Il Segreto del Gran Maestro [OK]

Nadine ~
00venerdì 27 novembre 2015 10:57
Irina - Melisande

“Sono stanco di lacrime e risa,
e degli uomini che ridono e piangono
Di ciò che potrà avvenire in futuro
A chi semina per raccogliere:
Sono esausto di giorni e ore,
Boccioli sfioriti di sterili fiori,
Di desideri e sogni e poteri
E di tutto fuorchè del sonno”[/]


Luogo: Piazza.


IN POCHE PAROLE: Melisande manda una Missiva ad Irina.
Le chiede di raggiungerla in piazza e così l'Apprendista esaudirà tale richiesta.
Al suo sopraggiungege, trova la Signora dei Veleni, nei pressi della Rocca dei Messaggi.
Qui, verrà a conoscenza dell'errore commesso: Il suo messaggio apposto in Rocca.
Melisande le fa comprendere come quel gesto, abbia ipoteticamente messo in pericolo la Congrega.
Irina assolve i suoi Peccati. Strappa via la pergamena, facendola a pezzi. Prende così consapevolezza del suo errore.
Ma non retrocede, quando la Signora dei Veleni, le fa intendere che la Signora della Torre, possa essere una compagnia pericolosa.
L'Apprendista dunque inizia ad incalzare la donna, la interroga su come abbia fatto a comprendere che sia stata lei a darle l'incarico.
E ancora Melisande, cerca di capire che genere di rapporto abbia sviluppato l'Apprendista con Ithilbor.
Ma è una Notte di piccole rivelazioni questa.
Una notte in cui Melisande, aprirà uno spiraglio su quello che è il Suo Segreto.


COMMENTO: Io adoro giocare con lei, non credo serva aggiungere altro. Bravissima lei, splendido il suo pg. Non potevo chiedere di meglio. [SM=g27821]


MOTIVO ASTERISCHI ***

Dunque, Melisande, usa Telepatia su Irina e di seguito quest'ultima potrà vedere gli occhi del Gran Maestro, passare dall'ametista al Rosso fuoco.
Tra i loro discorsi, Melisande le fa capire che anche Ithilbor sia "così".
In poche parole, Irina ha la certezza su entrambe che sono perlomeno diverse da lei. E che questo sia un Segreto da custodire.

Irina naturalmente NONsa che sono Immortali.

Onestamente non sapevamo come comportarci, ovvero se fosse necessario metterla o meno in approvazione.

E' tutto, grazie dell'attenzione [SM=g27829]

REGISTRAZIONE:


