La Fontaine

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ariadipoesia
00sabato 25 settembre 2004 08:42

Il pesciolino e il pescatore



Sappiamo tutti che i pesciolini cresceranno e diventeranno più grossi purché Dio conceda loro di vivere abbastanza per arrivarci; ma lasciarseli sfuggire in attesa di ciò, ritengo sia una pazzia bella e buona, perché non si è affatto certi di riacchiapparli al momento giusto.
Un carpioncino, ancora di minuscole proporzioni, fu preso da un pescatore in riva al fiume.
"Tutto fa numero- disse l'uomo, guardando il suo scarso bottino - anche questo è meglio di niente e può servire da frittura per la cena: riponiamolo dunque con cura nel cestello".
Il povero carpioncino gli si rivolse allora, parlando come poteva nel suo linguaggio:
"Che contate fare di me? Non vedete che posso tutt'al più bastare per un mezzo boccone? Lasciatemi diventare adulto, poi mi ripescherete e mi potrete vendere a caro prezzo a qualche ricco signore per la sua tavola. Se mi teneste adesso, dovreste mettervi a cercarne almeno un centinaio della mia misura per allestire un piatto appena appena decente, date retta a me, appena appena decente".
"Va bene, va bene - borbottò il pescatore - simpatico pesciolino che sapete predicare tanto bene; per conto mio intanto vi butterò in padella e, dite pure quello che volete, vi farò friggere questa sera stessa".
Meglio un pesciolino oggi che due pesci domani, perché questo almeno è sicuro e gli altri non lo sono.

LA FONTAINE
ariadipoesia
00sabato 25 settembre 2004 09:01
la cicala e la formica
L'estate passava felice per la cicala che si godeva il sole sulle foglie degli alberi e cantava, cantava, cantava.
Venne il freddo e la cicala imprevidente, si trovò senza un rifugio e senza cibo.
Si ricordò che la formica per tutta l'estate aveva accumulato provviste nella sua calda casina sotto terra.
Andò a bussare alla porta della formica.
La formica si fece sulla porta reggendo una vecchia lampada ad olio.


- Cosa vuoi? - chiese con aria infastidita.
- Ho freddo, ho fame….- balbettò la cicala.
Dietro di lei si vedeva la campagna innevata. Anche il cappello della cicala ed il violino erano pieni di neve.
- Ma davvero? - brontolò la formica - lo ho lavorato tutta l'estate per accumulare il cibo per l'inverno. Tu che cosa hai fatto in quelle giornate di sole?-
- Io ho cantato!-
- Hai cantato? - Bene… adesso balla!-
La formica richiuse la porta e tornò al calduccio della sua casetta, mentre la cicala, con il cappello ed il violino coperti di neve, si allontanava, ad ali basse, nella campagna.

LA FONTAINE

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