Prologo:
Trascorreva la sera di un tranquillo ed incantevole 14 Novembre quando venni catturato per la prima volta da quei libri.
L'autunno, lo ricordo perfettamente, era nel pieno del proprio vigore. Le fronde degli alberi fiammeggiavano nel loro avvicinarsi alla stagione del freddo, anche se l'ardente rosso di foglie, in quel momento, veniva oscurato dal buio crepuscolo e solo il pallore lunare infondeva un poco di luminosità in quel paesaggio. Il vento soffiava leggero, fischiando un malinconico ed ininterrotto motivo. Attorno a me si agitava la natura, al di fuori delle mura della mia cara dimora di montagna, a Massa di Toano. Qui sedevo in pace, protetto e senza alcuna cura, o meglio, dimentico, anche se per pochi momenti, delle preoccupazioni che mi affliggevano.
Appoggiato al comodo divano posto di fronte al camino illuminato dal fuoco che ardeva all’interno, pensavo. Solamente pensavo. Gli occhi fissi sulle fiamme crepitanti, lingue selvagge ed insieme sinuose che ballavano dinanzi a me ed il loro vibrare, il loro calore era dolce culla e riposo per la mia mente provata, per il mio corpo infreddolito a causa del gelo, e non solo per quello...
Pensavo, allora, e di questi tempi è un lusso anche questo, a cose lontane e vicine, a persone perdute, trovate, ritrovate od ancora da incontrare. Ero avvolto, con mia grande soddisfazione, da un profondo silenzio di voci.
A volte, anzi spesso, si ottiene più gaiezza nel trovare e vivere cose semplici, quelle capaci davvero di fare la felicità di una persona; una frase che mi è sempre piaciuta è quella che pronunciava un antico saggio d'Oriente: "L'uomo guarda sempre oltre l'orizzonte per cercare la felicità e finisce per non vedere ciò che lo circonda". Quanto è vero! Ebbene, in quel momento, avevo o almeno sentivo una grande soddisfazione unicamente a stare fermo, seduto nel silenzio, all’interno della mia dolce casa di montagna, dove avevo trascorso gran parte della mia infanzia, della mia adolescenza, della mia maturità...della mia intera esistenza.
Fuori il tempo era splendido. La luna sorrideva con vigore dall'alto della cielo assieme alle luccicanti stelle e tutto l'Appennino godeva nell'accogliere l'argentea luce che da esse proveniva.
Spinto e guidato da remoti ricordi che avevano a poco a poco riempito la mia mente, mi diressi verso la mansarda seguendo le scale di legno e poi aprendo la bruna porta consunta dal tempo. Mi piegai su un mucchio di giornali accatastati a terra, diedi un'occhiata ad alcuni di quelli ma, casualmente, il mio sguardo ricadde sullo scuro baule relegato dall'altro lato della stanza, in penombra. Cercavo qualche cosa la cui identità neppure io conoscevo e, a quella visione, avvertii che era all'interno di quel baule che dovevo cercarla.
Ricordo che mi ci volle qualche minuto per riuscire ad aprirlo; il tempo, ancora una volta, aveva fatto il suo deplorevole lavoro. La serratura cadde rumorosamente a terra. Mi asciugai un momento la fronte ed, infine, lo aprii.
All'interno vi erano tre grossi volumi dalle rosse copertine, un poco sbiadite a causa del susseguirsi degli anni, tanti quasi quanto i miei, pensai ironicamente nel vederli. Un panno purpureo li accoglieva, ordinati, uno di fianco all'altro. Presi il primo di essi e mi appoggiai al freddo muro della stanza, le mani mi tremavano come in preda ad una forte eccitazione, osservai il libro appena rinvenuto con attenzione, i bordi erano decorati con arazzi e svolazzi plasmati nel ferro, mentre tutto il resto era di sanguigno cuoio.
Sulla copertina erano incise queste parole:
I Tre Razev e la Battaglia per la Luce
Volume I
Gettai rapidamente uno sguardo agli altri due e notai che il titolo era lo stesso, differendo solo per la diversa numerazione riferita al volume.