IRINA ( II · Vicoli · II ) Tempo, il tempo scorre inesorabile. Quello stesso tempo che come un un acido corrode un passo alla volta, le carni e la mente. Nera è la veste che avvolge il corpo della Custode come un sudario, la spilla di Congrega è sempre lì, appuntata sul petto all’altezza di quel muscolo che è il cuore che continua a pompare flemmaticamente. Pelle d’alabastro e occhi di ghiaccio. Il crine è morbidamente raccolto in una coda bassa che scende giù, sino alle caviglie. Nessuna calzatura ai piedi, essi sono lasciati nudi, liberi di scontrarsi al suolo. Per te, partorita dalla Madre Russia, questo clima non costituisce di certo problema alcuno. Le maniche sono a tre quarti, motivo per il quale, il Marchio Nero, posto sull’avambraccio interno sinistro è ben visibile. L’orl della veste, è lievemente lordato di fango, poiché sei di ritorno dal Cimitero. Immagazzini i pensieri, dando loro un certo ordine nel susseguirsi. Ma essi non ne vogliono sapere, così si accatastano uno sopra l’altro come cadaveri gettati nelle fosse comuni. La Signora dei Veleni, ti ha chiesto di recarti in Piazza, non ha dato motivi, non ha elargito spiegazioni. C’è una certa macabra Poesia, nel far ritorno nel luogo, ove l’hai veduta la prima volta. Tornare nel posto, dove hai incontrato il tuo primo volto, quando ancora non eri altro che una Viandante vestita di stracci. E lei ti ha condotto nella Dimora dei Veleni e da lì, ti ha mostrato una Via, ha conferito alla tua esistenza uno scopo per preciso. Ti muovi sicura tra i Vicoli di Barrington, fiera in quella tua parata funerea. Le Tenebre ti avvolgono come un drappo di seta, i morti accompagnano la tua venuta. Una moltitudine di pensieri rimbombano nel cranio, questioni ed eventi che ti spingono ad una riflessione silenziosa. C’è un cipiglio severo che alberga stagnante su quel volto dai tratti spigolosi che tuttavia conserva e gode ancora di una sua immacolata beltà, se non fosse per quegli aloni scuri sotto gli occhi. Continuerai il tuo incedere lento, anche quando dai Vicoli, ti ritroverai a sbucare sulla Piazza, incurante ancora, di ricercare con lo sguardo la presenza dell’Immortale. C’è ancora il tuo inferno personale e tenerti incatenata ad una realtà distante da quella dei comuni mortali.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] Selene, dall'alto, ti guarda. Ancora. Per la terza volta questa notte tu ricambi li suoi sguardo, con le iridi ametista che sono solo una mera illusione. Così come un'illusione è il resto del tuo corpo, un artificio della mente che si proietta all'esterno: costringi il tuo cuore a battere, imponi alle spalle di alzarsi e abbassarsi come se stessi realmente respirando. E cammini, lenta e regale, davanti all'ingresso della Rocca dei Messaggi. Nulla in te mostra l'ira che si è risvegliata quando hai letto il messaggio di Irina per Rashin. Indossi la veste di Congrega, Nera e Viola. La Spilla di Gran Maestro è posta sul petto, all'altezza del cuore che non batte più. E la spilla di Duchessa è stata sistemata accanto all'altra, perchè altri riconoscerti come membro del Governo. Condizione che forse sta per cambiare. I capelli, moribidi riccioli corvini, scendono come spire lungo la schiena trovando la loro fine insieme alla colonna vertebrale. Indossi un unico monile questa notte e non è il Medagione del Drago ma il Pendolo di Dedalo: una piramide di quarzo color ametista, dono del tuo amante Sayler, prima -ma non ultima- Maledizione. Attraverso i sensi sviluppati che la morte ti ha donato riesci a percepire tutto di chi, attorno a te, vive. E aspetti di percepire l'odore di Irina, aspetti di scorgere nella notte la sua figura. Quando hai letto il messaggio hai afferrato con poca grazia il primo ragazzino di strada per far recapitare alla tua Allieva un messaggio di immediata convocazione. [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza · II ) Abbandonerai i tuoi pensieri, per tornare al reale motivo che ti ha condotta qui, continuerai a procedere, con la testa ben dritta, la postura rigida e fiera di una Nordica, nonostante le minute proporzioni del tuo corpo. Ora nella mente comincia a martellare incessantemente il motivo per il quale il Gran Maestro, ti ha voluta qui. Via via che le distanze si riducono, inizierai a scorgere una figura che si trova nei pressi della Rocca ove vengono affissi i Messaggi. Procederai lentamente verso la sua direzione, non vi è motivo alcuno per affrettare il passo del resto. O forse dovresti Irina? Quando sarai ad un paio di metri dall’eterna, ogni dubbio crollerà inesorabilmente: è lei. **Venom, Gran Maestro** così enuncerai da principio. Resterai in attesa dunque. Attesa che sarà a tratti straziante, sin quando non verrai messa al corrente del perché abbia scelto di incontrarti in Piazza, pur condividendo la stessa dimora. Che sia presagio di infauste notizie? Le dita scheletriche si intrecciano innanzi al grembo, si serrano in una morsa soffocante. Gli zaffiri, resteranno inchiodati sulla sua figura con un certo interesse mista a curiosità. Tuttavia, come di consueto, trovarti innanzi a lei, ti genera un certo turbamento, lo stesso che ti provoca la Signora della Torre. Continuerai a respirare. Non un verbo uscirà più dalla tua bocca, non sino a quando non sarà stata l’Immortale a farlo. Ci sono momenti, in cui le parole ti conducono istantaneamente all’inferno, perché si, le parole hanno una loro valenza. Spesso, sono quelle che ti condannano a morte o ti fanno restare Vivo. Per cui taci Irina, taci perché non è il tuo momento adesso, ma quello della Signora dei Veleni.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] E Irina, infine, compare. Compare da uno dei vicoli, procede lentamente con i piedi nudi che camminano sulle strade della cittadina: non avresti mai fatto una scelta del genere, tu, perfettina che non eri altro. Ne la faresti ora che sei Duchessa e Signora dei Veleni. Non la saluti, non ricambi le sue parole. Ti limiti a fissarla con le tue iridi ametista e fredde, per nulla partecipe di quel silenzio. {Irina cosa vi dissi una delle prime lezioni? Quali sono i motivi per cui qualcuno potrebbe essere espulso dalla Congrega dei Maestri dei Veleni?} Le domandi. Non ci arrivi, Irina? Rocca dei Messaggi, convocazione improvvisa. Tutto troppo strano, perfino per Melisande dei Veleni che ora incrocia le braccia al petto. Troppo, troppo strano. [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Pressi Rocca Messaggi · II ) La Signora dei Veleni, ti punta lo sguardo addosso, i suoi occhi ametista, bucano i tuoi zaffiro. Fino a trapassare la tua persona. Non ci vorrà di certo una mente eccelsa per comprendere che no, qualcosa non va affatto bene. Tu, dal canto tuo, non abbassi lo sguardo, non lo fai mai del resto. Guardare negli occhi le persone, è una cosa che fa paura che mette a disagio. Ti umetti le labbra e il Tempo che intercorre tra le sue parole sembra infinito, sino a quel momento tutto resta sospeso. Ed improvvisamente quando le sue parole andranno a prendere forma, i tuoi occhi andranno istintivamente su quella Bacheca. Ti rendi conto Irina? Ti rendi conto di quale atroce sciocchezza hai commesso? Quel cipiglio severo ora viene spazzato via dall’incredulità e allo sconcerto che si posa brutale su quel volto spigoloso. Le mani si sciolgono istintivamente da quella morsa asfissiante, per andarsi a schiantare sulla testa, i polpastrelli serrano ciocche di capelli in una stretta violenta. Non dici, niente. Non ancora, ti serve il tuo tempo per crogiolarti nella rabbia che provi verso te stessa e in questo, nessuno può salvarti. Nessuno può liberarti dal tuo stesso male. Ti volterai, dando le spalle momentaneamente alla Signora dei Veleni. Provando a ritrovare il tuo contengo, sforzandoti di rindossare la maschera fredda e imperturbabile che ti è stata elargita dalla Madre Russia. [sangure freddo+1] Ti umetterai le labbra. **Ho sbagliato Melisande, non so nemmeno come abbia potuto commettere un atto di tale leggerezza. Non era mia intenzione mettere a rischio la Congrega, a mia discolpa, non so nulla di questo Rashin, non immaginavo fosse un individuo che potesse mettere a rischio la nostra Congrega.** una breve pausa. **Ad ogni modo, non vi biasimerò se deciderete di allontanarmi, mi assumo la mia colpa.** Traspare dell’amarezza dalle tue ultime parole Irina, sarà impossibile non coglierle. Forse la Signora della Torre, avrebbe dovuto metterti in guardia. O tu, semplicemente, saresti dovuta essere più scaltra. **Quello però che desidero Voi comprendiate, è che non c’è stato alcun intento volontario da parte mia nel mettere in rischio la Nostra casa, o i nostri confratelli. Tuttavia, so bene quanto un solo errore può essere sufficiente** sospiri adesso, come se tutto il peso di quella situazione ora volesse piombarti addosso senza possibilità di salvezza.