Liandrin

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Liandrin
00lunedì 18 aprile 2011 09:16
Liandrin Delois

Altezza: 165 cm.
Occhi: Verdi.
Capelli: Biondo cenere.
Descrizione fisica: Magra ma muscolosa. Proporzionata ed armonica. Spalle larghe ma non imponenti.
Descrizione Caratteriale: Totale mancanza di empatia.
Allineamento Morale: Legale Malvagio (Il Dominatore).
Terre di Provenienza: Barrington.
Eventuali Parentele: Chandra Delois (sorella), ex Tuor dei Cavalieri dei Draghi. La Player di Chandra (cioè io) approva.

Skill richiesta da BG: Esperienza Armi da Guerra Leggere Liv. 1.

BackGround:

Ho delle grosse difficoltà a comprendere il potere della Dea. Probabilmente avrei dovuto frequentare il tempio un po’ di più: lo ammetto. Ho difficoltà a comprendere moltissime faccende che voi chiamate emozioni. Non riesco nemmeno a capire perché volete sapere tutte queste cose di me: non c’è niente di veramente utile, niente di occasionalmente sconvolgente, nulla di duraturo: solo la morte. Non la mia certo. Ma procediamo con ordine, non disprezzo l’autorità anzi si può dire che io sia alla costante ricerca di un leader forte che mi distragga dalla noia di me stessa. E da questa famiglia a cui sono ritornata.

Sono nata a Barrington, 23 anni fa. Il mio nome è Liandrin Delois, sono figlia di uno dei fabbri della Torre dei Mestieri e di una donna qualunque che aveva come unica occupazione la casa e la famiglia. Ho fratelli e sorelle. Una sorella in particolare si è distinta, a mio parere, per assoluta stupidità: Chandra Delois. Chandra era quella arrivata, quella che aveva fatto carriera per lo meno dando credito agli sproloqui di mia madre e mio padre. Si fregiava di un medaglione che pareva le desse il titolo di cavaliere.

Quando Chandra è sparita da Avalon, lo feci anche io. Il Governatore era stato assassinato e dopo la Grande Guerra, il governo pareva incerto più che con la legge marziale di Allen. Ho vissuto tutta la guerra se non nel periodo duro di scontri aperti durante il quale mio padre ci allontanò da Barrington. Ho vissuto la guerra così come vivo migliaia di altre cose cioè senza gioia, senza dolore e senza paura! Era Chandra la rivoluzionaria, la buona, il cavaliere. Io? Io no. Non so perché ma non provo emozioni. Provo disappunto quando le cose non vanno come desidero. Provo rabbia quando sono costretta a difendermi e a combattere per ottenere una qualsiasi cosa, anche futile. Io non sono empatica: non amo, non odio. Rispetto solo chi è più forte di me, chi è più ricco di me, chi può farmi ottenere ciò che ambisco. Io desidero e agisco per ottenere. Non ho ancora pagato un prezzo abbastanza alto per la soddisfazione dei miei desideri. L’unica vita che mi è cara è quella che oggi mi consente di muovere le gambe.

Ho imparato però come ci si deve comportare, come gli altri si aspettano che io reagisca a stimoli che considero poco meno che ridicoli. Vi porto un esempio: sono tornata a Barrington perché mia madre era malata ed ora è anche morta. Non chiedetemi dove fosse quell’idiota di Chandra. Pensavo che sarebbe stata in prima fila con la sua armatura scintillante, i capelli biondi al vento. Niente. Nemmeno l’ombra del suo sciatto deretano. Al capezzale di mia madre, accanto al suo letto, in quella topaia che mio padre insiste a chiamare casa, tutti piangevano. Tranne me, ovvio. Le comari alternavano lo strapparsi i capelli, baciando le mani consunte della mia genitrice, al porgermi le loro vane condoglianze. Mi abbracciavano, piangevano, mi consolavano. O per lo meno credo che ci provassero, queste valutazioni empatiche non sono mai state il mio forte.