Venni colto da una forte voglia di leggere e, per questo motivo, aprii, comunque con cautela, il libro. Le pagine che lo costituivano erano giallognole, sottili e molto delicate, quasi pari alla seta. Sulla prima di queste vi era appuntata una data od, in ogni modo, un numero che a mio modesto parere poteva indicare un qualche anno anche se in effetti esso era basato su un diverso calcolo degli anni. Questo era ciò che vi lessi: 3056 D.G.G.; appena a fianco era stata scarabocchiata velocemente qualche cosa, probabilmente il nome del proprietario o, magari, dell'autore stesso. Non riuscii a decifrarne il significato ma, in verità, non prestai molta attenzione a ciò. Per il resto la facciata era completamente vuota.
Voltai nuovamente pagina. In questa era stato scritto il titolo reale dell'opera:
Johan Razev,
figlio di Torhan del colle Winfed.
Johan Razev? Strano nome, di un qualche paese del nord, pensai. Andai ancora avanti, voltando pagina e, finalmente, cominciai a leggere la lunga serie di parole che vi erano scritte...
Introduzione,
Ciò che è stato e ciò che qui deve essere scritto:
Il libro che in questo momento state tenendo fra le vostre mani miracolate è il primo di tre volumi che narrano di una storia accaduta circa mille anni fa, in un'era dominata dal più oscuro terrore, dal più terribile degli orrori; una storia che si fa largo attraverso tre generazioni di uomini.
La paura e l'angoscia erano ospiti indesiderati eppure presenti ovunque e nella maggior parte dei cuori; fu in quei tempi bui che Enhomed, l'essere diabolico che infesta mille ed altre mille leggende, allargava i suoi domini sulla terra, portando in ogni luogo tremende guerre ed infiniti lutti.
Enhomed? Un altro strano nome. Non capivo a quale essere o personaggio storico l'autore si stesse riferendo. Di certo, anche se la mia conoscenza dei fatti concernenti il passato non è per nulla assoluta, non avevo mai udito pronunciare il suo nome; chi era dunque questo terribile Enhomed? Pensai subito a fatti irreali e frutto unicamente dell'immaginazione di colui che aveva scritto il testo, ma le mie supposizioni vennero immediatamente confutate dalle parole che seguivano.
Purtroppo, come non molti sanno, questi avvenimenti sono stati una realtà, come già dissi, lontani un millennio, menzionati in una molto limitata quantità di libri e descritti con una certa dovizia di particolari in un numero ancora minore (non ostante la loro importanza travalichi quella di molte storie ora raccontate, se non addirittura tutte). Il mio compito, arduo in effetti, sarà quello di descrivere alla gente, a coloro che leggeranno queste parole, gli avvenimenti che si susseguirono implacabili in quel tragico periodo. Narrerò loro le gesta dei tre più grandi membri della famiglia Razev, coloro che hanno intrecciato la loro esistenza con quella di Enhomed il Nero e di coloro che lo hanno seguito. Johan Cuore di Drago è il primo di questi, suo figlio Morbut, protagonista anche di una seconda affascinante avventura che scrissi (ma è più giusto dire riportai) due anni or sono ed in fine Johan II, l'ultimo ma quello che divenne il principale fautore della via che avrebbe preso la Terra e di come si sarebbe evoluta la storia dopo quei rei tempi, questi era figlio primogenito di Morbut e nipote di Johan Cuore di Drago.
Sentivo la voglia di leggere che saliva sempre più. Iniziai a pensare a ciò di cui sarei venuto a conoscenza leggendo quel libro, una storia accaduta in un luogo sconosciuto ed in un periodo talmente lontano da non essere nemmeno più ricordata. Tanti interrogativi si presentavano alla mia mente, sovrapponendosi confusamente; conclusi immediatamente che l'unico modo per avere qualche risposta fosse quello di proseguire nella lettura senza tergiversare ancora. Dunque i miei occhi ripresero a seguire le frasi che si rincorrevano sulla vecchia carta di quello strano ed allo stesso tempo magico libro...
