Il dio ignoto

Claudio Cava
00sabato 26 novembre 2011 17:10
Considerazioni finali sulla vicenda cristologica


Eccoci giunti al termine della nostra breve rassegna di dati salienti riguardo le basi formative del cristianesimo, con la quale abbiamo illustrato i perché che stanno alle fondamenta della creazione di questo utensile di controllo e le sue fonti. Abbiamo visto che tutto quanto era noto e seguìto nel mondo "pagàno", continuò a persistere in quello cristiano: l' affresco che ne risulta è tale da sconfessare ulteriormente, sia dal punto di vista storico che dossologico, quel che il sentimento d' umanità divinizzata riesce a perpetuare contro ogni evidenza, al punto che — come detto varie volte — il cristiano è disposto a sorvolare persino sull' esistenza di dio, purché si possa credere che Gesù sia stato quantomeno un super-saggio illuminato accorso in aiuto dell' umanità.

Quel che possiamo dire con certezza è che uno strumento del genere non è stato costruito da gente qualunque, e non certo per ispirazione divina: esso è il frutto di uno studio a tavolino deliberato e premeditato, perpetrato fin nei dettagli più minuziosi (oseremmo dire, subliminali) da parte di qualche abilissima mente politica supportata da mitografi di prim'ordine, tali da trasformare con quattro colpi di penna la figura di un estremista in una remissiva vittima del potere stesso che egli avversava, per giunta con l'aggravante di renderlo un dio tale da essere seguìto dalle masse, di modo da imporlo come modello d'acquiescenza comportamentale. Questa è l'unica caratteristica "divina" del cristianesimo: il resto è il frutto di una mente talmente diabolica, da far impallidire Satana in persona.

Sennonché, come si suol dire, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: non è possibile perpetrare una mistificazione all' infinito, e per questo motivo, come accadde ai tempi di Costantino, è stato necessario soffiare costantemente sotto questa pesantissima piuma sino ad oggi, con costi estremamente gravosi sia per il paese che ospita il cuore di questa superstizione che per il mondo intero con cui essa si arroga d'interagire nella pretesa d'essere "la via, la verità e la vita", sostituendo più discretamente le diocesi alle legioni.

Ci preoccupa una cosa soltanto: che coloro i quali traggono "forza" da simili assurdità, da una trasposizione di arcaismi astrali travisati, non riescano a capacitarsi dell' evidenza dei fatti. Le classi religiose sono scagionate da qualsiasi responsabilità a breve termine, poiché esse rispondono a una domanda che viene dalle masse vogliose di credere in cose che, in fondo, non sono mai state demistificate e spiegate a cagione dello stolido ostruzionismo che hanno incontrato, chiudendo ancora una volta il cerchio alla fonte; i sacerdoti non hanno colpa delle loro inclinazioni, né del fatto d'aver equivocato per cose divine — sia come classe che come esseri umani — simili artifizi amorali. Di contro, gli uomini di cultura e soprattutto i politici non sono scagionati; siano essi informati a una dottrinalità cattolica o meno, hanno tutta la piena responsabilità della perpetuazione di simili inganni indiretti, con l'acquiescenza alla mentalità dell'homo probus e la continuazione di uno status d'ignoranza ancestrale equivocato per fini di "necessità".

Siamo consci del fatto che tutto ciò potrebbe sembrare incredibile e sconvolgente per coloro i quali si accostano al dubbio per la prima volta, specie qualora rapportato all'apparente linearità e semplicità del racconto evangelico, il che ne costituisce per l'appunto il punto di forza: ripetiamo, potrebbe sembrarlo sia perché siamo stati abituati a vedere la cosa da una prospettiva inveterata, sia perché il discorso è estremamente intricato e riguarda nozioni molto difficili da digerire per i "profani".

Si avverte una sorta di sfasatura tale che, per la mente non preparata e sin troppo assuefatta a certe "verità", potrebbe portare addirittura ad aggrapparsi vieppiù tenacemente a queste ultime, per timore di poter assumere una svolta abbracciando tesi opposte, così come in fondo era stato previsto dal dio incarnato. "Più ci attaccate, più crediamo"; in fondo, alla "fine dei tempi" il Mentitore sarà smascherato dal "mite agnello", tornato a cavallo di una nube di fuoco a mietere il risultato dei suoi "insegnamenti".

Può mai la gente dubitare, quando immagina che da un momento all'altro potrebbe assistere a scene del genere, condite da bestie apocalittiche, cadaveri che resuscitano, catastrofi immani e spietati giudici ultraterreni? Non può dubitare, anche perché è stato previsto pure che "negli ultimi giorni" verranno degli "schernitori beffardi", a chiedersi come mai l'apocalisse non è ancora venuta, dopo due millenni di assidue minacce: né si sa quando verrà, dato che "solo il padre conosce il giorno e l'ora", per quanto prima o poi potrebbe giungere "come un ladro nella notte". Del resto, la chiesa esiste anche per perpetuare la certezza della fine, e soprattutto per pregare il buon Padre Eterno affinché si mostri indulgente nei confronti delle sue fallaci creature, magari cambiando i proprii piani per l'ennesima volta, procrastinando l'apocalisse a data da destinarsi finché la sua infinita pazienza reggerà.

