Menzogne

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1SQUALOBIANKO
00martedì 7 maggio 2002 05:55

Questa è una lettera che scrissi a un ragazzo appartenente al movimento dell’antipsichiatria e, in generale è rivolta a tale movimento. Scelgo un nome finto per il ragazzo e lo chiamo Gianni. Non si offendano i vari Gianni. Lascio questo mio scritto per far capire meglio il mio pensiero in questo campo. Il linguaggio è quello che è. Ammetto che ripeterò diversi concetti per me fondamentali. Sono operaio metalmeccanico, non scrittore. E’ una lettera polemica, forse offensiva. Se la ritenete offensiva cancellatela, fate voi.
Sono un paziente psichiatrico.. Sono in cura dal 1993, e dal 1996, sto assumendo psicofarmaci. Sono stato in cura ambulatoriale da vari psichiatri. Per la precisione ho conosciuto 5 psichiatri. Ho fatto per alcuni mesi anche psicoterapia (terapia cognitivo/comportamentale). Nessuno dei 5 psichiatri che mi hanno visitato corrisponde alla figura classica del demone che vorrebbe far spacciare la propaganda antipsichiatrica. La psichiatria odierna è l'antitesi di quella che fu. Ho sempre avuto fiducia nelle persone che mi visitavano, ed anche quando ero imbottito di psicofarmaci e sentivo solo gli effetti collaterali di quest'ultimi stringevo i denti e, regorlarmente ne venivo fuori. Ci tengo a precisare che sono conscio di avere un disturbo mentale. Di conseguenza se non prendessi psicofarmaci (quando ne ho bisogno) mi farei solo del male. Vorrei segnalare il mio sdegno quando leggo delle menzogne a proposito della nocività degli psicofarmaci e della criminosità degli psichiatri. Proprio degli psichiatri vorrei parlare. E' scandaloso il trattamento che viene riservato a questi professionisti da un'antipsichiatria che continua a vivere di ricordi, infischiandosene del passato, delle famiglie distrutte perchè abbandonate, dei tantissimi suicidi di persone malate che avrebbero potuto vivere benissimo ma che non hanno retto alla colpa di non riuscire a dimostrare di essere "normali".
Chi è uno psichiatra? Un malvagio, uno che uccide le menti con la lobotomia. Un sadico sperimentatore di veleni che provocano spaventose piaghe e infernali sofferenze. Questo è il messaggio che da l'antipsichiatria. Basterebbe questo per etichettare il tutto come un fenomeno folkloristico. Ma andiamo avanti. Elettroshock. Fa malissimo, provoca danni celebrali irreversibili e una mortalità altissima.
Alla fine, è evidente che una cura che non sia sulla parola è bandita. E' questa una soluzione? E' questo che uno psichiatra dovrebbe consigliare a una persona gravemente depressa che decide di farsi visitare? Il punto della questione è tutto qui. Si vorrebbe condizionare lo psichiatra affinchè eviti di prescrivere una cura farmacologica ad un paziente schizofrenico. La terapia elettroconvulsivante. l'ultima spiaggia per il disperato che non ha più niente, che magari ha tentato il suicidio un paio di giorni prima. Niente, gli viene negato anche l'elettroshock, lo psichiatra ha le mani legate. E il depresso si uccide.
Abbiamo 2 categorie di persone che necessitano di un supporto psichiatrico. I volontari, e quelli che non se ne rendono conto. Gran parte di quelli che l'antipsichiatria vorrebbe far passare per "martiri" e vittime della psichiatria ,in realtà appartengono alla seconda categoria. Non una cosa giusta viene fuori dalla stampa antipsichiatrica sugli psichiatri, io ne sono la prova vivente. Premetto che non soffro di cose da poco, almeno potenzialmente (depressione maggiore e disturbo ossessivo compulsivo) quindi, in teoria, dovrei essere facilmente "integrato nell'ingranaggio psichiatrico". Ecco la verità. Ho sempre preso le pastiglie prescritte da ogni psichiatra. e sempre ne ho tratto beneficio. Non mi hanno mai dato dipendenza in quanto non sono droghe. E' fin troppo chiaro che chi parla di dipendenza da psicofarmaci non ne ha mai assunto, quindi i vari “esperti in materia” dovrebbero tacere. In realta' gli psicofarmaci, se assunti nel migliore dei modi seguendo le indicazioni di uno specialista non rincoglioniscono nè fanno male. I loro effetti collaterali spariscono nel giro di un mese poi pian piano , quasi senza accorgersene, uno dei motivi per cui non possono essere paragonati a droga, cominciano a sentirsi i primi benefici.
E’ prassi comune, per chi ha qualche problema, il volere evitare i farmaci come fossero veleni e ricorrere solo a sostanze naturali. Ma per cure naturali i denigratori degli psicofarmaci che cosa intendono? Sostanze naturali sono anche la cocaina, l’hashish,le paglie, l’alcool. Vi è questo mito della sostanza naturale. Devo essere io a far notare che non è mai stato scritto da nessuno questa che sembra essere una verità nata con l’uomo ossia che una cura a base di sostanze naturali sarà sempre meno dannosa di una cura con sostanze chimiche? Poi magari la persona che la pensa in questo modo e che ha deciso di farsi visitare è anche un tipo che abituato a farsi tranquillamente e regolarmente delle canne. Forse qualcuno potrebbe obiettare che “le canne non fanno male, gli psicofarmaci ti distruggono il cervello”. Bene, non è proprio così, nonostante il danno della canna non sia certo paragonabile a quello della cocaina, per fare un esempio, la questione è puramente soggettiva. La verità è che non esistono sostanze lecite o non o droghe per quanto possono essere leggere che non abbiano effetti tossici.
