James Blunt 'ha fermato la terza guerra mondiale'
Dopo la seconda, conclusasi ufficialmente l'8 maggio 1945 con la resa delle ultimissime sacche di resistenza tedesche, avrebbe potuto esserci la terza. Ma per fortuna è arrivato James Blunt e l'ha scongiurata. La terza guerra mondiale non è scoppiata grazie al fragile cantore di "You're beautiful". Come riportato dall'agenzia Ansa, nel 1999 Blunt era un ufficale di Sua Maestà e, in tale anno, si rifiutò di obbedire al generale statunitense Wesley Clark che gli aveva ordinato di attaccare un battaglione di 200 soldati russi. "Ero l'ufficiale responsabile di una truppa di uomini dietro di me", ha detto James, secondo il quale aveva ricevuto dal generale USA l'ordine di attaccare dei soldati russi che erano arrivati prima degli inglesi presso una pista di atterraggio. "Le conseguenze pratiche di questa decisione politica sarebbero state un atto di aggressione nei confronti dei russi", ha sottolineato il musicista. Blunt non si sentiva di affrontarli, ma il reggimento dei paracadutisti che si trovava insieme a lui era "pronto a dare battaglia". "Ci sono cose che si fanno sapendo che sono giuste e cose che ti senti invece che sono assolutamente sbagliate. Questo senso di giudizio morale viene inculcato nella testa a noi soldati dell'esercito britannico" ha ricordato Blunt, sempre secondo quanto riferisce Ansa, sottolineando che avrebbe disobbedito
all'ordine anche se a rischio di finire di fronte ad una corte marziale. Per fortuna, prima che la situazione degenerasse, il generale Jackson intervenne. "Le sue parole esatte furono: 'Non voglio che i miei soldati siano responsabili di aver dato inizio alla Terza guerra mondiale' e ci disse: 'Perché invece non proseguiamo sulla strada e circondiamo la pista?'", ha raccontato Blunt, dicendosi "assolutamente" sicuro che se le cose fossero andate diversamente le conseguenze sarebbero potute essere disastrose. James Blunt sta promuovendo il suo nuovo album "Some kind of trouble", che ha appena debuttato al numero 4 nelle classifiche del Regno Unito
fonte: rockol