La cosa curiosa è proprio che il cristianesimo ha sempre incontrato delle forti obiezioni sin da quando esiste, ma si è parato le spalle dicendo che Gesù avesse previsto l'avversione dei "materialisti"; quindi, il dio incarnato, conscio della grandezza dei suoi "insegnamenti", non ha visto di meglio che prevedere la perversa azione di Satana anziché attestare agli uomini una volta per tutte che esistono tanti modi affinché la verità trionfi, ma va da sé che in tal modo l'esempio di sofferenza non avrebbe avuto alcun senso.

Schiere e schiere di studiosi si sono succeduti alla ricerca della verità di Pilato, e nelle pretese dei credenti hanno tutti lasciato il tempo che trovano: la loro voce è svanita dietro quella "profezia" e sotto la voglia di credere, pilotata da un bene di facciata disteso a cortina di due millenni di stragi, prevaricazione e mendacio nella pretesa che questo sia l'unico "strumento" per rendere "ragionevole" il "volgo profano". Per cosa, ci chiediamo? Per testificare la grazia versatile?

Siamo oltremodo consci del fatto che lo sforzo per accettare queste evidenze sia direttamente proporzionale al bagaglio cognitivo di chi le riceve, ed è anche questo il motivo per cui gli esegeti e gli apologeti onesti e corretti confidano nell'esclusività di studi su un mero mito, non esitando ad esaltarsi pur nel caso in cui dovessero constatare la straordinarietà dialettica di simile costrutto.

Pur potendo ammettere che quanto da noi esposto sia privo di errori a margine e corrisponda alla mera realtà fattuale, essi stessi non possono andare oltre la formazione d'offizio e il giuramento d'obbedienza al pontefice, cosicché potrebbero non capacitarsi dei legami; chi ci riesce, non può fare altro che richiamarsi a qualche escamotage per difendere la "unicità" della superstizione che ha forgiato la sua "personalità" e che gli dà il pane quotidiano. Del resto, l'ingranaggio è oramai avviato da due millenni, perché si possa credere che sia possibile smantellarlo; tanti ci hanno provato, "ma hanno tutti mangiato la polvere", come diceva sua eminenza Desmond Tutu.

Il lettore si sarà sicuramente accorto dell'intrinseca complessità dell'argomento, del modo in cui i dati risultano innestati l'uno dentro l'altro come una scatola cinese, complici anche le "estensioni" liturgiche e ideologiche che i teologi hanno ricavato dai vangeli, per giunta appoggiandosi a nozioni appartenenti a epoche lontane e sepolte dalle armi dei nuovi venuti. Noi stessi, nel preparare questo dossier, abbiamo dovuto semplificarlo e ridurlo all'essenziale onde evitare che il lettore digiuno di determinate basi avesse potuto disperdersi nei meandri di un mito costruito ad arte da qualcuno che padroneggiava queste nozioni con una maestria diremmo preoccupante: non che siamo stati incapaci di strutturare il discorso in maniera più omogenea e sequenziale, ma è l'argomento stesso a richiederlo. Ragion per cui, chiediamo al lettore di scusarci qualora tutto ciò potesse apparire "troppo poco", indipendentemente dal fatto che nessuna prova in contrario potrebbe essere recepita come probativa agli occhi del fedele, qualsiasi sia la sua corposità e lo stile con cui viene proposta.

Ci sentiamo veramente costernati del fatto che abbiamo dovuto adattare un progetto di oltre mezzo migliaio di pagine (e, quel che è peggio, strutturato più linearmente di quanto non ci è stato possibile fare in questa edizione rielaborata per internet), ma è stato giocoforza: data l'estrema differenza che sussiste tra leggere su un foglio di carta e su un monitor elettronico, avremmo annoiato oltremisura il lettore, qualsiasi stile e struttura avessimo dato alla compilazione. È la noia che proviene da argomenti eterei ed artificiosi: noi stessi l'abbiamo avvertita, ma non abbiamo potuto far altrimenti che andare avanti e completare ad ogni costo l'obiettivo intrapreso, sebbene in fondo tale "noia" è solo l'effetto della discrepanza tra la "semplicità" di ciò che il "volgo profano" ha imparato ad assimilare dalle prediche e a leggere da pagine apparentemente semplici, nonché la complicata realtà dietro questa semplicità apparente. L'hanno avvertita pure quegli archeologi, storici, psicologi, sociologi ed antropologi che da ogni parte del mondo hanno contribuito alla sua demistificazione. Così, abbiamo deciso di integrare questi brevi dossiers con degli estratti dal master di cui sopra, contando nella diffusione di internet, la "voce dell'anticristo", a tratti comunque apprezzata anche dalla chiesa quando si tratta di diffondere la parola di "dio".

Preghiamo dunque il lettore di non giudicare preconcetta questa nostra conclusione: conosciamo l'essere umano, e quel che è peggio conosciamo le superstizioni e il modo in cui esse agiscono facendo leva sulle sue debolezze. Desidereremmo, quindi, che questo nostro sforzo sia, se non elogiato, quantomeno non certo vilipeso o sottovalutato; ragion per cui, qualora vi chiedeste che fare pur dopo aver letto tutto ciò, state certi che questo sarà un indizio del fatto che avrete capito ben poco dei segreti di pubblico dominio che non abbiamo già "scoperto", bensì semplicemente fatto riaffiorare all'evidenza della vostra percezione e soprattutto della vostra memoria.

www.alexamenos.com/index.php?itemid=90&page=1
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