Gli psichiatri visitano il paziente, eccome. Il fatto che prescrivono una cura per tutta la vita a base di farmaci è una menzogna . L'antipsichiatria sbaglia il suo punto di vista, parte col piede sbagliato, da dei pregiudizi medioevali. Se considerasse lo psichiatra un normale dottore e non un aguzzino comprenderebbe la sua buona fede. Lo psichiatra è un dottore ed ha la capacità in pochi minuti, osservando l'espressione del viso e il comportamento ( e chiaramente ciò che il paziente dice)ha la capacita’ di valutare la sofferenza di chi sta visitando. Ne capisce le sfumature e, soprattutto, a differenza di come molti pensano, non prescrive farmaci se non ce ne è il bisogno. Quello che oggi scrive gente come Gianni sulla psichiatria dovrebbe essere proibito per legge, perché è falso e pericoloso. Gianni forse non si rende conto del potenziale danno che sta creando. Danno soprattutto per chi si avvicina timidamente alla psichiatria perchè magari ha qualche problema in famiglia. In questo caso è meglio che non si informi connettendosi ad internet… Gianni dovrebbe forse riflettere e mettersi dei problemi di coscienza in quanto col suo fuorviante materiale raccolto contro la psichiatria, inventato o tirato fuori dai cassetti degli studi psichiatrici di 2 secoli fa, potrebbe, anzi sicuramente sta gia' depistando qualche povero cristo facilmente impressionabile in materia. Laureato in fisica, la sua presunzione gli permette di sparlare contro la psichiatria da lui giudicata una non-scienza che basa i suoi studi esclusivamente sull'analisi del comportamento delle persone. E' evidente che una laurea in fisica provoca gravi effetti collaterali tra cui uno molto grave: appunto ridurre una scienza fondamentale come la psichiatria ad una pseudo scienza. A parte le battute,scusa Gianni, tu stesso ti definisci filosofo. Come pensi di conciliare la psichiatria con la filosofia. Tu, fisico “leggi alcuni libri di psichiatria ufficiale tanto da rimanerne schifato…” e poi scrivi un libro al 50% in cui riduci a poltiglia questa branca della medicina, senza un minimo cenno positivo e senza una sola testimonianza da parte psichiatrica. E senza commenti da parte di pazienti ambulatoriali. Mi spiace tanto ma non può essere un libro attendibile. Forse quello che fa molta fatica ad entrare nella testa di Gianni ed in generale nel movimento dell'antipsichiatria è il fatto che, il riconoscere la malattia mentale significa anche cercare di dare un aiuto a tutti quegli esseri umani che, in caso contrario, rimarrebbero abbandonati a se stessi. Nella remota ipotesi dell'inesistenza della malattia, la ricerca scientifica deve continuare lo stesso verso la preparazione di composti sempre più idonei per l'eliminazione dei sintomi del disturbo dei malati. Perchè, con o senza malattia, LA SOFFERENZA DEL MALATO C'E' SEMPRE E QUESTO FATTO SEMBRA SEMPRE ESSERE MESSO IN SECONDO PIANO QUANDO SI DENIGRANO PSICOFARMACI, ELETTROSHOCK, O TSO. Tutti questi discorsi sono validi per il motivo ormai appurato o quasi che debilitanti malattie mentali l'antipsichiatria si ostina a non chiamarle tali. Parlo della depressione o, peggio della schizofrenia. Se, fino a qualche decennio fa ci potevano essere ancora dei dubbi, ora mi sembra palese che tra i fattori scatenanti di queste malattie bisogna menzionare anche quello genetico/biologico. Quindi, disfunzioni biochimiche nel cervello ci permettono di considerare queste malattie alla stregua di altre malattie fisiche come il diabete o la tubercolosi. Ecco perchè il farmaco è neccessario. Di conseguenza è anche lo psichiatra lo specialista che deve saper dire quale è lo psicofarmaco necessario per il tuo particolare disturbo. Chiaramente, una cura completa non dovrebbe prevedere solo farmaci ma dovrebbe anche essere integrata da psicoterapia o addirittura, alla fine, sistemati i sintomi insopportabili della malattia, sostituita dalla psicoterapia. Però, una persona che soffre deve essere messa in condizione di potere tranquillamente parlare ed è questa la funzione degli psicofarmaci. La menzogna antipsichiatrica sta tutta qua. Chi prende farmaci prende droghe e diventerà un drogato. Prima di guardare agli effetti collaterali degli psicofarmaci guardiamo agli effetti di queste malattie e a dove possono portare chi ne soffre.. . E' facile prevedere per un futuro non tanto lontano la possibilità di fare test genetici che stabiliranno molto prima del tempo se tal soggetto si ammallerà di tal disturbo mentale. Bene, questo è un buon motivo per abbandonare la ricerca e la teoria organicista sulle malattie mentali? "Basta avere un minimo di elasticità mentale per capire che per giudicare la psichiatria non è necessario conoscerla e studiarla integralmente". Queste sono le parole che scrive il Gianni nel suo libro. Non c'è bisogno di commentare. Vorrei ricordare che questa scienza non si basa affatto solo sull'osservazione del comportamento ma, volendo essere precisi la psichiatria è: una scienza multidisciplinare a cui confluiscono in modo fecondo gli apporti della medicina, della psicoanalisi, e della psicologia, della sociologia. Inoltre, studi più recenti tendono a inquadrare la malattia mentale secondo una prospettiva neurobiologica, grazie anche agli apporti della biochimica e della genetica. Infine, il mago Tomas Szasz afferma che la schizofrenia, per essere una vera malattia dovrebbe essere approcciata valutata e testata secondo metodi scientifici. Lo psichiatra americano Torrey, leader del NAMI gli fa eco affermando che la schizofrenia oggi è approcciata, valutata e testata secondo metodi scientifici e le prove che è una malattia del cervello sono evidenti. Io non sono uno scienziato né uno psichiatra e ora mi limiterò ad elencare quelle che dovrebbero essere le prove per cui certe malattie mentali, in questo caso, certi tipi di depressione, affondano le loro radici nella biologia, quindi non sono affatto causate da fattori psicologici o cause “real”. 1- la periodicità, ossia la malattia si ripresenta con ritmi e cicli regolari o non, lunghi o brevi. 2- la stagionalità, ossia la malattia si ripresenta regolarmente con l’arrivo della primavera o dell’autunno. 3- L’alternanza diurna, il depresso sta meglio la sera e peggio il mattino. 4-I sintomi fisici e neurovegetativi associati, insonnia o ipersonnia, perdita o aumento dell’appetito,dimagrimento, cefalea, disinteresse per il sesso ( tanto per fare capire a qualcuno come possono essere utili e confortevoli per un depresso affermazioni tipo “dai, hai solo bisogno di andare un po’ a figa e poi sei felice!) nausea, disgusto per il cibo. 5- Il fatto che risponde ai trattamenti farmacologici e all’elettroshock. 6- Squilibrio funzionale dell’asse diencefalo-ipofisi-surrene. 6- Dall’elettroencefalogramma durante il sonno risulta che vi è un sovvertimento delle fasi del sonno ossia vi è una riduzione del tempo del sonno profondo. 