00:18
Credo che tu, Didinet (o Diana), abbia introdotto un argomento molto importante, mai discusso prima, e che (almeno da parte mia) sta pure emergendo nel GdR-online che stiamo facendo nel forum:
la conoscenza tra Master e giocatori.

Importantissima (anzi no: essenziale!) per impostare un gioco ben fatto e per ridurre al minimo le incomprensioni.

Come la storia dell'uovo e della gallina (chi è nato prima?), anche qui non so se è meglio conoscersi bene prima e poi giocare o giocare per poi conoscersi; però è sicura la regola che il gioco si "evolve" per quanto si evolve il gruppo stesso di persone!

(Da qui poi il mio discorso che ogni gruppo si deve creare un proprio regolamento adattato alle proprie esigenze, e non prendere un regolamento prefabbricato da altri... Ma è una lunga storia!)

Ciao!
Martino
Blethor
00giovedì 25 marzo 2004 14:04
Spiegazione del Dio Quelo tramite il buon Blethor uno dei molti adepti alla religione in questione...
Meglio la seconda perchè personalmente preferisco dare più enfasi al gioco,e questo per me non si fà dicendo hai il 30% di possibiltà e bla bla...perchè ricordiamoci che c'è ANCHE la parte "dadistica" GdR ma il GdR è tale non per i dadi ma per tutta un'atmosfera che si viene a creare mentre si gioca,e dire :"la manovra è una Routine,hai il 60% di riuscita..." rompe quella magica atmosfera del GdR,secondo me fondamentale...la mia è un'opinione soggettiva,non dico che sia la più giusta...ma la più giusta secondo me![SM=x294580]
Salkaner
00giovedì 25 marzo 2004 18:54
non do mai le difficoltà precise, preferisco qualcosa del tipo

"pensi di potercela fare"

Admin-Geko
00venerdì 26 marzo 2004 14:03
Ora che alcuni di voi si sono espressi, posso dire la mia (che, comunque, è già nota “ai più”):
ho smesso di “dichiarare” il grado di difficoltà delle manovre da anni! Preferisco descriverle.
Così come ho smesso di dire l’entità del colpo critico (“A”, “B”, ecc..).
Così come preferisco descrivere i danni che i PG arrecano ai loro avversari in un combattimento piuttosto che dirgli, per esempio: 2 PF per RD, -10 all’attività, stordito per 2 rd, ecc…
A presto.
Lord T.Einiks
00venerdì 26 marzo 2004 18:11
Bene,

questo si era capito Ge' . . .

... ma non ci hai spiegato il perché e qualcuno potrebbe rimanere nel dubbio [SM=x294585]

Buon Cammino,
Tiziano
danut
00sabato 4 settembre 2004 17:33
la difficoltà è una valutazione di massima che dovrebbe fare nella sua testa il pg....ma essendo il master gli occhi del pg gli da lui una attenta valutazione, magari anche non con termini propriamente di difficoltà.
Ciao
Mumak
00domenica 5 settembre 2004 17:17
valutazioni obiettive
non sempre si è consci di quanto sia complicato fare una determinata cosa, il più delle volte siamo immodesti e crediamo di poter facilmente superare le difficoltà, ritrovandoci a quel punto nei guai
altre volte sopravvalutiamo la difficoltà della manovra e la eseguiamo con una attenzione ed una circospezione eccessiva.
l'unico che sa realmente quanto sia più o meno difficile una manovra che stiamo per svolgere è il master

cià[SM=g27823]
Tritapolli 18!!!!
00lunedì 14 novembre 2005 19:00
Io avrei un quesito.
Con che criterio stabilite la difficoltà delle manovre secondarie statiche?
E quali tabelle usate?(ammesso usiate tabelle)
Se potete e avete voglia di dirmi la vostra su questo quesito ve ne sarei eternamente grato!
[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27837] [SM=g27837] [SM=g27837] [SM=g27837]

[Modificato da Tritapolli 18!!!! 14/11/2005 19.03]

Ossian77
00martedì 15 novembre 2005 16:16
Facil
Muy simple.