Alla prima comare ho sorriso (la pazza piangeva, sorridere mi sembrava la giusta reazione confortante) ma è stato un fallimento. Ho letto il disgusto sul suo volto. Ho capito quindi che era la replica sbagliata. Allora ho cambiato atteggiamento e ho provato a piangere anche io. Ma la lagna era vuota e asciutta. Ho smesso prima che l’ennesima arpia mi infamasse ed ero senza spada per tagliare eventuale lingue biforcute che come vi ho spiegato mi creano disappunto. Ora l’ho recuperata dalla cantina insieme al pugnale, le avevo comprate al mercato parecchi anni fa (non volevo mio padre sapesse che ero armata con oggetti che non aveva creato lui) ma quando sono arrivata ero disarmata. Fortunatamente. Solo dopo due giorni ho capito quale era la soluzione al quesito del giusto atteggiamento: nascondere il viso tra le loro rozze gonne simulando la commozione. Che schifo!

L’hanno seppellita e amen. Resterò con mio padre ancora un po’ invece di tornare alla Locanda ad Avalon. Me l’ha chiesto, stringendo la mia mano freneticamente e la risposta che ho dovuto dare simulava il conforto. E poi ho bisogno di riprendere ad allenarmi con la spada e mio padre è un ottimo maestro. Insegnava la pugna a me e miei fratelli. Uso la spada da quando avevo 10 anni. Mio padre insisteva che, dati i tempi incerti e la guerra, tutti dovessimo essere in grado di difendere noi stessi e la famiglia. Forse lui nominò prima la famiglia. Per quanto mi riguarda l’avrei omessa. Cominciammo con spade di legno, sessioni di allenamento con dolore ma senza sangue. Così ho iniziato con Chandra come avversaria ma era sempre distratta, inutile. Con i miei fratelli poi. Più alti, più forti. Vederli cadere nella polvere era sempre un bel momento. A 15 anni mio padre cominciò ad allenarci con spade vere. Conobbi il primo sangue e la frusta. Tagliai un orecchio a Shawn, mio fratello. Ma non fu per quello che mio padre mi picchiò ma perché risi fortissimo. Avevo vinto no? Perché non avrei dovuto essere contenta? Comunque non fu un problema: 20 colpi di frusta risolsero il contenzioso. Si aspettavano che io gridassi di dolore e di disagio e quindi lo feci: fortissimo. Credo mi abbia sentito anche la Somma Stella ad Avalon. Chandra uscì di casa sbattendo la porta piangendo, mia madre frignò tutto il tempo del mio castigo. Immagino giudicassero la punizione eccessiva, naturalmente non potevano presumere che avessi mirato proprio l’orecchio e che la fortuna avesse ripagato con precisione le ore di allenamento e la mia abilità.

E io diventai bravissima con la spada e la mia mira migliorò sensibilmente grazie anche alla prescrizione di stare attenta a non mutilare ulteriormente i miei fratelli. Alla fine mio padre non ebbe più nulla da insegnarmi. Lo capì lui stesso, il giorno che si trovò riverso a terra, con la mia spada puntata alla gola e il mio piede sinistro sul ventre che lo teneva schiacciato al suolo. Forse in quel momento guardando i miei capelli biondi perfettamente acconciati, ordinatissima nei vestiti nonostante il combattimento, gli occhi verdi come quelli di Chandra ma vuoti, forse capì. Ho sempre pensato che per un attimo abbia avuto coscienza del fatto che io non ne possedevo una. Che avrei potuto affondare la spada nel suo collo, se questo mi avesse portato beneficio. O semplicemente se ne avessi avuto voglia.

Non successe. Fui invece affidata al maestro di spada della torre dei mestieri e i miei inetti fratelli alla fucina come aiutanti fabbro. Chandra sparì ad Avalon, tornava poco e sempre più matta. Parlava anche con un amico immaginario. Starnazzava, sarebbe meglio dire. Che sorella demente: fu facile simulare la vergogna in quel caso. Il maestro d’arme della torre completò la mia istruzione allenandomi all’uso anche di altre armi. Tra quelle che preferisco oltre alla spada lunga, c’è sicuramente la spada bastarda che per il danno inflitto risolve molte questioni ma mi piace anche l’ascia, che mi ha portato a scoprire tante emozioni negli occhi dei miei avversari. Sia in allenamento che in altre occasioni della mia vita.