Prima di cominciare la narrazione è bene ripresentare al mio caro lettore la storia di come Enhomed sia riuscito a guadagnare tanto potere e qualora ne sia già a conoscenza, anche se lo reputo alquanto improbabile, lo prego comunque di stare attento alle mie parole. Questa leggenda affonda le sue oscure e malvagie radici nell'alba di tutto, nel principio di ogni cosa animata ed inanimata: la Genesi della Terra dei Due Occhi.
La Genesi:
All'inizio del tempo e dello spazio erano gli Unici: il Sacro Drago, l'Unico, padrone del fuoco e del vento; la Sacra Pianta, l'Unica, dominatrice dell'acqua e della terra ed in fine era il Solitario, Colui che possedeva i più grandi poteri e che si allontanò dagli altri due Unici. Quest'ultimo, in particolare, diede origine a quello che viene definito l'Altro Mondo.
Ad ogni modo, del Solitario non si sa nulla al di fuori di ciò che è stato detto poc'anzi e che influenzerà il mutare della Terra dei Due Occhi solo quando tutto sarà come dovrà essere.
Sono il Sacro Drago e la Sacra Pianta i soli e veri fautori della Genesi della Terra dei Due Occhi.
A seconda delle diverse razze essi possiedono nomi differenti, ad esempio Essi sono "I Creatori", "Gli Dei Superiori", "Gli Unici" o "Gli Artefici", per gli uomini; gli Elfi Li chiamano "De Kaleth Talecum Shanmael" che, in lingua comune, si può tradurre all'incirca con "Coloro da cui tutto è cominciato"; per i Nani Essi sono i "Thormakar" che, come significato, si avvicina molto a "Gli Unici" della lingua umana. Ad ogni modo, più in generale, la maggioranza delle razze che popolano queste terre ha fede in questi Esseri ed è attorno a Loro che ruota la gran parte delle religioni, con tutti i loro dei minori, con tutte le loro feste, le ricorrenze, le cerimonie...ma nessuno mai dimentica Chi siede sui seggi più alti. Da ognuna razza Essi vengono severamente rispettati ed adorati.
Eppure, anche qui, ci sono delle eccezioni.
Le creature del male, create e plasmate dal Reietto (di cui si parlerà in seguito) e da chi lo seguì: gli Orchi, gli Orchetti ed i Ghol mesh, i guerrieri Ombra e molti altri esseri che abitano l'oscurità, dediti unicamente alla distruzione ed all'inquinamento della terra. Queste creature non credono agli Unici, anche se sarebbe meglio dire che vi credono ma che, a differenza delle altre razze, Li vedono come divinità benevole e, quindi, loro nemiche. A loro che hanno sempre vissuto seguendo l'insegnamento dei loro Maestri, seguendo quel "loro" bene, un bene distorto, se così vogliamo chiamarlo.
La stirpe del Reietto è l'unica artefice dell'esistenza di quegli esseri maligni, ma sto correndo troppo; torniamo alla Genesi perché si avrà molto tempo per parlare dei Signori di Kadmar e delle loro creazioni.
Gli Unici avevano un grande e complesso progetto, volevano creare un luogo atto ad ospitare Loro e l'infinita stirpe che da Essi si sarebbe presto generata; ma volevano anche tentare di dare vita al "Nuovo Essere", colui il quale sarebbe dovuto nascere come opera degli artifici degli Unici e non proveniente da parti di Essi come, al contrario, lo erano gli altri Draghi e le altre Piante; un progetto ambizioso aleggiava nelle loro sagge menti, eppure la conoscenza di creazione la possedeva il Solitario.
Gli Unici tentarono più e più volte di portare a termine il Loro volere, ma invano. Il Sacro Drago, da uno dei Suoi primi tentativi, diede origine a quello che oggi noi chiamiamo Sole, tanto luminoso che i due Unici decisero di sfruttarlo per dare luce alla creazione che avevano intenzione di attuare; la Sacra Pianta, invece, diede origine alla Luna, Colei che gli uomini definiscono l’“Amante che attende”, in quanto, secondo la leggenda, ella è innamorata del Sole che riesce a vedere unicamente all'alba ed al tramonto, per pochi istanti, senza incontrarlo tranne quando giunge il giorno che diventa notte ed il loro sogno d'Amore diviene realtà. **nota: si sta parlando delle eclissi*
Insieme, i due Unici, crearono un'infinità di corpi, quelli che chiamiamo astri, ma nessuno di essi era ciò che intendeva la Loro mente.
