Metallo - XIII parte

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GildorTheKing
00giovedì 29 settembre 2005 17:36
Un teleschermo al plasma, in una stanza (non importa sapere dove, o di chi), trasmette uno dei più importanti notiziari della nazione. Notizia d’apertura dell’edizione straordinaria. Un giornalista, un uomo sulla quarantina, ben vestito e ben truccato, con una finta espressione interessata (ma di sicuro effetto, dev’essere un vero professionista) fissa gli spettatori, scandendo con rapida calma parole dalle quali dipendono gran parte degli ascolti della giornata.
“Confermiamo l’incredibile notizia data poco più di 20 minuti e fa e riguardante il signor John Doe, meglio conosciuto come l’uomo d’acciaio. A quanto pare il signor Doe è riuscito a stupire tutti quanti, i suoi creatori in primis, spirando inspiegabilmente, ieri sera, nel suo appartamento del palazzo di vetro della Cyber Trade®.
Restano ancora oscure le cause del decesso, l’ipotesi più accreditata è quella del collasso cerebrale, anche se gli esami effettuati sui tessuti organici interessati avevano sempre scongiurato tale eventualità. Ma sentiamo cosa può dirci il nostro inviato al palazzo della Cyber Trade®. Akira, a te la linea.”
Le immagini passano rapidamente dallo studio ad un esterno: vediamo un altro uomo, più giovane e più concitato del precedente, attorniato da una folla di curiosi; alle sue spalle spicca l’imponente palazzo di vetro, che sembra volersi spingere ben oltre il cielo nuvoloso. Sui presenti spirano forti folate di vento, che scompigliano i capelli dell’inviato, ma in fondo anche questo serve a fare scena. Akira Fudo prende parola pochi secondi dopo che il collegamento risulta attivato.
“Buongiorno a tutti, amici telespettatori, trasmettiamo dal centro della città, ai piedi dell’imponente palazzo di vetro, sede di una delle più discusse ed importanti compagnie del settore high tech a livello mondiale, la Cyber Trade®. La società, con il suo coraggio nel mettersi in gioco, si è conquistata di diritto un posto nell’Olimpo delle guide che costruiranno il nostro futuro più prossimo. Ma ora i venti del Fato sembrano soffiare contro quella che fino a poco tempo fa sembrava l’inarrestabile avanzata del gruppo, come finirà questa vicenda? Abbiamo qui con noi il portavoce della società, Raul Tillman, che tenterà di dare una risposta a questo interrogativo. Prima domanda: dottor Tillman, la morte del signor Doe è stata causata da un malfunzionamento del nuovo corpo meccanico?
- Questo è assolutamente da escludersi, Herr Fudo. Il corpo in questione era stato testato, collaudato e controllato accuratamente e costantemente, ed era soggetto a revisioni settimanali. Nessuno dei test svolti ha mai sollevato alcun dubbio riguardo la perfetta funzionalità dell’apparato meccanico.”

Il dottor Tillman sorride amabilmente, fa parte del suo lavoro, continuerebbe a sorridere così anche se il signor Fudo lo insultasse o gli chiedesse se sa con chi va a letto la moglie. Ma anche il signor Fudo, per quanto pressante, è sorridente e cordiale, fa parte anche del suo lavoro.
“C’è chi sostiene” riprende Akira “che il problema possa essere dovuto ad un deterioramento precoce delle batterie e ad un successivo corto circuito dell’impianto d’emergenza.
- Anche questo è assolutamente da escludere. Le nostre batterie, già ampliamente utilizzate su droidi di varia natura, veicoli e protesi, sono garantite ed affidabili. E se anche un difetto di fabbricazione dovesse impedire il corretto funzionamento delle fonti di energia, un alimentatore d’emergenza permetterebbe la sussistenza, e tutti i sistemi d’allarme verrebbero attivati, non solo quelli presenti sul soggetto, ma, a maggior ragione nel caso del signor Doe, anche quelli dei nostri laboratori di monitoraggio. E’ da escludersi, inoltre, che tale sistema d’emergenza possa aver avuto anche il minimo guasto, essendo una delle funzionalità principalmente controllate.

Altre voci, mi perdoni se insito, suggeriscono l’ipotesi di un cancro al cervello pressoché fulminante, causato da un eccesso di onde elettromagnetiche prodotte dai circuiti cibernetici dell’esoscheletro.
- Beh, di tutte questa è senza dubbio la voce più assurda: tutti i nostri prodotti, questo compreso, sono, già a livello di progettazione, monitorati non solo dai nostri uffici, ma anche dal Ministero della Salute, dal Comitato Nazionale per la Sicurezza Tecnologica e da altre due aziende leader nel settore della sicurezza. Inutile dire che tutti gli esiti hanno sempre dimostrato l’assoluta sicurezza dei nostri prodotti, le posso assicurare che qualsiasi eccezione non ha mai visto il mercato. Non solo, anni di ottimi rapporti con i consumatori dimostrano l’assoluta affidabilità dei nostri supporti.

E che dire di un’eventuale predisposizione dell’individuo?
- Questa è un’eventualità teoricamente possibile, ed è proprio per scongiurarla che tutti i nostri volontari, prima dell’avvio di ogni progetto, vengono sottoposti ad esami completi, la minima incompatibilità precluderebbe loro la continuazione del rapporto con la nostra società. Il signor Doe era risultato idoneo al progetto in questione, quindi qualsiasi incompatibilità genetica è da escludere.

Allora, e questo è quello che si stanno chiedendo anche tutti i nostri spettatori, qual è stata, in definitiva, la causa del decesso del signor Doe?
- I medici che hanno esaminato il cervello del signor Doe hanno stabilito la causa della morte in un collasso cerebrale. Nulla di più. Cosa ha portato a questo collasso? Fatalità, semplice fatalità, l’unica cosa impossibile da prevedere, per noi come per chiunque altro.

Pensate che una tale spiacevole situazione abbia possibilità di ripetersi anche con prototipi futuri?
- Statisticamente lo escluderei, si parla di eventualità, del caso. Il ripetersi a breve di una tale situazione sarebbe una fatale coincidenza statistica, troppo remota per verificarsi. Ad ogni modo, nonostante la triste conclusione, possiamo dire che l’esperimento è stato un successo, il prototipo è risultato essere perfettamente funzionante, e la causa del fallimento è totalmente biologica. Abbiamo già in lavorazione altri supporti che…”
Un uomo vestito di nero spegne lo schermo al plasma emettendo un grugnito. La sua espressione non è affatto serena e tranquilla come quella dell’intervistato.





NOTA: ebbene, quasi ci siamo, e sono stato un po' più veloce del previsto. Domani, se nulla di particolare accade, vi posto il capitolo conclusivo. Dopo aver monopolizzato la Terra di Mezzo finalmente vi lascio un po' di respiro. A domani
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