Immagino quindi di dovere anche raccontare cosa feci una volta lasciato queste terre fino al momento del mio ritorno. Non c’è molto da dire: mentii, rubai, difesi la mia vita da un paio di ceffi in tutto il percorso che al tempo non sapevo mi avrebbe portato a Venezia; li rimasi per anni al servizio di un mercante: la mia mansione era quella di vigilante dei suoi interessi commerciali. Scortavo le sue merci, i suoi denari, la sua famiglia. La mia totale mancanza di pietà e di empatia credo lo facesse sentire al sicuro. Città interessante Venezia: con una maschera sul volto puoi sembrare chiunque. Puoi fare qualsiasi cosa: l’amore e l’omicidio!

La nebbia sulla laguna mi ricordava Avalon e il suo Lago. La feccia che albergava tra le calli mi faceva sentire come a Barrington. A Venezia sguazzavo tra i fasti della casa del mercante che servivo e l’abiezione delle fondamenta della misericordia, luogo laido che qualunque persona di buon senso avrebbe evitato altresì per me era fonte di guadagno aggiuntivo nonché luogo deputato ad uno scambio per me prezioso: emozioni. Le emozioni che leggevo nelle facce di quella gente, nella loro lingua strascicata ho imparato molte cose. Ho memorizzato molti comportamenti e le opportune reazioni ad essi. Poi naturalmente sopraggiunse la noia.

Scrivevo regolarmente a casa. Ho sempre ricevuto regolare risposta. Così ho saputo della malattia di mia madre. Non che sia stato l’amor filiale a riportarmi a Barrington semplicemente la mia avventura veneziana era conclusa e questa suonava una scusa come un’altra per slegarmi dal mio redditizio ufficio.

Sono tornata.

EDAVE
00lunedì 18 aprile 2011 12:24
Bel bg ben scritto una sola richiesta piccolissima di integrazione per poter approvare anche la skill. Vorrei che tu aggiungessi un paragrafo in cui mi descrivi un allenamento.

Solo questo per il resto direi perfetto, scritto bene, lineare, elegante. Mi piace.

IN ATTESA DELLA PICCOLA MODIFICA RICHIESTA BG NON APPROVATO

Liandrin
00lunedì 18 aprile 2011 13:35
Liandrin Delois

Altezza: 165 cm.
Occhi: Verdi.
Capelli: Biondo cenere.
Descrizione fisica: Magra ma muscolosa. Proporzionata ed armonica. Spalle larghe ma non imponenti.
Descrizione Caratteriale: Totale mancanza di empatia.
Allineamento Morale: Legale Malvagio (Il Dominatore).
Terre di Provenienza: Barrington.
Eventuali Parentele: Chandra Delois (sorella), ex Tuor dei Cavalieri dei Draghi. La Player di Chandra (cioè io) approva. BG Chandra

Skill richiesta da BG: Esperienza Armi da Guerra Leggere Liv. 1.

BackGround:

Ho delle grosse difficoltà a comprendere il potere della Dea. Probabilmente avrei dovuto frequentare il tempio un po’ di più: lo ammetto. Ho difficoltà a comprendere moltissime faccende che voi chiamate emozioni. Non riesco nemmeno a capire perché volete sapere tutte queste cose di me: non c’è niente di veramente utile, niente di occasionalmente sconvolgente, nulla di duraturo: solo la morte. Non la mia certo. Ma procediamo con ordine, non disprezzo l’autorità anzi si può dire che io sia alla costante ricerca di un leader forte che mi distragga dalla noia di me stessa. E da questa famiglia a cui sono ritornata.

Sono nata a Barrington, 23 anni fa. Il mio nome è Liandrin Delois, sono figlia di uno dei fabbri della Torre dei Mestieri e di una donna qualunque che aveva come unica occupazione la casa e la famiglia. Ho fratelli e sorelle. Una sorella in particolare si è distinta, a mio parere, per assoluta stupidità: Chandra Delois. Chandra era quella arrivata, quella che aveva fatto carriera per lo meno dando credito agli sproloqui di mia madre e mio padre. Si fregiava di un medaglione che pareva le desse il titolo di cavaliere.

