Un cordiale saluto a tutti.
Stendiamo un velo pietoso riguardo la musica a Foggia. Chi mastica musica (sia come musicista che come appassionato) sa bene che a Foggia nessuno ha una vera e propria cultura musicale. Qualcuno ci bazzica, qualcun'altro fa vedere di saper suonare.
Non vuole essere una offesa a nessuno, ma semplicemente una constatazione realistica della situazione.
Un altro aspetto davvero deplorevole è la "grettezza" e la mancanza di "rispetto" da parte di molti (non tutti) cittadini di Foggia.
Ieri a piazza XX Settembre si è esibito
Ray Gelato & His Giants Orchestra. Un artista inglese - non Americano come è stato detto quando l'hanno presentato - che suona il sax e canta.
Il genere musicale che fa è "neo-swing" o "retro-swing" e "Jumpin'n'jive" con sfumature jazz. Una via di mezzo di Luis Prima e i crooner degli anni '40 e '50 tanto in voga in America.
Il concerto è stato emozionante e coinvolgente. Il pubblico foggianto inizialmente è stato molto freddo, dimostrazione che non tutti lo conoscevano. A metà concerto, ho potuto notare che molte persone sono andate via, perché non interessate ad un genere musicale che seppur datato, suona sempre fresco e vitale.
La serata era leggermente umida, c'era un po' di foschia, ma era comunque magica.
Il concerto faceva parte della 29° Edizione di "Foggia Jazz Festival". Un festival storico, che fu inerrotto molti anni fa perché l'Amministrazione di Foggia non sovvenzionava più. Sono venuti grandi nomi della scena jazz, fra questi ricordo Enrico Rava, Roberto Gatto, e molti altri ancora.
Prima della presentazione sul palco hanno intrattenuto un breve talk show riguardo l'11 settembre. La "grettezza" del pubblico, si è espressa tra fischi, urla e disaprovvazione. E' pur vero che non si sentiva bene l'audio, ma il rispetto dove stava verso chi stava parlando? Hanno quindi dovuto interrompere il tutto.
Finalmente entra in scena il presentatore, una persona conosciuta. Ha fatto una serie di gaff ridicole, che per chi non lo sapeva, le ha prese per vere: non conosceva l'artista Ray Gelato. Non conosceva nemmeno i festival di Jazz in Italia, infatti si è permesso di dire che il "Foggia Jazz Festival" è il più importante di Italia. Ma mi chiedo e gli chiederei: "Umbria Jazz" cosa è? "Jazz in Cava" cosa è? Sono superiori a questo festival foggiano, soprattutto l'Umbria Jazz che è sicuramente il più importante e conosciuto.
Entra prima la band formata da 5 elementi, e poi Ray Gelato con il sassofono.
Ray Gelato attacca con un brano sincopato molto famoso:
"That's Amore". Con questo brano, biglietto da visita della band, si poteva denotare la bravura di tutti gli elementi.
Il concerto è proseguito con delle vere sorprese:
- Due brani di Renato Carosone:
"Torero", uno swing delizioso cantato in un italo-americano coi fiocchi. E poi
"Tu Vuo' Fa L'Americano", dove la prima parte è stata cantata in inglese e la seconda parte in italo-americano.
- Altra sorpresa è stata una canzone di "Tottò" (come lo ha pronunciato Ray), la celeberrima
"Malafemmena". A tempo di swing, il brano è riusltato gradevole tant'è vero che il pubblico lo ha cantato insieme a lui.
La caratteristica di Ray Gelato è il parlare un italiano imperfetto e inglese che attrae e ruba dei sorrisi a chi lo ascolta.
- Le sorprese non finiscono qua:
"Carina" di Fred Buscaglione (Ray lo ha chiamato "Buschiglione"). Tra swing ed elementi jazz, la canzone è stata a dir poco favolosa.
-
"Italiano Mambo", scritta da Bob Merrill, con un assolo di pianoforte eccezionale da parte Gunther Kuermayr nella parte centrale della canzone.
- Di Luis Prima, ha eseguito
"O Marie",
"Josephine Please No Lean On The Bell",
"Just A Gigolo",
"Angelina" dove in un verso Ray diceva:
"Zumma Zumma è Baccalà".
- Altri brani, alcune composizioni proprie, alcuni standards jazz e swing. Tra cui ricordo la celeberrima "Stardust" in versione strumentale. Un mid-tempo rilassato e fumoso da piano bar, dove Ray con il suo sax giocherellava. "When You're Smiling" (incisa nei primi anni '50 da Frank Sinatra), "Hey There" (di Richard Adler e Jerry Ross).
Il finale è spettato ad un medley e dei bis inaspettati, tra cui la già citata "Just A Gigolo", "Everybody Loves Somebody" (un classico di Dean Martin), "My Baby Just Care For Me" (un successo di Nina Simone, ma inciso anche da Frank Sinatra nel 1966).
Ray Gelato ha chiamato le persone rimaste ad andare sotto il palco.
Grande esibizione, grande show. Si notavano che la band si divertiva tantissimo, e hanno suonato davvero bene, una precisione inaudita.
Ogni elemento ha avuto anche una sua parte solistica a dimostrazione delle loro qualità.
La "Giants Orchestra" era formata da:
Gunther Kuermayr, pianoforte.
Danny Marsden, tromba.
Vasiileios Xenopoulos, sax alto.
Musicista di origine greca.
Andy Rogers, trombone.
Simon Thorpe, contrabbasso acustico.
Matt Home, batteria.
E naturalmente
Ray Gelato: voce e sassofono.
Alla fine dell'esibizione Ray Gelato ha preso una sedia, stando sul palco. Si è seduto e si è messo ad autografare il CD che vendeva, il suo penultimo album pubblicato nel 2006, "Hey There".
Naturalmente mi sono fatto autografare anche il mio dischetto che conservo gelosamente.
Se vi capita nella vostra città, non perdetelo. Ne resterete entusiasmati.
Musica solo per chi ama lo swing, il retro-swing e il jazz.
Sam
VIDEO: Ray Gelato & His Giants Orchestra - "Tu Vuo' Fa' l'Americano".