7- Ereditarieta’, questo è risaputo. Mi sono limitato a copiare informazioni universalmente riconosciute. Uno poi le interpreta come vuole. Bene, risalgono a 10 anni fa, non sono dati sicuramente aggiornati, ma non ho trovato di meglio. Sempre 10 anni fa però, nel bel mezzo della “decade del cervello” con la “Tomografia a emissione di positroni”, termini a me sconosciuti, si riesce a filmare in diretta l’attivita’ del cervello mentre sta “soffrendo” d’ansia o di depressione e si riesce a fotografare diverse aree del cervello che entrano in gioco con l’alternarsi delle emozioni. Evidentemente addirittura il suicidio potrebbe avere una causa biologica. Scienziati svedesi hanno dimostrato una ridotta concentrazione di serotonina e questo fatto sarebbe importante in quanto l’autoaggressività sarebbe legata a fattori neuroendocrini.Queste che ho elencato chiamiamole pure prove dell’esistenza della malattia mentale, in questo caso della depressione. Adesso mettiamoci un po’ di teoria, se proprio la vogliamo chiamare teoria. Spiego la cosa molto semplicemente cercando di usare parole mie. Innanzitutto bisogna dire che la depressione ha una base organica ed è conseguenza di anomalie delle funzioni celebrali e del sistema nervoso. In questo sistema, sono presenti miliardi di cellule celebrali chiamate neuroni che hanno la capacità di comunicare tra loro scambiandosi degli impulsi elettrici attraverso delle strutture chiamate “sinapsi”. In queste strutture è presente una sostanza chimica detta neurotrasmettitore o mediatore chimico che favorisce questo collegamento. La depressione diviene tale quando si hanno anomalie a livello dei neurotrasmettitori. I sistemi che interessano i disturbi dell’umore sono quelli che interessano il neurotrasmettitotore della serotonina e della dopamina. La funzione degli antidepressivi è quella di interagire coi neuroni al livello delle sinapsi. Il Gianni nel suo libro contesta il fatto che non sono mai state trovate cause omogenee per qualsiasi tipo di malattia mentale. Obiezione! Il fattore biogenetico per la schizofrenia è ormai riconosciuto...comunque, è semplicissimo testare la malattia mentale e la sua causa. Tutti lo possono fare. Anche chi non ci crede per niente alla malattia. Basta andare a trovare una decina di depressi ambulatoriali che hanno superato da poco un periodo di depressione grave grazie anche all'aiuto degli psicofarmaci. Si chiedano a loro le cause, l'intensità della sofferenza e il loro parere sulla malattia mentale. Commentando i pensieri di Gianni, per lui non ci sono le mezze misure, una persona o è triste o disperata per la perdita di un caro oppure è un malato mentale. Per l'antipsichiatria il semplice disturbo mentale non esiste. Chiunque viene visitato da uno psichiatra è un pazzo. E il bello è che tutto ciò non lo dice lo psichiatra ma lo stai dicendo te e chi lo pensa come te caro Gianni. Chi sarebbe che pecca di presunzione? Lo psichiatra? O il fisico che vuole fare lo psichiatra? Se un ragazzo ha un qualche problema non è un pazzo e riesce tranquillamente a conciliare una vita normale con un disturbo per es. d'ansia.o di depressione. Bene, costui è un malato mentale solo per il fatto che decide di farsi visitare da uno psichiatra? Allora vediamo un pò, secondo il tuo pensiero e la teoria dell'antipsichiatria dovremmo avere 4 persone che bloccano il ragazzo perchè il tal psichiatra ha sentito dalla madre che suo figlio ha qualche problema. Poi caricano il ragazzo e lo portano in clinica. Quindi lo mettono in una stanza e gli fanno una puntura di serenase perchè si agita troppo. Quando si sveglia sarà tutto rincoglionito, lo psichiatra gli farà un'altra puntura poi finalmente dirà qualcosa al ragazzo. Saranno poche tragiche parole . "Lei soffre di schizofrenia e di depressione, è quindi un malato mentale, può uscire di qua ma sarà costretto a prendere farmaci per tutta la vita e di farsi controllare qua da noi ogni settimana per delle iniezioni di un antipsicotico". Questa è la teoria che vorrebbe vendere qualcuno per fare un pò di clamore. Nella realtà il ragazzo è entrato nello studio dello psichiatra, si è accomodato e, molto tranquillamente ha cominciato a colloquiare dei suoi problemi. Il tutto è durato 20 minuti. Bene, chi è il dio onnipotente? chi è che ti frigge il cervello con l'elettroshock? Chi è che mette in giro tutte queste cazzate? Lo psichiatra, caro Gianni non crede proprio per niente di conoscere tutto il vissuto, tutta l'esperienza interiore di un individio, se no non farebbe lo psichiatra ma lo psicanalista al limite. Lo psichiatra sta solo cercando di capire come si sente, cosa sente dentro di se il ragazzo. Non è lì per osservarlo come fosse un topolino da laboratorio. Quello che sta facendo è il suo lavoro, la sua professione prevede di risolvere problemi relativi ai disturbi mentali. Ed è quello che effettivamente fa. L’antipsichiatria ha uno strano concetto della psichiatria medica. Forse bisognerebbe far sapere a qualcuno che al giorno d’oggi, pur con tutti i deficit all’interno di ogni campo della sanità, anche la psichiatria cura. Sono perfettamente d’accordo che la psichiatria torturava anche, in passato e, a dir la verità, certi professori che negano questo mi fanno un po’ pena. Molti si lamentano del fatto che ,durante una visita, al paziente non viene lasciato molto tempo per parlare dei suoi problemi. Il motivo di tutto ciò è che lunghi discorsi dispersivi sarebbero inutili. Questa non vuole essere presunzione dello psichiatra. Semplicemente il paziente potrebbe portarlo fuori strada non permettendogli di cogliere in pieno gli aspetti principali del problema al fine di trarne una diagnosi perfetta. Non devono andare Gianni e in generale i sostenitori dell’antipsichiatria nei manicomi per verificare come in realtà lavorano gli psichiatri. INNANZITUTTO NON E’ CHIEDENDO A UN PAZIENTE RIPIENO DI LEXOTAN CHE SI POSSONO OTTENERE INFORMAZIONI ATTENDIBILI. Prima di tutto bisogna informarsi e capire QUALI SONO LE MOTIVAZIONI PER CUI IL PAZIENTE E’ STATO RICOVERATO. Quindi, in ogni caso, prima di arrivare a delle conclusioni bisogna ASCOLTARE IL PARERE DELLO PSICHIATRA e, se non sbaglio, questo non è mai stato preso minimamente in considerazione almeno leggendo i testi antipsichiatrci. Comunque, dicevo, per conoscere per bene i risultati delle cure psichiatriche bisognerebbe andare di casa in casa ed ascoltare le opinioni di chi ci è passato attraverso a queste esperienze ed ora conduce una vita decente. Anche se questo non è evidentemente chiaro e devo ripeterlo all'infinito lo psichiatra è un dottore che riceve i pazienti che hanno disturbi mentali. Ossia, sono le persone che si rivolgono a lui perchè non stanno bene. Non perchè qualcuno li ha giudicati folli, non perchè giravano per strada nudi ma perchè NON STANNO BENE E VOGLIONO CURARSI. Questo non è un concetto difficile.