Manovre secondarie statiche vanno sulla tabella delle MS (indovina 1 po?), quella divisa in colonne (uso oggetti magici, percezione e seguire tracce, leadership e influenza, varie ed un'altra che non ricordo). La difficolta', da banale a folle, si sceglie come tutte le cose nei gdr, in base al buon senso ed ai fattori "rilevanti".
Il backgrpound del personaggio, ad esempio. Molte di esse sono manovre "cognitive". Sono nozioni che fanno parte della cultura o della societa' del PG? Della sua storia? Ne ha un'idea?
Un cittadino, educato e colto, puo' avere 11 decimi di vista ed una soglia uditiva come quella dei cani, ma manca dell'attitudine a osservare con l'istinto, concatenare subconsciamente e dedurre. ecco che per lui la "percezione" a prescindere dal bonus che ha (che dipende solo da livello, punti, intuizione) sara' sempre un po' piu' ardua.
Per un dunlandiano, oltre che grazie al +20 razziale, sara' sempre piu' "naturale" che per qualunque contadino arringare una folla per convincerla delle sue opinioni.
Per un haradrim ,anche se si tratta di un "mercante di zafferano" interpretare tracce nel deserto (quanto e' vecchio lo sterco di quel cammello? dove si sono mosse le dune stanotte?) sara' piu' facile che per lo stesso Aragorn. La cosa si compensa solo perche' Aragorn ha +20000 a seguire tracce ed il mercante forse +30.
Anche un ranger lossoth, a suo agio sui ghiacci o al piu' tra le conifere, avra' difficolta' a cacciare tra le colline di Gondor.

E cosi' via....

Claro?
Osso.
Tritapolli 18!!!!
00martedì 15 novembre 2005 21:11
Non per essere noioso ma potresti gentilmente(se ne hai voglia)dirmi con che criterio calcoleresti la difficoltà di questa abilità secondaria?che è la seguente:
MEDITAZIONE:Durante un completo stato di trance il personaggio può recuperare alcuni PF,ma non può essere risvegliato nemmeno se attaccato.Il personaggio dovrà dichiarare quanti PF vorrà recuperare e tirare un 1d6 per ognuno di questi,la somma ottenuta dai tiri di dado,darà il tempo in minuti in cui il personaggio mediterà.
Vorrei anche chiederti(o chiedervi a seconda di chi mi vuole dare il suo parere)se ti sembra un'abilità a cui i miei giocatori possono fare ricorso o se è da abolire completamente.
Grazie in anticipo.
Ciaooooooooooo!!!!!!!!!
Ossian77
00martedì 15 novembre 2005 22:16
No hay problemo
Meditazione e' una abilita' interessante. Come tutte le abilita' di cura che vanno al di la di quelle prettamente fisiologiche non bisogna abusarne e va giustificata da background piu' che usata come fattore mutante alla wolverine.
I PG nel GiRSA tendono a farsi male assai, e questo dovrebbe imporre loro tempi di recupero lunghissimi. Con questa abilita' ed un bonus alto nell'usarla, ecco che i PG tornano come nuovi nel giro di giorni se non ore semplicemente dicendo "Maugrath medita...tiro....70...fatto?.....fatto!". Un po' come accade per le abilita di cura dei Jedi di Star Wars. Insomma, i PG non sono lucertole a cui ricrescono arti, e sull'uso della guarigione magica ci starebbe quasi bene un altro topic (se usate le liste anche del solo manual base, elrond diventa una specie di Ippocrate che puo' riattaccare membra amputate, curare l'Alzheimer ed il PArkinson, debellare l'Ebola, il Marburg, l'HIV etc....).

Tornano alla skill in esame, ti darei delle difficiolta' di parametro e, se così non ti orienti, magari ti posso descrivere delle situazioni + dettagliate in seguito. Fammi solo sapere, e sono a disposizione (chiaro che i miei sono esempi personali. Altri MAster fanno in altra maniera).

Banale +30 = affaticamento molto leggero. Il PG si e' stressato durante una gara, ha studiato troppo, ha preso dei pugni durante un incontro amichevole, pulendo la soffitta gli e' cascata una cassa di dischi in vinile sul piede

Molto Facile +20 = affaticamento leggero. Il PG deve recuperare uno sforzo un po' + serio. Il morso di un piccolo cane, un leggero avvelenamento alimentare, una leggera infreddatura, un allenamento di karate in cui un colpo e' scappato ed e' andato a segno

Facile +10 = Richiede gia' un minimo di impegno. Se non si conoscono almeno le basi della meditazione non e' detto che vi si riesca. Recuperare i PF inflitti da una infreddatura di media entia', da leggere bruciature, da infortunio sportivo ma sotto stress o sotto prssione o sotto minaccia.