Quando Chandra è sparita da Avalon, lo feci anche io. Il Governatore era stato assassinato e dopo la Grande Guerra, il governo pareva incerto più che con la legge marziale di Allen. Ho vissuto tutta la guerra se non nel periodo duro di scontri aperti durante il quale mio padre ci allontanò da Barrington. Ho vissuto la guerra così come vivo migliaia di altre cose cioè senza gioia, senza dolore e senza paura! Era Chandra la rivoluzionaria, la buona, il cavaliere. Io? Io no. Non so perché ma non provo emozioni. Provo disappunto quando le cose non vanno come desidero. Provo rabbia quando sono costretta a difendermi e a combattere per ottenere una qualsiasi cosa, anche futile. Io non sono empatica: non amo, non odio. Rispetto solo chi è più forte di me, chi è più ricco di me, chi può farmi ottenere ciò che ambisco. Io desidero e agisco per ottenere. Non ho ancora pagato un prezzo abbastanza alto per la soddisfazione dei miei desideri. L’unica vita che mi è cara è quella che oggi mi consente di muovere le gambe.

Ho imparato però come ci si deve comportare, come gli altri si aspettano che io reagisca a stimoli che considero poco meno che ridicoli. Vi porto un esempio: sono tornata a Barrington perché mia madre era malata ed ora è anche morta. Non chiedetemi dove fosse quell’idiota di Chandra. Pensavo che sarebbe stata in prima fila con la sua armatura scintillante, i capelli biondi al vento. Niente. Nemmeno l’ombra del suo sciatto deretano. Al capezzale di mia madre, accanto al suo letto, in quella topaia che mio padre insiste a chiamare casa, tutti piangevano. Tranne me, ovvio. Le comari alternavano lo strapparsi i capelli, baciando le mani consunte della mia genitrice, al porgermi le loro vane condoglianze. Mi abbracciavano, piangevano, mi consolavano. O per lo meno credo che ci provassero, queste valutazioni empatiche non sono mai state il mio forte.

Alla prima comare ho sorriso (la pazza piangeva, sorridere mi sembrava la giusta reazione confortante) ma è stato un fallimento. Ho letto il disgusto sul suo volto. Ho capito quindi che era la replica sbagliata. Allora ho cambiato atteggiamento e ho provato a piangere anche io. Ma la lagna era vuota e asciutta. Ho smesso prima che l’ennesima arpia mi infamasse ed ero senza spada per tagliare eventuale lingue biforcute che come vi ho spiegato mi creano disappunto. Ora l’ho recuperata dalla cantina insieme al pugnale, le avevo comprate al mercato parecchi anni fa (non volevo mio padre sapesse che ero armata con oggetti che non aveva creato lui) ma quando sono arrivata ero disarmata. Fortunatamente. Solo dopo due giorni ho capito quale era la soluzione al quesito del giusto atteggiamento: nascondere il viso tra le loro rozze gonne simulando la commozione. Che schifo!

L’hanno seppellita e amen. Resterò con mio padre ancora un po’ invece di tornare alla Locanda ad Avalon. Me l’ha chiesto, stringendo la mia mano freneticamente e la risposta che ho dovuto dare simulava il conforto. E poi ho bisogno di riprendere ad allenarmi con la spada e mio padre è un ottimo maestro. Insegnava la pugna a me e miei fratelli. Uso la spada da quando avevo 10 anni. Mio padre insisteva che, dati i tempi incerti e la guerra, tutti dovessimo essere in grado di difendere noi stessi e la famiglia. Forse lui nominò prima la famiglia. Per quanto mi riguarda l’avrei omessa. Cominciammo con spade di legno, sessioni di allenamento con dolore ma senza sangue. Così ho iniziato con Chandra come avversaria ma era sempre distratta, inutile. Con i miei fratelli poi. Più alti, più forti. Vederli cadere nella polvere era sempre un bel momento. A 15 anni mio padre cominciò ad allenarci con spade vere. Conobbi il primo sangue e la frusta. Tagliai un orecchio a Shawn, mio fratello. Ma non fu per quello che mio padre mi picchiò ma perché risi fortissimo. Avevo vinto no? Perché non avrei dovuto essere contenta? Comunque non fu un problema: 20 colpi di frusta risolsero il contenzioso. Si aspettavano che io gridassi di dolore e di disagio e quindi lo feci: fortissimo. Credo mi abbia sentito anche la Somma Stella ad Avalon. Chandra uscì di casa sbattendo la porta piangendo, mia madre frignò tutto il tempo del mio castigo. Immagino giudicassero la punizione eccessiva, naturalmente non potevano presumere che avessi mirato proprio l’orecchio e che la fortuna avesse ripagato con precisione le ore di allenamento e la mia abilità.