Nel suo libro Gianni pone un interessante domanda ossia per quale motivo i disturbi mentali sono così aumentati negli ultimi 30 anni, proprio quando il caos nelle città, ha cominciato a fare danni. La risposta è complessa. Prima di tutto bisogna dire che la malattia mentale è sempre esistita, e semplicemente prima non veniva diagnosticata o era diagnosticata scorrettamente. Tuttavia, nessuno ha mai detto che la schizofrenia, per es, oppure anche la depressione, abbiano cause esclusivamente fisiche o biologiche. Gioca un ruolo importante anche la genetica. I fattori ambientali, lo stress, quindi sicuramente il caos e tutto quello che ne deriva molto probabilmente inciderà. E comunque voglio ripetere una cosa. Molto spesso, esiste una causa scatenante che provoca una crisi depressiva. Quindi può essere benissimo che una persona a forza di accumulare stress, disagi, frustrazioni dovuti al caos del vivere metropolitano a un certo punto scoppi. Il problema però viene dopo. Un percorso normale prevede una profonda tristezza, il rinchiudersi in casa, amici che vengono a trovarti ,tu non reagisci ma, dopo qualche giorno una bottiglia di birra e tutti a ballare. Un percorso anomalo prevede una profonda tristezza,il rinchiudersi in casa, amici che vengono a trovarti, tu non reagisci, dopo qualche giorno una bottiglia di birra e tutti a ballare escluso te. E, giorno dopo giorno, mese dopo mese, con tutti gli amici che vuoi, con tutte le bottiglie che vuoi, tutta la comprensione e tu sei ancora li in casa da solo. Inutile elencare quello che prova questa ipotetica persona, inutile spiegare a chi non capisce a fondo la cosa l’inutilità di parole come “forza di volontà”. Inutile perché effettivamente non si riescono a spiegare bene certe sensazioni. Certi intellettuali famosi parlano di depressione, come ricorda Gianni nel suo libro, identificandola negli gli uomini migliori della nostra società, quelli più sensibili e interessati alle problematiche del nostro pianeta. Penso di arrivare a capire cosa intendano questi signori, ossia quello stato malinconico che ti porta a rifiutare l’aspetto edonistico della realtà che ti circonda, ti fa sentire superiore agli amici, sempre interessati a banali questioni materiali, e, in generale, una vita piatta di futili emozioni ma piena di missioni. Bene, pur non avendo niente a che fare con la depressione, a volte la malattia può partire da uno stato simile. Cambi stanza, ti si chiudono le porte dietro di te, ermeticamente. E ti ritrovi solo dentro questa nuova dimensione completamente buia. Alla solitudine puoi resistere anche per dei mesi o degli anni ma alla ragione che se ne va no. Quando senti che il tuo cervello ha perso la capacità di pensare cominci a preoccuparti. E quando tua madre ti dice di andare a prendere una cosa in bagno e tu non trovi più dove sta il bagno, onestamente, cominci a farti delle domande del tipo “cosa mi sta succedendo?” oppure per fare altri esempi, muore un tuo amico e, al suo funerale, in chiesa, per tutta la durata della messa ti tormenti sulla questione se dover piangere sempre , a volte o evitare di farlo. Alla fine della cerimonia non ti ricordi per quale motivo ti trovi lì in chiesa. Quando stai guidando e, ai lati della strada vedi nettamente una macchina ribaltata con all’interno una donna ed un bambino feriti che chiedono aiuto ma tu non ti fermi e prosegui perché hai troppa paura di essere arrestato. Poi, una volta a casa ti stendi sul letto, per mezzora ti rodi di sensi di colpa, poi ti viene voglia di fare sesso, perché sei convinto che se vieni, dopo ti sentirai piu’ uomo e ti andranno via i sensi di colpa. Hai una ragazza, ma proprio non te ne rendi conto di averla. Allora cominci a masturbarti e vai avanti per ore senza chiaramente ottenere niente. Provi a rilassarti, e, per un’attimo ti viene l’idea di sentire gli amici. Provi a telefonare a un amico. Compone il numero e fai “ CIAO IO NON SO BENE SE C’ERA LA DONNA O IL BAMBINO VIVO PERO’ POI A CASA FORSE HO CAPITO A LETTO HO PENSATO PENSA POI LA SEGA E’ ANDATA MALE MA SE RIPROVO SECONDO TE SONO MORTI? Queste si potrebbero chiamare le esperienze sociali. Poi vi sono le intime introspezioni. Sdraiato sul letto in posizione assolutamente innaturale. Terrorizzato da ogni piccolo rumore. Finestre sigillate. Alla sola vista di tua madre tu scatti immediatamente e cominci a tremare, lei ti guarda e la vedi come ti volesse consolare e, un secondo dopo come se sbuffasse. A un cero punto riesci ad alzarti per andare a pisciare, ma, pur avendo da urinare stai in piedi tutto tremolante e rosso di vergogna, cominci a guardarti intorno, ti assale la paranoia, sei convinto che tua madre ti sta spiando (è uscita di casa, l’ha urlato 30 secondi fa e tu hai risposto ok). Dopo mezzora di vero e proprio panico per non essere riuscito a pisciare, torni sul letto e cominci a piangere. Resti sul letto 48 ore di fila. Occhi spalancati, una stanchezza fisica enorme. Occhi spalancati. E terrore, Solo terrore. Provi ancora a masturbarti. Poi decidi di cagare sul letto perché pensi che fai prima e sei sicuro che ce la farai e infatti la fai e sei contento esattamente per un secondo. Rientra in casa la mamma, entra in camera e sente una gran puzza e tu cominci a tartagliare. Dalla vergogna ti alzi di scatto e corri sotto la doccia senza regolarla quindi gelata. Alla sera viene a trovarti un tuo amico e tu insisti che in realtà lui è Laetitia Casta e decide che l’amico non se ne andrà finchè non l’avrà baciato in bocca. Alla fine litigano e si fanno molto male. La mattina dopo sarà una giornata simile, senza psicofarmaci, giorno dopo giorno, senza psicofarmaci, verso quel giorno in cui sarà troppo tardi, quando i sintomi della schizofrenia saranno evidenti e le cure saranno ben più gravose. In genere la schizofrenia viene chiamata anche pazzia, termine che non significa una cazzo. In Italia abbiamo 245.000 schizofrenici diagnosticati. Più tutti quelli che sfuggono alle statistiche. Comunque, le esperienze del ragazzo di sopra, dovrebbero essere per tanti” teorici della mente” importanti episodi delle nostre vite per maturare, arricchirci dentro, e farci crescere nel migliore dei modi superando difficoltà importanti ma cariche di significato. Il problema però è quando uno di questi signori esce dall’hotel dove era stato invitato per un convegno sulla psicanalisi e si incammina verso la sua auto. Arrivato alla macchina, proprio nel momento in cui apre lo sportello, nota delle macchie sui cerchioni delle gomme. Osserva bene e ,con grande orrore realizza che queste macchie sono schizzi di materia celebrale appena schizzate dalla testa sfracellata di una ragazza stesa sull’asfalto a 2 metri dall’auto, appena volata dal decimo piano di un palazzo, semplicemente perché , sfortuna per lei, il suo percorso morale dalla tristezza alla maturazione, come per magia l’aveva fatta svoltare verso le località della pazzia prima e del suicidio dopo.