Media +0 = Senza alcuna abilita' e' improbabile che si riesca a farcela. Richiede un certo sforzo. Recuperare i PF inflitti da una brutta influenza, una distorsione pesante alla caviglia, una brutta infezione alimentare, una sassata alla tempia. Sei MOLTO stressato. La ferita chge devi guarire e' una frattura leggera, oppure sta facendo infezione

Dificile -10 = ti minacciano di morte, non hai dormito o mangiato abbastanza, hai avuto un lutto recente, sei fuori fase, sei in una zona altamente abitata dove "gli spiriti sono + deboli"

Molto Difficile -20 = guaio grosso. La ferita che vuoi guarire non e' l'unica che hai. Infezione che dura da qualche giorno. Stress esterno intollerabile. Zona di guerra. Lutto pesante. Sai che non c'è molta speranza per l'indomani (Gandalf quando vede il raggio laser della morte ner....ehm...cioe', la Luce da Minads Morgul)

Difficilissima -30 = Chiudere una emorragia da piu' di 3 PF per round. Meditare in zona di combattimento o nelle immediate vicinanze, sotto avvelenamento.

Folle -50 = sai che domani arrivano i 9 nazgul e che hai solo questa notte per meditare e rimeterti in sesto, ed hai almeno tre costole rotte ed una ferita in suppurazione

Assurda -70 = prendi Qui Gon Jinn che si mette a meditare davanti a Darth Maul in Episodio I La MInaccia FAntsma, con un sottile schermo di energia a separarlo dal Primo Signore dei Sith di cui si sente parlare in 5000 anni. Meditare nel mezzo di un combattimento che ti coinvolge direttamente.

Insomma, questi sono solo esempi, ma non sono sicuro di essere stato chiaro. Non avere paura di farmelo notare.

Osso.
The Northman
00mercoledì 16 novembre 2005 01:05
Salute a voi, avventurieri!
Dunque, da (almeno in teoria) esperto della cosa mi permetto di aggiungere alcune considerazioni riguardo l'abilità meditazione. Stiamo parlando (cioè, io sto parlando, e se voi parlate d'altro ditelo subito) della capacità di una persona normale (come io e voi), e senza ausilio di mezzi magici, di recuperare punti ferita (cioè il danno fisico e psicologico) subiti con uno stato di meditazione profonda.
Vi tralascio una serie piuttosto lunga di considerazioni scientifiche e di esempi reali, ma parto comunque dal presupposto che se un cittadino di Minas Tirith prende una bastonata in testa abbia la stessa struttura biologica e le stesse possibilità (come potenza) che ho io. Niente numeri, ma solo spunti.
Innanzi tutto, è possibile recuperare PF così? Io dico di sì (ci sono esempi del genere in ogni cultura, che coinvolgono ritualità + o - complesse). Ma quanto, e come?
Tanto per iniziare, dipende dal tipo di danno subito, e dal tempo in cui si è "accumulato". Cioè, 20 PF persi per una bastonata presa in una rissa la sera prima non sono uguali a 20 PF subiti in una settimana di viaggio in terreno impervio tra rovi, febbre, diarrea, digiuno, disidratazione, stress. Sui primi ammetto un margine + ampio (si fa x dire), sui secondi mi sembra evidente che ci si possa fare ben poco (immagino il tiro di Meditazione come un uso limitato nel tempo dell'abilità, al massimo qualche ora, non di +). Quindi occhio. Sulle ferite da taglio, per esempio, posso concedere che l'abilità possa aiutare il PG come autoanalgesia (tipo autoipnosi, si può fare), ma sui 30 PF di una spadata, quanti sono dolore e quanti invece danno biologico dei tessuti? Per questo una spadata da 30 PF è molto meno suscettibile di cura di, diciamo, 6 colpi di striscio da 5 PF. Principio su cui si basa, ad esempio, l'uso di certi stupefacenti usati nei secoli da soldati e militari: tolgo il dolore, e sono come nuovo. Ma su una spadata da 30/40 PF che mi lacera il quadricipite, bè, è un'altra cosa.
Sulla difficoltà della manovra Ossian ha già detto molto. Nella difficoltà va anche considerato il livello di abilità, e l'abilità va + che giustificata. Non permetterei che un ragazzo di città di 22 anni possa avere chissà che capacità di meditazione (e non rifugiamoci nel "talento naturale"). Rapportando la cosa al pianeta Terra, sono + incline a giustificare questa capacità in un monaco orientale, in uno stregone pellerossa, in uno sciamano africano. Non parlo di poteri magici, ma di carisma, equilibrio, capacità di concentrazione, devozione ai propri ideali, storia (personale e etnica) di guerra e di sofferenza, di cadere e rialzarsi.
Per adesso basta. Però se il discorso interessa qualcuno possiamo anche riparlarne...
A presto
Northman
Tritapolli 18!!!!
00mercoledì 16 novembre 2005 18:33
Molto esaurienti e concreti tutti e due.
Grazie.
Ciaoooooo!!!!!!
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