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] La guardi, socchiudi le palpebre a quel suo gesto d'incredulità, di frustrazione. Le lasci il tempo di riflettere, le permetti di parlare. E tu ti prendi il tuo, di tempo. Non per riflettere: hai già riflettuto abbastanza mentre l'aspettavi. La guardi, con i tuoi occhi ametista. {Non sono solita cacciare via i miei allievi al primo errore, Irina. Se l'avessero fatto con me a quest'ora sarei perduta e non sarei di certo la Signora dei Veleni.} Quanti errori ti hanno perdonato? {Ma, Irina, non ho mai messo in pericolo questa casa come hai fatto tu. Rashin è un elfo molto potente che caccia le razze oscure, in combutta con un essere che ha ragione di temere i Veleni. Rashin è pericoloso, Irina.} Sottolinei, ancora una volta. Sottolinei, ancora una volta. {Stacca quel foglio immediatamente.} Le ordini {Da quanto tempo l'hai affisso? L'avrà leto tutta la città ormai.} Non c'è inflessione alcuna nel tono di voce, solo lo sguardo severo di un'insegnante per l'allieva che ha sbagliato. {Irina.} La richimi, aspettando di avere la sua completa attenzione {Devi stare lontana dalla Signora della Torre. Ella ti avvelena la mente con le sue parole, ti fa compiere le stesse azioni sconsiderate che l'hanno portata lontana dai veleni. E' questa la fine che volete fare? Volete essere come lei?} [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Pressi Rocca Messaggi · II ) Pentiti Irina, fai ammenda dei tuoi peccati. Socchiudi gli occhi, mentre atroci parole rivolgi mentalmente alla tua stessa persona. No, non puoi permetterti simili leggerezze. Non tu. Sospiri ancora, perché tutto quel male ora, non lo riesci proprio a contenere. Brama di esplodere in tutta la sua ferocia, scalpita come una belva impazzita iniziando a divorarti dall’interno. Sarà una notte difficile la tua questa Notte che indipendentemente da come vada a finire, non ti salverà dalle punizioni indecenti e dai supplizi a cui abbandonerai il tuo corpo. Guardati Irina, contempla l’inettitudine che hai dimostrato nel momento stesso che hai affisso quel messaggio alla Rocca. Il cervello macina parole che non riescono tuttavia a prendere voce. Restano intrappolate nella gola, aumentando un’ira viscerale e potente. L’ammissione di essere consapevole del tuo errore, non ti fa assumere tuttavia la posa di un agnello pronto al massacro, semplicemente ha maturato in te, la consapevolezza ultima di quanto pericoloso sia stato quel tuo gesto attuato senza aver maturato le dovute precauzioni ed accortezze. Senza valutare tutti i pericoli ma come valutare qualcosa che non si conosce a fondo? Gli occhi, restano fissi sull’Immortale incanali le sue parole. **Il mio gesto, assume una gravità più ampia, considerando che da poco è stata allontanata una Consorella. Solo ora, lo comprendo veramente.** commenti con un filo di voce, indurito da un eco roco, graffiato. Fai un passo verso di lei. **Voi lo conoscete dunque?** inquisisci debolmente. Ti avvicinerai lentamente verso la Bacheca, staccando il foglio, meccanicamente inizierai a strapparlo in tanti minuscoli pezzettini. Ti volterai rapidamente verso di lei quando arriveranno al tuo orecchio le sue ultime parole. **Come sapete che è stata lei a chiedermelo?** gli zaffiri si spalancheranno sulla figura dell’eterna. Stai iniziando a dimenticare Irina le tue parole? O forse c’è qualcosa che ha spinto Melisande a conoscere la verità a tua insaputa? **Quanto sapete di Ithilbor, Melisande? Perché io sento di essermi ritrovata in qualcosa che va aldilà delle mie comprensioni. Eppure, ci sarà pur qualcosa che potrete dirmi per non farmi sentire sempre così distante da tutto. Voi mi avete accolta prima fra tutti in questa città, siete qui a guidarmi come Maestra dei Veleni ma non siete solo questo.** ti fermi, raccogliendo i pensieri. **Non commetterò più un gesto simile Melisande. Ho compreso la gravità del mio errore. E in questo, Ithilbor non ha colpa alcuna per quanto sono certa che ella è una figura singolare.** Taci dunque adesso. Torna nel tuo silenzio, torna a rintanarti nella tua alcova. Che ci sono innumerevoli questioni che lasciano grandi punti in sospeso. Aspetta le tue parole della Signora dei Veleni.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] La guardi mentre si costerna, rendendosi conto del gesto sconsiderato che ha compiuto. La sua costernazione ovviamente tu non riesci a comprenderla: mai un vampiro potrà provare emozioni. Hai perso quel diritto quando hai perso la vita e la cosa non può nemmeno intristirti perchè.. non conosci tristezza, ormai, ma solo il distacco freddo della morte. La osservi mentre parla, senza incertezza. Recupera quel foglio, lo strappa in mille pezzettini. Eppure, Irina, il danno è ormai stato fatto: tutti avranno letto quel messaggio, forse anche Rashin sebbene ancora non si sia mostrato. {Personalmente non lo conosco e, se devo essere onesta, nemmeno vorrei incontrarlo: posso dirti che è un essere molto pericoloso e potente, in grado di far del male.} Cominci. Non è del tutto esatto, ma non è nemmeno una bugia: probabilmente non farebbe del male ad Irina, ma sicuramente farebbe molto male a te che sei Oscura nel cuore, qualcosa che va oltre l'equilibrio e che lo rende meno.. equilibrato. Per citare le Sacerdotesse della Dea. {E non ho la palla di vetro, Irina. Ma ho una mente ancora abbastanza attiva, resistente ai veleni che produciamo: in pochi sappiamo di Rashin e l'unica persona che potresti frequentare è lei. Ho fatto un azzardo e sono stata fortunata. Il fatto, poi, che tu l'abbia appena chiamata Ithilbor e non Melanie m'induce a credere che tra voi sia sorta una.. relazione complessa.} Calmo. Il tono appare calmo: ora sembri essere più tranquilla, meno dura. Ma non sei cordiale, piuttosto direi distaccata. Sì, distaccata rende meglio l'idea. Con un cenno del capo indichi una panchina, quella più vicina alla bacheca: la piazza è vuota, puoi percepirlo attraverso i tuoi sensi immortali. Puoi vederlo grazie ai tuoi occhi estremamente utili nel buio della notte. {Sediamoci.} E' un ordine? Un invito? Non importa, muovi i tuoi passi lenti e cadenzati fino a quella seduta e ti accomodi ul freddo marmo senza avvertire il cambio di temperatura: il calore umano, del resto, non ti appartiene più. che stai cercando di dirmi. [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Pressi Rocca Messaggi · II ) Questa Notte, questa Donna, quel pezzo di pergamena stracciato. Respiri e ti costa una fatica immensa quel gesto. Nonostante l’oppressione al petto, tieni gli occhi zaffiro su quelli di lei. Ti umetti le labbra, pensi di portare via anche la Vergogna che provi in quel gesto? Resti con gli occhi su di Lei, perché pur nel tuo grado d’Apprendista, ti senti più Venefica che Umana. Questa Casa, i Veleni, ti stanno entrando dentro giorno dopo giorno. Cosa saresti senza i Veleni, Irina? Niente, avrebbe più senso. **Non posso tornare indietro Melisande, questo lo riconosco.** Che fare dunque? C’è questa distanza, tra te e il Gran Maestro. Annuisci alle sue parole successive. **Complessa, è il termine esatto.** Ammetti, senza alcuna incrinatura nella voce. **Lei mi ha chiesto di raggiungerla in Torre. E abbiamo discusso a lungo, molto a lungo. Su innumerevoli questioni. In uno dei nostri incontri, ha asserito che potrei essere una Moth. Non so cosa volesse intendere e non ho avuto l’esigenza di chiedere. ** plachi il tuo racconto, mentre ti avvicini lentamente in una delle panchine, assecondando dunque la proposta della Signora dei Veleni. **Non voglio segreti con te Melisande. Mi chiedi di essere cauta, mi chiedi anche di non vederla. Non voglio mentirti. Ma le ho dato la mia parola che non le avrei voltato le spalle. Non voleva mettere in pericolo la nostra Congrega. Piuttosto, voleva che parlassi con questo Rashin. Sosteneva che mi fossi dimostrata durante il nostro incontro, salda nelle mie convinzioni, particolarmente scaltra da riconoscere la brillantezza del pensiero altrui, ma sicura da supportare, nonostante tutto, il mio pensiero. Ma la cosa che l’ha spinta forse, a propormi tale incontro, senza alcuna imposizione era la mia forte critica nei confronti di coloro che si professano paladini del bene, poiché questo non appartiene a questo mondo. E ne sono pienamente convinta. Non conosco la ragione profonda ma il mio aiuto, forse, era assai importante per qualcosa a cui tiene particolarmente.** Fai una breve pausa, adesso. Sei assolutamente serena Custode, mentre le parli. **Mi sto confidando con te e ho bisogno che tu parli con me adesso.** Si, Irina. Queste le tue ultime parole, per poi chiuderti in un silenzio di tomba.