Si può dire che una sofferenza “reale” ossia dovuta a qualcosa di concreto , come la perdita di un figlio, per quanto sia spaventosa è una disperazione razionale. Non è che sia necessariamente meno dolorosa, anzi. Sai per cosa ti disperi. Una depressione patologica, magari accompagnata da ansia è una sofferenza diversa. Non sai per cosa sei angosciato, è una disperazione fredda, arida, ottusa. Come ho già detto, , tende alla pazzia. Letteralmente. Mi sono trovato in bagno davanti allo specchio a darmi dei pugni in faccia per vedere se c’era una qualche reazione. Se alla fine non mi avessero detto che avevo un disturbo mentale o, come preferite malattia mentale, non avrei retto. Con gli anni ho poi capito da me che il male aveva sicuramente basi biologiche. Ma non penso minimamente per rispetto loro e della loro malattia di aver sofferto come quei poveretti che sono passati attraverso l’elettroshock per migliorare le loro condizioni.. Bene, io potrò anche essere disturbato, ma alla fine, ho fatto la cosa più logica, sono andato dal dottore e mi sono curato. Ci tengo a precisare che i miei problemi potrebbero essere curati integrando farmaci psicoterapia, e, sicuramente, io sbaglio ad averla interrotta. Sono conscio che malattie come il DOC sono praticamente croniche ed è molto facile che dovro’ stare in cura per tutta la vita. Questo fatto mi preoccupa relativamente anche perché è tanto tempo che lo so. Mi preoccupa il fatto che non è assolutamente vero per tantissimi altri disturbi e che certa gente lo voglia far passare per vero. Insomma alla fine che piaccia o no la psichiatria mi ha aiutato. O almeno fino adesso mi ha aiutato. Per ora nessuno può sapere quali effetti a lungo termine potranno dare certi psicofarmaci nati negli anni 90, staremo a vedere. Tutto ciò non ha risolto i problemi del mio cervello, non lo metto in dubbio, ma neanche un moment elimina il mal di testa per sempre. Ma il problema alla fine che cosa è? Il cervello. Effettivamente può dare fastidio che le nostre emozioni partino da dei freddi meccanismi di scambi di energia tra neuroni. Succede spesso che chi decide di farsi vedere da uno psichiatra, poi ritorni sui suoi passi giustificandosi affermando che prima di curarsi deve risolvere i suoi “problemi di fondo”, intendendo conflitti interni che la fanno stare male. Molte volte, questi conflitti, sono inesistenti in quanto anni e anni di psicanalisi o di semplice autoanalisi non li hanno mai trovati Non me lo sto inventando io, qua cito Cassano. Alla fine una persona a forza di scavare rimane senza la testa…Il modello della psichiatria organicista comunque non preclude certamente l’aspetto psicologico ed emotivo, questo è chiaro. Le emozioni restano emozioni, l’odio resta odio, l’amore resta amore.
Cambiamo argomento, Gli zombie che si vedono vagare per le cliniche psichiatriche sono semplicemente strafatti da ansiolitici. Il motivo? Semplice, ne hanno bisogno in quanto evidentemente senza cura sarebbero troppo agitati o addirittura violenti.. E qui entra in gioco la bravura dello psichiatra. Perchè è spesso difficile saper scegliere e un primo tentativo potrebbe andare a vuoto. Ebbene ci vuole un pò di pazienza, ma in ogni caso i risultati ci saranno. Per quanto riguarda gli schizofrenici la situazione poi è più complicata e dovrebbe far riflettere tutti i denigratori dei farmaci. Sono stati fatte ricerche che hanno stabilito che molti stati schizofrenici non sono affatto migliorarati dopo che i pazienti hanno abbandonato un periodo di cura in ospedale semplicemente perche’ hanno smesso di curarsi. E questo perchè uno dei sintomi della loro malattia è il fatto di non rendersi conto di essere ammalati e il non apprendere dalle esperienze positive. Per la precisione, il 74 % di questi pazienti di un dato territorio hanno abbandonato la cura. Questo la dice lunga sull'ipotesi dell'associazione di gravi crimini in america col consumo smodato do antipsicotici. Purtroppo la consapevolezza della malattia mentale in Italia è a un livello inferiore della media europea. Si tende sempre a far passare certi disturbi come crisi esistenziali o problemi psicologici oppure si tende semplicemente a nascondere per vergogna. In ogni caso il classico consiglio di un famigliare o adirittura di un medico generico verso un ragazzo in crisi è il solito "dai sforzati, esci di casa vedrai che ti passa". Ne risulta 18% dei depressi non riceve una terapia appropriata. Specificatamente parlando della depressione, questa malattia, non curata, è invalidante più del diabete, dell'ipertensione,o di un disturbo polmonare.
Ma la cosa molto grave, che la differenzia da altre malattie è che può avere un rischio di suicidio molto elevato. Si calcola infatti che il 15 % di coloro che, depressi, non si curano possono tentare il suicidio.