E io diventai bravissima con la spada e la mia mira migliorò sensibilmente grazie anche alla prescrizione di stare attenta a non mutilare ulteriormente i miei fratelli. Alla fine mio padre non ebbe più nulla da insegnarmi. Lo capì lui stesso, il giorno che si trovò riverso a terra, con la mia spada puntata alla gola e il mio piede sinistro sul ventre che lo teneva schiacciato al suolo. Forse in quel momento guardando i miei capelli biondi perfettamente acconciati, ordinatissima nei vestiti nonostante il combattimento, gli occhi verdi come quelli di Chandra ma vuoti, forse capì. Ho sempre pensato che per un attimo abbia avuto coscienza del fatto che io non ne possedevo una. Che avrei potuto affondare la spada nel suo collo, se questo mi avesse portato beneficio. O semplicemente se ne avessi avuto voglia.

Non successe. Fui invece affidata al maestro di spada della torre dei mestieri e i miei inetti fratelli alla fucina come aiutanti fabbro. Chandra sparì ad Avalon, tornava poco e sempre più matta. Parlava anche con un amico immaginario. Starnazzava, sarebbe meglio dire. Che sorella demente: fu facile simulare la vergogna in quel caso. Il maestro d’arme della torre completò la mia istruzione allenandomi all’uso anche di altre armi. Tra quelle che preferisco oltre alla spada lunga, c’è sicuramente la spada bastarda che per il danno inflitto risolve molte questioni ma mi piace anche l’ascia, che mi ha portato a scoprire tante emozioni negli occhi dei miei avversari. Sia in allenamento che in altre occasioni della mia vita.

In effetti, a questo punto mi è sovvenuto alla mente un episodio abbastanza divertente riguardante una mia esercitazione. Be certo: divertente per me. Ne il mio Avversario nel il mio Maestro d’Arme credo si potessero definire estremamente divertiti. Comunque non intendo tediare nessuno con le mie bazzecole ana-empatiche. Affrontai il figlio del macellaio, in allenamento: anche lui spedito alla torre ad apprendere qualcosa di diverso dallo squartare pecore per lo stufato della massaia Barryntoniana.

Il nostro Maestro d’Arme ci diede la possibilità di scegliere l’armamento. Io scelsi lo scudo e l’ascia mentre gamba-moscia detto il Bistecca scelse la spada bastarda e lo scudo. Mi prendeva sempre in giro dato che ero l’unica femmina della partita e così fece anche quella volta. Prendemmo posto. Ci valutammo. Lui troppo poco evidentemente e iniziò la corsa verso di me come una furia (pareva avesse la morte alle calcagna) percorse i 4 metri che ci separavano per assalirmi frontalmente e al terzo metro coperto, solo allora io comincia la mia controffensiva. Sorridevo. Io non ho mai paura. Bastò un semplice scanso di circa 80 cm a sulla mia destra per permettergli di offrirmi il suo fianco sinistro. Gli permisi di vedere chiaramente il mio movimento e fu colto dal panico. Altra emozione che mi è difficile da decifrare. Pur arrivando correttamente con il piede sinistro avanzato, la mia finta semplice lo disorientò e torse il busto verso la sua sinistra per coprire completamente il fianco con lo scudo perdendo l’equilibrio.