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] Eh no, Irina. Tornare indietro non si può: non dopo aver fatto il passo più grande della gamba. Ma l'errore l'hai compreso, Irina? Mai svolgere gli affari fuori dalla Congrega presentando la Casa dei Veleni. Mai. E questo perchè nella Casa dei Veleni anche la più oscura delle belve deve placarsi: anche la Signora dei Veleni si placa quando varca la soglia della porta di Casa. Perchè i Veleni sono casa! Una Non-Vita senza i veleni non avrebbe senso nemmeno per te, Melisande. Se venissi privata dei Veleni semplicemente andresti via, lontano. Altro posto, altra non-vita. Non ti offrirebbe niente di diverso, Barrington. Il titolo di Duchessa non basta per farti vivere in questa cittadina, all'ombra di Avalon. {Irina, Irina cara.} Cominci. Il tono non si ammorbidisce. {Ithilbor non tiene particolarmente a niente e a nessuno. Il suo tradimento per i Veleni ne è la prova: diceva di vivere per i Veleni e invece? Li ha traditi con il Caos, li ha messi al secondo posto. O al terzo. O al quarto. Chissà!} Provi a spiegarle: non è facile spiegare a qualcuno l'essenza Immortale, l'assenza di sentimento senza, tuttavia, rivelare qualcosa che non puoi ancora dirle. O che non vuoi dirle. {Cosa sai dei Moth?} Ed è l'ultima cosa che le chiederai per il momento: ad una domanda diretta, pretendi una risposta diretta. {E se temi che io possa sconvolgermi, davvero non aver paura.} Cerchi d'invogliarla così a parlare: quanto le ha rivelato Ithilbor? Quanta oscurità ha visto in Irina? [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Pressi Rocca Messaggi · II ) L’ascolti, attentamente. Annuendo di tanto in tanto con il cranio. Ti prendi il tempo di rispondere, per organizzare i pensieri, per risollevare dalla polvere l’incontro avvenuto con Ithilbor. Non hai intenzione di tenerla all’oscuro. **Lei ha fatto le sue scelte, inerenti alla Congrega. Ha scelto il Caos e tradito i Veleni. Io ho commesso un errore, grave e ne prendo atto Melisande. Non potrò perdonarmi per questo errore e se ci sarà un prezzo da pagare, hai la mia parola che sarò pronta ad assumerne tutta la responsabilità per proteggere questa casa. Anche a costo della Vita. E non sono parole. Se non posso essere una Venefica, se non posso servire i Veleni, non riuscirei a trovare un senso a questa stessa esistenza. Sono parole le mie e tali restano ma sta certa che se si presenterà l’opportunità di darne seguito, non vedrai in me alcuna esitazione.** C’è durezza nelle tue parole Custode, tu che ora sei non sono l’Ancella dei Veleni. Ma anche Custode di chi ha lasciato per sempre l’esistenza terrena. **Ithilbor voleva che incontrassi l’elfo cacciatore che parlassi con lui della sua lotta personale contro le Razze Oscure. A sua detta esseri che vivono nell'ombra e che passano la propria esistenza alla luce della notte. Che del sole sono reietti e della luna sono prole e seguaci. Volevo che gli dessi una possibilità per convincermi con le sue opinioni. Voleva che mi facessi un'idea in merito a tutta questa distinzione tra il Bene e il Male. Dopodiché, dovevo giungere alla mia decisione ultima su quale parte stare, quale sia il fiume presso cui dovermi infine abbeverare.** taci per un attimo, ridonando saliva alla tua bocca, per poi proseguire nel riferire quanto avvenuto nel tuo incontro con la Signora della Torre. **Lei ha espressamente affermato che non ha alcuna intenzione di mettere in pericolo la mia posizione all’interno della Congrega e che ha rispetto per la mia dedizione in in questa Casa. Il suo intento è stato questo: “Voglio solo che la tua vista si schiuda su qualcosa che non tutti sono in grado di guardare. L'oscurità” Queste sono state le sue parole. Se mi chiederai altro Melisande, non saprei cosa rispondere. Così come non so rispondere su ciò che so e non so dei Moth. Ithilbor per molti versi, mi resta incomprensibile da comprendere.** Riprendi ancora una volta fiato, adesso. Mentre le falangi scheletriche si serrano sul grembo, in una morsa soffocante. **Mi ha chiesto di tornare da lei. E io non lo farò per curiosità o vanità. Quelle cose, hanno cessato d'esistere, quando ho messo piede nella Torre Oscura.** C'è una freddezza glaciale nelle tue parole Irina. La freddezza dei venti del Nord. Eppure, stai aprenod una piccola fessura dove conseti l'accesso a Melisande. Stanotte, più di qualsiasi altra. Non c'è spazio per sentimenti, emozioni, o quant'altro. Ma di fedeltà. Fedeltà che forse Melisande riuscirà a comrpendere solo adesso. Capendo che la Signora della Torre, forse, ha visto in Irina, qualcuno idoneo nel tentativo di proteggere quel Segreto, di cui anche la Signora dei Veleni è schiava: Sangue e Immortalità.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] Annuisci alle prime parole di Irina. {Verrà il momento in cui dovrai dimostrare la tua fedeltà alla Congrega: quel momento, prima o poi, viene sempre. Per questa volta ci passo sopra, Irina. Come dico sempre, se non mi avessero dato diverse possibilità quando ero Apprendista o Erborista o ancora Laboratorista io non sarei seduta sulla poltrona più imbottita della casa dei Veleni, non sarei la Guida che sono ora.} Guida. Si. {Ma la gravità di questa tua azione non ti concede ulteriori possibilità di errore. L'hai capito, mi sembra: non lo rifarai più, lo vedo.} Tu non vedi oltre te stessa, Signora dei Veleni. E non Credi nell'umanità visto che sei divenuta Immortale. {Tu credi, quindi, nell'esistenza di questi esseri che rifuggono la luce del sole e venerano la Dea della notte? Credi che possano esistere queste famose ''Razze Oscure'' che questo fantomatico elfo combatte?} Le chiedi. Anche tu, come Ithilbor, metti alla prova Irina. {E credi nell'Oscurità? Nella totale assenza di Luce?} Quante domande, Signora dei Veleni per Irina, l'Apprendista dei Veleni. Ora il tono è più partecipe, meno distaccato. Forse si anima di una punta di curiosità. E Melisande ti osserva con i suoi grandi occhi ametista, colore delle pietre preziose. Sono grandi su quel viso esangue, circondati da pesanti occhiaie violacee che sono segno distintivo di coloro che seguono i veleni. Le mani sono intrecciate tra loro su un grembo che ha conosciuto la vita ma che ora è sterile. L'unica progenie che potresti avere, Vedova Nera, prenderebbe il nome dei Moth. [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Pressi Rocca Messaggi · II ) Ci sono due donne, in questa piazza. La stessa Piazza, in cui l’Eterna ti ha trovato. Ti ha condotto nella sua Casa e tu ora ne indossi l’effige. Coincidenze? No, i tuoi passi, quelli che continui a marcare, in un modo o nell’altro, non fanno che farti restare più vicina a lei. C’è di più, molto di più. **Ti ringrazio per questa tua scelta.** commenti asciutta ma un filo di gratitudine non esiterà a palesarsi, adesso. **Più vado avanti, più questa città continua a stupirmi Melisande. Ithilbor stessa, mi ha confessato che ci vogliono occhi adeguati per guardare l’Oscurità.** ti umetti le labbra, adesso. figlia di Russia. **Tutto ciò che non si mostra nella sua totale interezza, porta con sé il beneficio del Dubbio, non siete d’accordo Melisande?** Ti schiarisci la voce, resta roca, dura, decisa. La guardi, con una determinazione assoluta. Autentica. Vera come questo corpo che siede accanto all'Immortale. **Posso dirvi senza indugio Melisande, che io non credo nel Bene Assoluto, nè in coloro che lo professano con estrema devozione. Così come nutro una certa avversione verso chi, si manifesta come Colui che è intenzionato ad estirpare questo ipotetico male. Riflettete Melisande, chi dice di uccidere, chi commette quegli stessi atti non è forse Assassino, allo stesso modo. La differenza è solo, nella motivazione che ci raccontiamo tra le mura della nostra stanza. Esiste poi la Morale. Certamente. Ma io non sarei la persona più adatta con cui discuterne. Il Bene Assoluto, è utopia. E' una bugia. Non siamo tutti pronti ad accogliare con mani amorevoli gli altri esseri. Io almeno non lo sono, altrimenti avrei intrapreso un altro cammino, senza dubbio.** Resti in silenzio adesso, sprofondando in alcune considerazione che per il momento, no, non serve condividere con il Gran Maestro. C'è un Tempo per tutto. Per te, ha solamente una scadenza, a differenza della donna che ti sta accanto. **Resterò fedele ad Ithilbor, perchè so che è la strada giusta, così come resto fedele a te Melisande, sia con o senza la tua effige.** Sono la tua famiglia, queste donne. E ad ognuna di loro, devi molto, per ragioni differenti. E che forse, a vicenda, ignorano l'una dell'altra. Ma tu sai Irina ed è questa la sola cosa che ha importanza. E l'Eterna, imparerà a comprenderlo, assieme a Te.