Queste parole dovrebbero far riflettere tutti quelli che vorrebbero vietare gli psicofarmaci, l'elettroshock, e curare gli schizofrenici condivinendone le voci e le allucinazioni e deliri.
Escludendo le benzodiazepine, ossia gli ansiolotici come il tavor e il lexotan, gli altri comuni antidepressivi non danno assolutamente dipendenza nè fisica nè psicologica. Parlo dei triciclici, dei SSRI, ecc.Io stesso lo so perchè ne ho fatto uso, ma qualsiasi specialista in materia lo può confermare. Chi scrive è sotto cura e sta assumendo psicofarmaci e non è rincoglionito proprio per niente anzi, ha abbastanza argomenti per contestare moltissime cose. Anche l'elettroshock per esempio. L’antipsichiatria lo considera una tortura che riduce una persona ad un vegetale. Ma chi crede di impressionare? Oppure no, effettivamente persone impressionabili possono prendersi paura delle leggende che aleggiano intorno a questa terapia estrema per depressi all'ultimo stadio. Fortunatamente viviamo ancora in democrazia, se certe cose fossero reali una simile terapia non sarebbe legale. Ma chiaramente, la disinformazione anche qui gioca un ruolo molto importante e alla sola parola "elettroshock" l'opinione pubblica collega col famoso film “…il nido del cuculo". Chi dobbiamo ringraziare? In parte l'antipsichiatria e la sua propaganda. La terapia elettroconvulsivante è una terapia "estrema", molto delicata, e ci possono anche essere dei danni o addirittura ci sono stati dei decessi. Ma, se viene applicata alla perfezione con le macchine tarate al meglio, la mortalità è identica a quella data dall'anestesia generale a cui vieni sottoposto durante l'intervento. In generale, quindi, questa terapia, funziona e sta dando buoni risultati. Effettivamente ci sono stati dei problemi, anzi sicuramente ci sono dei problemi. Mi è sembrato di capire che tutte le polemiche sorte tra sostenitori e oppositori dell’ECT sono nate dal fatto del cattivo ed indiscriminato uso dell’ECT. E’ un intervento che prevede infermieri, anestesisti, personale che deve essere all’altezza della situazione. Anche un piccolo errore di taratura macchine può significare la morte del paziente. L'antipsichiatria, vive nel passato, si serve del passato, mostra dati del passato, e usa queste argomentazioni strumentalizzandole solo per mettersi in mostra e darsi un pò di credibilità. E' vergognoso come certi "scrittori antipsichiatrici" si servano di questa falsità per creare un clima d'orrore intorno a queste cose. Dico falsità perché posso credere benissimo che ci sia che non abbia trovato affatto beneficio da questa terapia elettrica, ma tutti quelli che ora vivono la loro vita al 100% dove li mettiamo? Quelli perché non li menzioniamo? E’ troppo facile aprire un libro o intervistare una persona assolutamente contrari all’elettroshok, quando si sa benissimo che tanta gente è tornata a vivere.. A tal proposito vorrei ricordare a che tipo di paziente è indicata la terapia elettroconvulsivante: nelle più gravi depressioni, negli stati catatonici, e, soprattutto a chi non risponde ai farmaci o non può assumerli e agli individui a grosso rischio di suicidio. Stigmatizziamo la cura farmacologica? Ok, ma dobbiamo avere un'alternativa. E subito, perchè il paziente ha fretta e sta soffrendo. E magari vorrebbe essere ricoverata, proprio con quel famigerato TSO che viene criticato tanto. Ci sono centinaia di migliaia se non milioni di esseri umani la fuori che vorrebbero essere ricoverati ma non lo fanno perchè non ne sono in grado, o perchè la famiglia non è informata o perchè l'opera di denigrazione antipsichiatrica fa i suoi danni. In questo momento ci sono 44 milioni di persone che soffrono di un qualche disturbo mentale ma una gran parte di questi non lo sanno, non si curano e conducono una vita mediocre. Tra questi un'infinità hanno disturbi psicotici, non sono ancora schizofrenici, potrebbero non diventarlo mai, ma sicuramente il loro destino è questo perchè si cercherà sempre di nascondere e non ammettere la malattia fino a che sarà troppo tardi, fino all'evidenza. Viviamo in un mondo di ritardati mentali, ecco la verità. L'antipsichiatria parla di "dignità della persona che dovrebbe smettere di prendere psicofarmaci perche’ non ha nessuna malattia". Io non posso che rispondere che provo vergogna per chi, semplicemente rassicura e conforta una persona che soffre come un cane piuttosto che accompagnarla in clinica. Provo vergogna per l'antipsichiatra che non fa assumere gli antipsicotici di cui ha assolutamente bisogno il giovane schizofrenico conducendolo ad una vita infernale per tutta la vita. Perché a mio parere sbaglia.
Tutti questi "esperti" denigratori psichiatrici se entrassero nelle teste di chi sta male capirebbero tantissime cose e soprattutto una, fondamentale: La "terapia antipsichiatrica fa solo dei danni". Comunque, per la gioia di tutta l'antipsichiatria sembra che, almeno in America, presto l'elettroshock andrà in pensione e sarà sostituito da una "stimolazione magnetica" che, almeno nel nome, sembra che faccia meno impressione. Discinesia tardiva. Sono completamente d’accordo con Gianni e con l’antipsichiatria. Evidentemente dovrebbero trovare altre soluzioni.
Ora vorrei tornare all'argomento "malattia mentale" e spiegare per quale motivo esiste. Ho già letto tanto di quel credo antipsichiatrico da alterarmi veramente. Si prende sempre per esempio il "tipico pazzoide della domenica" che decide di spogliarsi nudo e, di conseguenza viene arrestato e portato in manicomio. Ma qua è verissimo, questo non è matto, questo è un semplice esibizionista, cosa c'entra questo col disturbo mentale? Ma quello che non citate mai voi è l'individuo che soffre disperatamente, angosciato, quello che ieri ha tentato il suicidio, quello che ha un assoluto bisogno di cure. Oppure lo schizofrenico allucinato ma conscio di esserlo. Sono questi i disturbati a cui l'antipsichiatria non da una risposta. Come mai non sono mai citati questi? Questi sono quelli che vogliono esplicitamente farsi ricoverare. E voi antipsichiatri che cosa consigliereste per queste persone? Un bicchiere di vino?