Il suo ginocchio destro si piegò e la sua gamba sinistra si torse mentre la sua mano destra alzò un po’ troppo lo scudo per cercare di anticipare un mio possibile sgualembro diritto. Ma la mia posizione ormai era salda ed equilibrata. Con il piede sinistro cementato al suolo per garantirmi terreno di vantaggio, con la mano destra che reggeva l’ascia puntata verso il basso diagonalmente a circa 45° rispetto al piano orizzontale portai un ridoppio dritto diretto verso il suo ginocchio sinistro, lasciato in bella mostra dal suo incauto innalzamento dello scudo. E’ chiaro che il gamba-moscia-bistecca ha ancora tutte e due le gambe. Lo vedete ogni giorno a smazzare pezzi di pecora. Ringraziatemi! Portai il colpo volutamente dalla parte non della lama (l’orecchio di Shawn mi ha insegnato che la frusta fa male). Gli ho spappolato il ginocchio: ci volle una Sacerdotessa per ripararlo in modo che non zoppicasse. Colpo debole un cavolo. Fico no?


Immagino quindi di dovere anche raccontare cosa feci una volta lasciato queste terre fino al momento del mio ritorno. Non c’è molto da dire: mentii, rubai, difesi la mia vita da un paio di ceffi in tutto il percorso che al tempo non sapevo mi avrebbe portato a Venezia; li rimasi per anni al servizio di un mercante: la mia mansione era quella di vigilante dei suoi interessi commerciali. Scortavo le sue merci, i suoi denari, la sua famiglia. La mia totale mancanza di pietà e di empatia credo lo facesse sentire al sicuro. Città interessante Venezia: con una maschera sul volto puoi sembrare chiunque. Puoi fare qualsiasi cosa: l’amore e l’omicidio!

La nebbia sulla laguna mi ricordava Avalon e il suo Lago. La feccia che albergava tra le calli mi faceva sentire come a Barrington. A Venezia sguazzavo tra i fasti della casa del mercante che servivo e l’abiezione delle fondamenta della misericordia, luogo laido che qualunque persona di buon senso avrebbe evitato altresì per me era fonte di guadagno aggiuntivo nonché luogo deputato ad uno scambio per me prezioso: emozioni. Le emozioni che leggevo nelle facce di quella gente, nella loro lingua strascicata ho imparato molte cose. Ho memorizzato molti comportamenti e le opportune reazioni ad essi. Poi naturalmente sopraggiunse la noia.

Scrivevo regolarmente a casa. Ho sempre ricevuto regolare risposta. Così ho saputo della malattia di mia madre. Non che sia stato l’amor filiale a riportarmi a Barrington semplicemente la mia avventura veneziana era conclusa e questa suonava una scusa come un’altra per slegarmi dal mio redditizio ufficio.

Sono tornata.


(@Edave: Grazie dei complimenti, mi hanno fatto molto piacere!)

EDAVE
00lunedì 18 aprile 2011 20:02
Se una persona scrive una storia interessante e piacevole perchè non dirlo, reputo che la sincerità sia una delle basi della convivenza. [SM=g8905]

Detto ciò riassumo dicendo

BG APPROVATO
SKILL ESPERIENZA ARMI DA GUERRE LEGGERE LIV 1 APPROVATA
ALLINEAMENTO: LEGALE MALVAGIO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA: BARRINGTHON - CENSIRSI CLAN NORDICO



SCHEDA GIOCO AGGIORNATA [SM=g8900]
Liandrin
00lunedì 2 gennaio 2012 20:40
Richiesta Skill: Fisica Potenza +1
Buongiorno!

Sono un po' indietro con la richiesta delle Skill ma ora cerco di rimediare.

Dato che questa ragazza è piuttosto fisica e tutt'altro che filosofa, richiedo la cortesia di approvazione della skill Potenza (+1).

La motivazione nella role che segue: QUI

Grazie di quanto potrete fare per la mia bambola.

==leia==
00martedì 3 gennaio 2012 09:39
OK

BG APPROVATO
SKILL ESPERIENZA ARMI DA GUERRE LEGGERE LIV 1 APPROVATA
SKILL POTENZA LIV.1 APPROVATA
ALLINEAMENTO: LEGALE MALVAGIO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA: BARRINGTHON - CLAN NORDICO



Edit: Scheda di gioco aggiornata
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