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] Tutto è iniziato in piazza, è vero, con una bambina abbandonata e ferita che è stata recuperata e condotta nella Casa dei Veleni. Mamma. Figlia. No, non di sangue. E nemmeno di anima. Melisande non sa più cosa sia amore, cosa sia famiglia. Ha una figlia. Qualcuno l'ha vista ultimamente? Sicuramente non lei. Beneficio del Dubbio. Che fine ha fatto Dhaanna che dei veleni doveva vivere? Quando ancora la cullavi nel tuo grembo pensavi a lei come al tuo futuro, il sangue immortale del tuo sangue umano. Una piccola mezzedrow dai capelli bianchi, la pelle d'ebano e due gemme ametista su un volto perfetto. Il tuo. Eppure tutto è mutato. Una scelta sbagliata ti ha fatto seguire Melanie-Ithilbor quella notte e il Gran Maestro dei Veleni è divenuto un immortale. Ma questa è un'altra storia. Torniamo in piazza, con Irina. Torniamo all'allieva. La guardi, ti avvicini a lei spostandoti su quella fredda panchina di marmo. {E Ithilbor ha ragione, Irina.} Affermi, dopo il suo messaggio. {Ci vogliono occhi adeguati per guardare l’Oscurità, occhi aperti all'oscurità. Solo la Luce della Dea può scorgerla o.. è l'oscurità stessa a scorgere l'oscurità se questa non vuole mostrarsi.} Aspetti che siano i suoi occhi a guardare i tuoi, rimanendo cocciutamente in silenzio in attesa di questo. Intorno a voi la piazza è ormai vuota, l'ora è tarda, molto tarda e l'alba comincia ad incombere sul vostro incontro. Mancano ancora diverse ore al tramonto di Selene, eppure riesci a percepire con chiarezza il suo approssimarsi. Chiamiamolo pure l'orologio biologico da immortale. Diciamo pure che dopo la Morte Ultima ci sarà la Dannazione Eterna e nessuno dei Moth vuole raggiungerla prematuramente. Solo quando l'Apprendista dei Veleni avrà puntato il suo sguardo raffiro nel tuo ametista avverrà qualcosa di straordinario. La tua mente parlerà direttamente alla sua: le tue parole rimbomberanno nella mente dell'Ancella dei Veleni, Custode del Cimitero, senza l'ausilio delle labbra. *E tu, Irina, sei mai riuscita a guardare oltre la mia apparenza? Sei riuscita a scorgere l'oscurità che si cela dietro un velo di... illusione?* [Veggenza II - Telepatia --> Irina] E poi, senza lasciarle il tempo di comprendere quel che sta per accadere, avverrà anche la mutazione: gli occhi, all'improvviso, diventeranno rossi come quelli di un demonio, rossi come il sangue. Le permetterai di scorgere solo questi, con un notevole sforzo della tua volontà. Nessuna pelle morta e cadente, nessun canino. Solo un paio di braci ardenti. [Volontà liv3] E' ora che tu sappia, Irina. [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Pressi Rocca Messaggi · II ) Immobile, restando a guardare immagini del corpo della Signora dei Veleni. Scelte, non per tutti assumono la colorazione di uno sbaglio. Osservi Melisande, scruti con minuzia la stessa donna in cui si imbatterono i tuoi occhi, per la prima volta. Eri distrutta e affamata dal viaggio, non avevi più nulla se non una manciata di stille di rabbia e la volontà di vedere in quelle braccia, la possibilità di un nuovo Principio. Le persone se ne vanno, le persone muoiono. Che cosa ne resta poi, se non ricordi che a lungo andare andranno a sbiadirsi? Gli zaffiri che con il tempo, sembrano perdere impulsi di Vita ma trovano la forza di animarsi in quella Casa, altresì innanzi a Melisande o Ithilbor. Annuisci con il cranio alle parole dell’Immortale. Oscurità. Quante volte hai udito questa parola da Ithilbor ed ora dal Gran Maestro? Le labbra non si schiudono ancora per proferire parola alcuna. Lasci che sia lei a condurre, permetti alle sue espressioni di entrarti nei meandri della mente. Cerchi i suoi occhi ametista, gli stessi in cui ti sei tuffata innumerevoli volte. E poi, ecco che nella tua mente, iniziando a rimbombare le sue parole. Non era già successo qualcosa del genere al Nero Obelisco, Irina? Ma non c’è tempo adesso per riflettere su questo, piuttosto sono le sue parole a costringerti a restare inchiodata a lei. **La rappresentazione è stata evidentemente eseguita con sapiente maestria.** Commenterai in un sussurro roco. Ma di seguito proseguirai nei tuoi pensieri : “C’è sempre stato altro, ma io l’ho potuto solo immaginare. Tu non volevi farmi vedere.” Questo è quanto. Perché avrebbe dovuto? Che senso avrebbe un Segreto, se venisse gettato in pasto alla folla? Sarebbe ancora un segreto? Certo che no. E adesso i tuoi zaffiri, vedono quelli ametista di lei, prendere la colorazione delle fiamme dell’Inferno. Quella mutazione la osservi in silenzio, con le mani sul grembo e la compostezza di una sovrana e il volto impassibile elargito dalla Madre Russia [sangue freddo+1] Solo un sussulto del cuore, andrà a insozzare quella muta rivelazione. Non arriveranno domande, non ora. Resterai a contemplare con i tuoi zaffiri i suoi color del Sangue.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] Dovresti forse ringraziarla per quella specie di complimento? La "rappresentazione", come lei la definisce, è sopravvivenza. Potrai, forse, fare in seguito un confronto tra la reazione di Irina e quella di Erinn. La prima è decisamente più votata all'oscurità della seconda, più incline ad accettare la negazione della Vita. Non che questo ti fosse sfuggito, sia mai. La non elasticità di Erinn che si contrappone, perfettamente, a Irina e alla sua visione aperta della Morte, quasi conciliante con essa. I pensieri superficiali di Irina invadono la tua mente come onde che poi si ritraggono nel silenzio. Sembra quasi accusarti, Irina, della tua mancanza di fiducia nei suoi confronti. Tutto qui? Nessuna crisi isterica? Nessun pianto? Nessun urlo? *In un mondo che vive all'Ombra della Dea, Irina, gli Immortali non sono liberi di esprimersi.* Commenti in questo modo le sue parole *Coloro che sono Morti e Ritornati frammentano l'equilibrio che tanti, troppi, cercano per questo mondo.* Queste sono le parole che concedi alla sua mente, non permettendo ad anima alcuna di udirle: solo Irina ha questo privilegio, solo questa notte. Forse per altre notti a venire. *Melisande D'evreux di Shahrizai, Settimo Gran Maestro dei Veleni e Vedova Nera dei Moth* Moth. Ancora Moth! Per sempre Moth. E quindi, Irina? *E Rashin, Ancella dei Veleni, di tutti è il primo che vuole distruggere coloro che distorcono l'equilibrio.* [Veggenza II - Telepatia --> Irina] Ancora gli occhi sono Rubini, pietre preziose che manifestano una natura diversa da quella umana: ti sforzi per permettere quel teatrino, mantenendo il tuo corpo umano e solo gli occhi immortali. [Volontà liv3] [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Pressi Rocca Messaggi · II ) Come se le lancette improvvisamente avessero cessato di scandire inesorabile lo scorrere del Tempo e tutto fosse avvolto in una quiete Immobile. Innanzi a te, siede la donna con gli occhi di fuoco, è la Signora dei Veleni, è Melisande. E’ colei che ti ha portato dai Veleni. Tra gli stessi esseri umani, esistono differenze, peculiarità che ci piegano. La Custode, rielabora e riavvolge gli incontri avvenuti con il Gran Maestro, fa riaffiorare alla mente le sue parole, i suoi discorsi, i suoi moniti. Non stacchi chi occhi da lei. Certe risposte, prima di giungere, hanno bisogno dello stesso Tempo, che scandisce in quotidiano di ogni essere vivente. Non esiste una regola precisa, né un tempo Standard a cui attenersi. Varia a seconda della situazione e della persona. Quello a cui stai assistendo Irina, è una panoramica sottile, di quello che è realmente la Signora dei Veleni. Eppure, l’accogli senza pregiudizi, senza crisi, senza pausa. Solo un doveroso timore, misto ad un desiderio di avere responsi, un passo alla volta. Che altre reazioni si sarebbe dovuta aspettare da te? Ed ecco che le sue parole, tornano a risuonarti nella mente, questa volta, le accogli con maggiore consapevolezza. Tornando a strutturare pensieri, lì dove si insinuano le parole dell’Immortale: “Non c’è da fidarsi delle Religioni né tantomeno dei suoi seguaci.” E poi, di nuovo le sue parole, tornano a farsi spazio nella tua mente. E ancora Moth. Moth. “Anche Ithilbor.” Eccolo. C’è un legame più forte che lega la Signora dei Veleni e la Signora della Torre. Cominci a mettere i tasselli in ordine. **Perdonami.** Queste sono le uniche parole che riecheggeranno nell’aria. E poi, la mente tornerà a riflettere, Melisande non è solo il Gran Maestro dei Veleni. Lei, è ancora la Vedova Nera dei Moth. Adesso lo sai Irina. Irina, dovrà andare da Ithilbor, dovrà recarsi da lei. Questo Segreto, queste immagini, le dovrai custodire con coscienza. Perchè Ithilbor ti ha scelto per quell'incarico? Non sai darti una responso per questo, ed è la Ragione che ti riporterà a scontrarsi con quella Donna. E' solo questo il motivo Irina? Resti in silenzio adesso. Lasciando che il tuo volto resti fermo sull'Eterna. Non c'è altro da aggiungere questa Notte. Per la Custode dei Sepolcri e la Vedova dei Moth, c'è solo un Silenzio che avvolge entrambe come un drappo di seta e mute rivelazioni, che adesso, trovano lo spazio per venire fuori.