Non prendiamoci in giro riguardo il trattamento sanitario obbligatorio, e qui mi rivolgo direttamente ad xxx. Cosa vogliamo fare? Eliminarlo? Interessante! Si, lasciamo che una lite in famiglia degeneri in un omicidio, lasciamo che un ragazzo sta distruggendo la sua stanza e non vuole essere ricoverato e sua madre non sa cosa fare, oppure, lasciamo che un marito depresso che ha già provato il suicidio 3 volte rassicuri la moglie che va a dormire per conto suo e di lasciarlo tranquillo. Solo da degli incoscienti può saltare fuori l'ipotesi di abolire il TSO. E poi sempre xxx e xxxi se ne saltano fuori con degli esempi completamente fuori luogo. Per es. in quell'aricolo "l'intervento autoritario" viene raccontata la storia di un ragazzo ricoverato di forza e sottoposto a pesante cura a base di psicofarmaci perchè a costui piacciono le ragazze quattordicenni e la morale dice che ciò è sbagliato. Oltre al fatto che queste cose non succedono, oppure, mettiamo al limite che possono accadere, anch’io sono assolutamente contrario a tali metodi. Ma, stranamente e come al solito, non si fanno esempi ben più realisti tipo "al ragazzo piace violentare le quattordicenni". Mi piacerebbe sentire i pareri di qualche antipsichiatra riguardo al TSO in funzione di questo caso. Sempre nel suddetto articolo si fa un po’ di confusione riguardo a cosa è uno psicofarmaco. Strano che un dottore semplifichi il mondo degli psicofarmaci riduttivamente come "neurolettici paralizzanti". Per carità, ci sono anche questi, però, che strano, si tende sempre a citare i preparati peggiori, vero xxx? Poi, il discorso cade spontaneamente verso l'elettroshock, come per dire, i farmaci non hanno dato l'effetto sperato, proviamo con le scariche elettriche, come che uno psichiatra ti potesse fare tutto ciò contro la tua volontà. Non mi risulta che una persona in stato di anestesia totale possa perdere conoscenza, visto che sta già dormendo. Questo è scritto sempre nell'articolo.
Ritornando agli psicofarmaci io mi chiedo il perchè di tutta questa confusione. Innanzitutto, e qui mi rivolgo ancora ad xxx prima di parlare dietro a xxx bisogna far passare tanta di quell'acqua sotto i ponti che non ne ha idea...Potete dire qualunque cosa degli psicofarmaci ma rimane un'unica verità: sono indispensabili, almeno per curare gli stati gravi di certi disturbi mentali o come preferiti chiamarli. Vi riferite sempre ai neurolettici, ok quelli a lungo andare fanno male, come qualunque cosa di cui si abusa. Qualcuno però mi dovrebbe spiegare quali sono gli effetti collaterali degli ultimi psicofarmaci che egiscono sulla dopamina.. Poi sarei curioso di sapere chi è quel genio che paragona gli psicofarmaci all'eroina affermando che danno assuefazione. E' semplicemente falso. Non danno dipendenza, chi volete impressionare? Se anche, al limite gli psicofarmaci alla lunga potessero fare male, cosa bisogna fare?In ogni caso non si possono giudicare dei composti a lungo termine usciti negli anni 90. Si leggono cose su internet che lasciano a bocca aperta. Addirittura un certo Peter Breggin, accanito anti bio-psichiatria afferma "Se anche alcuni pazienti diagnosticati come depressi o schizofrenici si scoprisse che abbiano leggeri squilibri biochimici, questo non giustificherebbe le correnti pratiche biopsichiatriche". Certo, risponderei io, tanto quello che soffre non sei tu. Oppure sempre lo stesso medico ma anche più o meno tutti i sostenitori della cultura antipsichiatrica affermano che chi soffre di disturbi estremi come allucinazioni, paranoie, impulsi omicidi o suicidi non è una persona con particolari problemi in quanto pensare di uccidere o di uccidersi fa parte dei pensieri normali che tutti noi abbiamo (...). Di conseguenza, nel corso di una crisi del genere, solo l'amore dovrebbe essere la cura adatta.
Quando una persona spara a zero sulla psichiatria in generale, storce il naso sui metodi psichiatrici, probabilmente è in buona fede, spero sia in buona fede. Non capisce, orgogliosamente si sente più forte di chi soffre e si dice "quel ragazzo è depresso, non riesce a reagire, io ce la farei sforzandomi, io sono più forte". Questo è, conciso, il classico pensiero che una persona si fa di una cosa, di una malattia che non conosce. Ecco dove sta lo sbaglio, il non credere alla malattia mentale. Una persona che è stata depressa in modo grave non potrà mai dire "la malattia mentale non esiste". E' questo dovrebbe essere presa come una verità sacrosanta dio cristo! Ma come si permette una persona che non conosce certe cose, a sindacare sulla tua sofferenza, presuntuasamente negare una cosa che ammette lo stesso paziente! Ma questa e' una mancanza di rispetto. L'ex depresso vuole rispetto e dignita’ per la sua malattia. Non deve chinare la testa, sentirsi inferiore di una cosa che ha passato e che lo ha invalidato allo stesso modo di una grave malattia fisica. Ecco cosa fa l'antipsichiatria. Non riconoscendo la malattia, non riconosce la sofferenza, quindi non rispetta chi soffre. Lo stesso Gianni con le sue farneticazioni, possiamo dire qua comprensibili perchè dettate dall'ignoranza, mette in dubbio la depressione come malattia, sottolineando tutto lo schifo che fa questo mondo retto sulla violenza e in cui muoiono ogni giorno 35mila bambini per fame, e giunge alla conclusione che gli psichiatri hanno "un gran coraggio a definire i depressi dei malati!". Come dire, con tutti i problemi che ci sono al mondo... Caro Gianni se tu conoscessi anche solo un centesimo di quello che è la depressione la penseresti molto diversamente. Tu parli di cose che non conosci. Tu non sai cosa succede in testa a un ragazzo che si vede costretto a prendere psicofarmaci a 18 anni. Tu non conosci l'angosciante meccanismo mentale che ti porta a ipotizzare e a compiere l'atto del suicidio. Tu non sai che significa arrivare a considerare seriamente l’idea di essere sottoposto a una seduta di elettroshock. Se a un depresso grave tu dici "tra un mese starai bene" o gli dici "tra un mese sarai morto" non fa nessuna differenza. Non metto in dubbio che tu non soffra caro Gianni, ma non parlare di cose a te sconosciute. E gli psichiatri fanno esattamente quello che è il proprio lavoro. Per alleviare le sofferenze di un paziente prescrivono una cura farmacologica. Possono sbagliare, come tutti, ma fanno esattamente il loro lavoro. Eventuali soprusi possono esserci ma sarebbe interessante sentire oltre la versione delle cose del paziente anche quelle dello psichiatra. La cura farmacologica per disturbi gravi come la depressione sono indispensabili ma non vedo quale è il problema. Quali sono le obiezioni dell'antipsichiatria. Lo psicofarmaco (e non parlo delle benzodiazepine, che sono quelle che effettivamente ti fanno addormentare i primi giorni di cura) serve semplicemente a darti un pò di carica e metterti nelle condizioni ideali per poter parlare dei tuoi eventuali problemi psicologici. Un volta che stai bene hai 3 strade ossia: smettere coi farmaci in maniera a scalare, continuare coi farmaci integrando con psicoterapia, oppure solo psicoterapia. Ebbene, è stata un'esperienza così traumatizzante?