Con il passare dei pensieri degli Unici l'abilità di Questi crebbe, si perfezionò sempre più fino a quando, per mezzo dei Loro accresciuti ed immensi poteri, formarono un'enorme sfera, riunendo attorno ad un globo di fuoco, prodotto dall'Unico, diversi strati di terra e roccia, concepiti dall'Unica. Su di essa, gli Artefici posero esseri generati a Loro immagine e somiglianza; a loro volta, queste creazioni degli Unici diedero vita, sulla neo nata Terra, a miriadi di altre piante e draghi e fiumi e laghi e monti...e tutto ciò fino a raggiungere la conclusione di questa incredibile opera che abbiamo al di sotto dei nostri piedi, di fronte ai nostri occhi e sopra la nostra testa. Il volere degli Unici si era, in parte, compiuto.
Purtroppo, però, dopo che la Terra dei Due Occhi - così venne denominata la creazione degli Unici, ove i Due Occhi Li rappresentano - si formò completamente, le menti dei due Unici si ottenebrarono ed Essi uscirono di senno per la troppa fatica. Trascorsero quindici giorni nei quali la più profonda pazzia Li divorò. Contrariamente alle loro intenzioni distrussero una parte, seppur piccola, della Terra creata; monti sbriciolati e la vita allontanata da Kadmar, quella che, in seguito, verrà soprannominata la "Valle del Cuore d'Ombra", immagino non vi sia molto da spiegare a proposito di questo nome.
Gli Unici, ricuperata la ragione, ma macchiata la loro purezza da un tale gesto, si dovettero concedere molto tempo di meditazione per liberare il Loro cuore da quella parte dissennata. Al duecento sessantanovesimo anno di meditazione, Essi riuscirono a scacciare l'Ombra.
Ora, per questo si venne a formare un puro concentrato di malvagità il quale, senza corpo né forma, prese possesso della Valle del Cuore d'Ombra.
Dopo di questo, gli Unici cominciarono la preparazione dell'ultima e più importante fase della "Grande Creazione": dare vita alla "Nuova Razza", al "Nuovo Essere", il quale rispecchiasse nell'animo, la purezza degli Unici; purtroppo, come già accennato, la Loro forza non era tale da poter creare dal nulla esseri immortali, gli altri Draghi e le altre Piante esistenti nella Terra dei Due Occhi erano, sì, infinitamente longevi, ma questo perché erano parte degli Unici, anch'essi ignoranti della morte, solo il Solitario pareva conoscerne l'esistenza ma non perché ne fosse vittima, quanto perché, semplicemente, sapeva ogni cosa.
Gli Unici, dunque, per ovviare in parte al problema decisero che gli esseri che avrebbero formato si sarebbero potuti moltiplicare; gli Unici erano coscienti del fatto che la morte era ineludibile, ma lo stesso non valeva per l'estinzione dell'intera Nuova Razza.
Furono, in ogni modo, tre i tentativi dei Grandi Creatori: il primo di questi fu un totale fallimento, Essi crearono un essere terribile e senza cuore il quale, temendo che Coloro che gli avevano dato la vita gliel'avrebbero anche tolta - anche se questo era impossibile perché gli Unici non potevano distruggere ciò che avevano creato a meno di macchiare ancora una volta i Loro cuori - fuggì ed andò a rifugiarsi, chiamato da una forza misteriosa, nella Valle del Cuore d'Ombra e qui si fuse con il prodotto dei quindici giorni di pazzia degli Unici, le parti di cuore che erano inquinate e che Essi avevano espulso. Mai la Terra dei Due Occhi avrebbe pensato di dover vedere vivere sopra di sé, un essere tanto perfido e malvagio. Tra gli uomini, egli viene chiamato "Il Reietto" oppure "Cuore Tenebroso" ed è da quest'ultimo che discende, attraverso molte vite di uomini, lo stesso Enhomed il Nero.
