Angelo, tutti ormai sanno del mio nonno giardiniere.
Sono un pò ripetitiva, ma ho molta nostalgia di lui e non riesco a non parlarne spesso.
Il tuo messaggio mi dà lo spunto per farlo ancora una volta.
Mio nonno ha giardinato fino a oltre ottant'anni.
A settanta si arrampicava sugli alberi senza protezioni (noi non lo sapevamo) e una volta cadde di schiena da un'altezza di due metri facendosi parecchio male. Uscito dall'ospedale, riprese a giardinare tranquillamente, solo stando un pò più attento.
Non aveva capelli bianchi, sembrava molto più giovane.
Avrei molti episodi da raccontare su di lui, di quando già era vecchio e pensionato.
Un giorno, dopo aver tentato invano di farsi ascoltare dal responsabile del verde pubblico, andò a potare di sua iniziativa alcuni alberi del centro. Siccome a suo tempo era stato "capo-giardinere"
del Comune, non sopportava di vedere che quegli alberi che lui ben conosceva non venissero ora più "
curati da nessuno" (diceva così).
Un giorno suonò il campanello a una sconosciuta e si offrì di sistemarle gratuitamente un caprifoglio. La voce si sparse nel quartiere e, come potete ben immaginare, fu presto invitato da molte famiglie a prestar opera presso i loro giardini.
Tra i suoi ricordi, conservo una pompetta tutta arrugginita che serviva a spruzzare lo zolfo in polvere (pratica credo proibitissima ora), e un catalogo di Sgaravatti che avrà minimo trent'anni, con i suoi appunti scritti in bella calligrafia ("
giardino Sig.Rossi", "
aiuola Ing.Bianchi", etc.).
Tutti gli anni in primavera seminava i peperoncini e poi distribuiva ai figli le piantine già cresciute.
Ho impressa nella memoria l'immagine di lui che poco prima di morire scaricava dalla sua Fiat 131 la famosa rosa rampicante rossa per il mio terrazzo (tutti ormai la conoscono). Arrivò con la macchina carica: la rosa, grande e spinosissima, un secchio pieno di letame, un enorme sacco di terriccio, un grigliato di plastica verde, i suoi attrezzi e un sacchettino contenente dei laccetti di rafia verde, tutti perfettamente tagliati della stessa lunghezza.
Al suo funerale, non voglio rattristarvi però, la chiesa era gremita di suoi vecchi "clienti", persone che gli volevano bene. Uno di loro lo salutò dicendo che era andato a "
curare i giardini del Cielo".
Una frase bellissima che mi è rimasta nel cuore
.
[Modificato da fiat lucis 22/02/2006 23.05]