MELISANDE [Piazza, Pressi Rocca dei Messaggi] Annuisci. {Anche lei.} Ritorna la tua voce ad allietare le mura degli edifici che circondano la piazza. Non le rivelerai il grado di parentela che lega te e Ithilbor dei Moth. Shhhh. Silenzio, per il momento. Tacete, ora. Si ritrae la tua mente dalla sua, non coglie più pensieri. E gli occhi ritornano ad essere quelli ametista che Irina ha conosciuto quella notte sempre qui, sempre in piazza. Lentamente ti sposti da lei, lasciandole lo spazio vitale per riflettere e meditare su quanto è accaduto questa notte. Una lunga notte, quasi infinita. Sempre lentamente, poi, ti sollevi con il frusciare di vesti che segue ogni tuo movimento. Esegui anche la perfetta imitazione di un sorriso, come quando una mamma sorride alla figlia che sta diventando grande e che sta comprendendo che il mondo non è il posto giusto, onesto e corretto che ella pensava. In questo mondo c'è così tanta Oscurità, Irina, che rischia di collassare. {E non hai visto niente, bambina.} L'apostrofi mentre, in piedi, da osservi dall'alto. {Andiamo, torniamo dai Veleni.} La inciti, quindi muovi qualche passo lento, per farti raggiungere dall'umana, prima di camminare più rapidamente. La notte, si sa, non è poi così infinita come ci vuole far credere e i raggi del Sole incombono su di voi. Apollo sta per comparire, la fine del tuo giorno, Melisande, è giunta. [Tenebra I - Veggenza I]