Dal Reietto, in effetti, è derivata la famiglia più sanguinaria che si sia mai vista e che, probabilmente, si vedrà per tutta la storia della Terra dei Due Occhi. La famiglia che ha da sempre abitato Kadmar, la Valle del Cuore d'Ombra e che nessuno è mai riuscito a scacciare: la famiglia Phenicael di cui fanno parte i terribili "Re del Turpe Trono" chiamati anche i "Re Conquistatori", coloro che comandano le armate degli Orchetti e degli Orchi, coloro che hanno al loro servizio i Demoni e gli spiriti malvagi. Ve ne fu uno in ogni era del mondo (in vero, furono proprio le guerre che essi portarono contro i Popoli Liberi a definire quelle che, poi, saranno le ere del nostro Mondo, vi rimando al paragrafo successivo "La Guerra dei Popoli" per ulteriori informazioni). Nella prima Era fu lo stesso figlio degli Unici a portare la guerra ai Popoli Liberi, tentando di ridurli in schiavitù; durante la seconda era, Nartarom dei falchi notturni, l'Ingannatore, il quale fece conoscere la sua crudeltà ed in fine, nella terza era, l'ultimo Re Conquistatore cha abbia abitato Kadmar prima del tempo della nostra storia, quello che più di tutti sfiorò la vittoria: Mior'na Ter, quello che si preferisce chiamare il Falco Rinato. Al tempo della nostra storia tutti consideravano Enhomed il Quarto Re Conquistatore ed, invero, nulla poteva suggerire che così non fosse...i Popoli Liberi tremavano e temevano di non riuscire più a resistere all'attacco di Kadmar.
Durante le varie età del mondo vi furono questi sovrani oscuri e, nel tempo che intercorse fra essi, nei libri si dice soltanto che "La Valle Nera ruggiva e nulla ne usciva...né entrava" (è da qui che nacque il detto "Il tale o la tale ruggisce" indicando come si stia preparando a fare qualche cosa di male).
Ma ora torniamo a noi; dopo quel primo, fallimentare, tentativo, gli Unici si misero all'opera per il secondo esperimento il quale diede origine alla razza degli uomini. Era di certo, ancora, un fallimento, eppure gli Dei Superiori furono comunque molto felici del Loro operato. In quella nuova specie era nato un nuovo sentimento, un sentimento che neppure gli Unici conoscevano e che mai avevano provato. Essi non capivano donde provenisse, non possedeva un nome. Lo studiarono a lungo, in effetti, per tentare di capire che cosa fosse in realtà. Quel sentimento nasceva dalla paura di rimanere solo, dalla continua tensione nel voler trovare un "qualcuno", qualcuno che, però, fosse diverso, qualcuno con cui trascorrere la vita e al quale la si poteva offrire. Fu allora che gli Unici, presi da pietà, decisero di accontentare tale desiderio tanto voluto dal primo uomo; nel medesimo istante gli Unici crearono un fascio di luce i quali si intrecciarono e divisero l'anima dell'uomo in due parti. Dalla seconda parte si venne a formare la prima donna. Fu dall'unione della prima coppia che si vennero a formare, nei secoli a venire, diverse altre razze oggi esistenti nella Terra dei Due Occhi; in fatti, oltre che ai normali uomini, si crearono le razze dei Nani, dei Giganti ed altre creature di simile forma.
Vi fu un altro, l'ultimo, tentativo condotto dagli Unici, da questo si formò la stirpe degli Elfi, esseri quasi perfetti; la loro anima è pura e sincera - anche se ciò, a dire il vero, agli occhi di molti, appare più come un difetto che un pregio. Questi esseri, forti della loro purezza, difficilmente vengono manipolati e, in ogni modo, mai completamente. Purtroppo, in effetti, la cosa è più volte accaduta ed, in questi casi, l'essere che prima era puro nel bene lo diventa nel suo contrario, una creatura completamente dedita al male. Una razza rovinata. Questi sono coloro che i più chiamano gli Elfi Bui od Elfi Oscuri; ma anche di questo saprete fra non molto.