"Cosa fare?" Questo è il titolo di un capitolo del libro di Gianni a proposito di come bisognerebbe comportarsi con chi soffre di un qualche problema. Bene, in tale testo, non vi sono soluzioni pratiche. Quindi, anche in caso di inesistenza della malattia mentale non si può fare a meno della psichiatria. Ecco comunque i rimedi di Gianni. Come "crisi dello schizofrenico" lui non le intende come il male ma come un processo "curativo" da lasciare sfogare in modo naturale. Bene, il Gianni ora dovrebbe spiegare cosa fare in presenza di un caro schizofrenico in piena crisi con coltello in mano e bava alla bocca. Chiamare o non chiamare responsabili per TSO? Non metto in dubbio che esista una percentuale di "presunti schizofrenici tranquilli" descritti nel libro, ma tutti gli altri? Noi non abbiamo il diritto di condannare e di reprimere pensieri e azioni non condivisibili scrive Gianni. Però, continua, abbiamo il dovere di bloccare con un abbraccio chi sta per buttarsi da un ponte o ingerire un veleno. Bene caro Gianni questo tipo ha tutti i diritti che vuoi, anche di pisciare a casa tua. Sta di fatto che tu, dopo averlo bloccato hai allentato la presa e te ne sei andato a comprare un gelato. Sei tornato e il tipo era già in cielo. Vediamo un po’,perché è morto? Questo ragazzo, nonostante tutte le menzogne del Gianni e di "esperti antipsichiatri", se curato bene, nel giro di un mese sarebbe potuto risorgere. La psichiatria lo avrebbe fatto stare bene, proprio lei, quella cosa imputata dal pubblico ministero antipsichiatrico. Facendo uso di psicofarmaci certo, e allora? Vorrei ricordare Gianni come a tutti gli altri che gli antidepressivi (triciclici- SSRI- dopamina) non danno dipendenza e non sono droghe, e una volta raggiunto l'effetto terapeutico completo dopo un periodo di mantenimento si comincerà a scalare.
Il voler risolvere certe situazioni familiari al limite della pazzia all'interno della famiglia dove è evidente che qualcuno o addirittura più persone stanno dando di matto, servendosi della semplice logica ragione, oltre che banale è una perdita di tempo, anzi è un danno che potrebbe sfociare in gravi soluzioni. Queste non sono semplici crisi, qui si tratta di problemi irrazionali, chiamiamoli come volete, ma non risolvibili con metodi diciamo tradizionali. E questo dovrebbe essere dato per scontato. E’ vero, si possono giustificare, ma non approvare, le considerazioni logiche di chi non comprende il disturbo mentale, nel caso della schizofrenia, chiamiamola pure malattia mentale. Però tutta questa logica va a sbattere contro un muro, il muro dell’irrazionalità, non può funzionare perché qua siamo in presenza, molto probabilmente di una malattia. Uno dei tanti sintomi della schizofrenia per fare un es. è quello di ridere annunciando la morte di un amico di sempre. Tutto questo discorso per dire che tutta l'aria pura di tutto il mondo il più lontano possibile da un contesto alienante e rumoroso non farà mai un effetto rilevante per un sofferente. La depressione la chiamano anche la malattia dei non-sentimenti ed effettivamente è così. Neanche l'amore dei famigliari più vicini ti può confortare. Anzi, più ricevi amore più esterni odio o apatia. Le cose che normalmente ti sarebbero piaciute diventano così brutte che ti fanno male fisicamente. Ma il brutto è che la mancanza di piacere che trai da queste cose ti addolora in modo inversamente proporzionale all'intensità del piacere delle stesse cose quando stavi bene. Mi spiego, un tuo sogno sarebbe stato andare sulla luna. Ok, ci puoi andare. Questo fatto ti rende più triste dell'aver perso il pacchetto di sigarette. Non è una cosa così per dire, è proprio cosi'. E ora parliamo del suicidio, tanto per riaffermare la necessità dell'aiuto dell'apporto psichiatrico.
Non c'è niente da fare, alla fine, se uno vuole curare CERTI GRAVI DISTURBI e non gli esempi che Gianni menziona nel suo libro, ci si vede costretti a rivolgersi ad un centro psichiatrico. Certo, se ne può fare anche a meno. Un depresso può resistere, soffrendo in silenzio e sforzandosi ad uscire di casa frequentando gli amici. Tuttavia è un gioco molto pericoloso per varie complicazioni, tra cui: é vero che la malattia è imprevedibile è può anche sparire in un paio di mesi, ma può persistere anche una vita intera. Non c'è nessun "genio" nella depressione. Tutti i famosi personaggi folli non hanno fatto un bel niente nella loro follia/depressione. Il genio lo hanno sempre tirato fuori nei periodi ok della loro vita. La depressione è buio totale. Questo è un'altro buon motivo per curarsi immediatamente. E’ tutto tempo che butti via e che non ti arricchisce dentro proprio per niente. E’ vero, può valere per l’autostima, un ragazzo che supera una crisi senza l’aiuto degli psicofarmaci, può esserne orgoglioso. Ma la sofferenza è troppa. Non ne vale la pena. E tutte le paranoiche questioni dell’arricchimento delle casa farmaceutiche, e in generale tutte “l’ideologia antipsichiatrica” che esulano dall’aspetto puramente medico, perché la psichiatria è medicina, non mi tocca minimamente. Il fatto che la psichiatria in passato abbia compiuto crimini inauditi me ne frega come le formiche che calpesto quando corro, d’estate. Quello è passato.


roob
00venerdì 10 maggio 2002 00:09
[SM=g27992]

[Modificato da roob 10/05/2002 01:11]

cristina20002002
00lunedì 20 maggio 2002 15:08
i.c.s.
[SM=g27992] + [SM=g27992]
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