IRINA ( II · Piazza ›› Casa Veleni · II ) L’Ancella dei Veleni, non mostra una sbavatura sul volto, né preoccupazione, ansia o qualsiasi altro sentimento si potrebbe intravedere su un viso che non conserva i tratti tipici del Nord e la sua cupa freddezza [sangue freddo+1] sebbene la mente, sia inevitabilmente un tripudio di informazioni, consapevolezze e ragionamenti. La Custode del Cimitero, non è altro che questa. Consacrata ai Veleni, con una Devozione singolare per la Morte. **Anche lei.** Fa un eco questa volta morbido la tua voce alle parole di Melisande. Gli occhi dell’Eterna, tornano ad essere quelli familiari in cui sei incappata più e più volte. Tornano ad essere quelli di sempre, gli stessi che si mostrano al resto del mondo. Non ci sono più le sue parole nella tua mente, è andata via. E’ tornano tutta nella sua parvenza di normalità, in cui non c’è spazio per occhi di Demonio. Si alza infine, l’Immortale, andandoti a lanciare un sorriso. Chissà perché ma è quello a procurarti un tonfo del Cuore. Si va a schiantare nella tua Anima, per poi svanire nella consueta spirale dei ricordi. Ma è un attimo, in cui ella ti apostrofa in quel modo. E al suo invito, il tuo corpo si solleverà senza alcuna esitazione. **Si, torniamo dai Veleni.** Torniamo assieme nella nostra Dimora. Che le Tenebre stanno lasciando il posto alla Luce. E tu, l’affiancherai, vicina come mai prima d’ora hai osato. Guardandoti attorno guardinga nei Vicoli. I ruoli per un breve lasso di tempo si sono invertiti, sei tu a voler proteggere la Signora dei Veleni, Irina? Il sipario si chiude, la rappresentazione è ufficialmente volta al Termine. La Vedova dei Moth si è palesata a te questa Notte. L’ultima occhiata la getterai lì dove si trova il Nero Obelisco. Lì, dove ti attende la Signora della Torre. In un modo o nell'altro, finisci sempre per ritrovarti tra le braccia di queste due donne. La tua famiglia, tra Veleni e Immortalità. Le hai scelte dal Principio. Sono loro che hanno assunto il significato astratto e conto di famiglia. In un modo o nell'altro. Ma questa è un'altra Storia.
Nadine ~
00venerdì 27 novembre 2015 10:59
Qualche anima che mi chiuda quel maledetto codice del corsivo.
Mannaggia a me!
[SM=g27826]
ALIAS.ALIAS
00sabato 28 novembre 2015 11:34
Credo sia lecito approvare che

Dunque, Melisande, usa Telepatia su Irina e di seguito quest'ultima potrà vedere gli occhi del Gran Maestro, passare dall'ametista al Rosso fuoco.
Tra i loro discorsi, Melisande le fa capire che anche Ithilbor sia "così".
In poche parole, Irina ha la certezza su entrambe che sono perlomeno diverse da lei. E che questo sia un Segreto da custodire.



di certo Irina potrà pensare che ci sia qualcosa di perlomeno dubbio nella natura di Melisande e di Ithilbor, cosa sia starà a lei scoprirlo, le ipotesi sono molte e solo l'on stabilirà se comprenderà la giusta via da seguire.

Il messaggio da togliere dalla rocca quale sarebbe?

Nadine ~
00domenica 29 novembre 2015 19:45
Il messaggio in cui irina chiede un incontro con l'elfo cacciatore Rashin!
Grazie mille [SM=g27811]
ALIAS.ALIAS
00lunedì 30 novembre 2015 18:15
Il messaggio era questo


IRINA
(28/09/2015 18.38.52)

{Una pergamena viene affissa alla Bacheca. La scrittura è curata, ordinata. }

Rashin,

Chiedo a Voi udienza.
Ci sono questioni con cui intendo discutere con la vostra persona.
Mi troverete alla Casa dei Veleni.
Attenderò lì, la vostra risposta.

Irina
Ancella dei Veleni

Irina



considerata la data di affissione è considerato conosciuto da tutta la land anche se ora è stato tolto.
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