Negli Elfi si perdette quello strano sentimento che possedevano gli uomini ma, non ostante questo, gli Unici decisero di creare anche le Elfe, grandissime guardiane della bellezza eppure ignoranti di che cosa sia l'amore. Famose sono le storie che narrano di Uomini innamorati di Elfe e mai ricambiati (così come di donne ed Elfi).
Dopo la creazione degli Elfi, gli Unici elargirono la loro conoscenza anche agli altri Draghi ed alle Altre Piante che provenivano da Essi. Questi, apprese le arti di creazione, diedero vita a molti altri esseri mortali, furono infatti loro a creare la miriade di animali che popolano tutt'ora le nostre terre.
Invero va ricordato pure che, in antichi e rarissimi libri (io stesso ne ho rinvenuto uno soltanto dopo una lunga ricerca), viene citata anche l'esistenza di un essere nato da un quarto esperimento, l'essere perfetto o, comunque, più vicino di tutti a tale condizione. Vi cito le parole del manoscritto che ho trovato nella biblioteca della lontana Amanar, sulle coste del Grande Mare e che riguardano questo Quarto Essere:
"Unici, Dei Superiori e Supremi, Artefici di ogni cosa, dunque la vostra volontà ha prodotto risultati! Ebbene, nato è il Reietto, nato è l'Uomo, nato è l'Elfo e nato è l'Altro! Ditemi chi è quest'ultimo. Conosco i Suoi poteri, tanto simili ai vostri, ma fin a quale segno vi somiglia? Egli è perfetto come lo siete voi? Immortale come lo siete voi? Imperfetto come gli altri? Mortale come gli altri? Ditemi, Unici, chi è l'Altro.
Limen'la Thoren (III capitolo, VII paragrafo)"
Oltre a questo non vi sono più riferimenti nel testo al Quarto Essere; mi dispiace di non avere null'altro da dire a tal proposito, ad ogni modo, ammettendo che quest'ultimo tentativo abbia effettivamente portato alla creazione dell'Essere Supremo, sembra proprio che anche la seconda ed ultima parte del progetto degli Unici si sia realizzata completamente.
La Guerra dei Popoli:
Il Reietto rimase per lungo tempo all'interno della Valle del Cuore d'Ombra, progettando di conquistare ogni cosa, vivente e non, al di fuori di Kadmar; tutta questa bramosia di conquista gli veniva infusa, in effetti, dalla parte malvagia che aveva ereditato dagli Unici. Sentiva come se tutto ciò che costituiva la Terra dei Due Occhi fosse ragionevolmente suo. Lei era stata gli Unici, lo era ancora, quello che Loro avevano creato, Lei lo aveva creato e quindi le apparteneva.
Con questo obbiettivo, in ogni momento fisso nei suoi pensieri, il Reietto compì per anni esperimenti malefici. La sua conoscenza delle arti oscure era profonda, anch'essa ottenuta fondendosi con il concentrato di malvagità prodotto dai giorni di pazzia degli Unici. Ora era enormemente longevo e possedeva grandi poteri, di distruzione ed anche di creazione; con il passare del tempo, in fatti, mentre le altre razze si stavano evolvendo in tutta la Terra dei Due Occhi, riuscì a plasmare una sua razza: gli Orchi.
Gli Orchi erano esseri appena più alti di un uomo, massicci e potenti, avevano la pelle scura come la notte e simile alla corteccia degli alberi, gli occhi intimoriti dalla luce ma acuti nell'oscurità, servi fedeli al Padrone che aveva dato loro la vita.
Queste creature cominciarono lentamente a popolare la Valle del Cuore d'Ombra ed alcune, in effetti, pure ad allontanarsi da essa, avventurandosi nelle terre circostanti.
In quegli stessi anni, dopo che ebbe creato un gran numero di Orchi, il Reietto venne a conoscenza degli Incantesimi Proibiti ed, immediatamente, si dedicò al loro studio. Essi gli erano stati dettati, come sempre, dalla coscienza maligna proveniente dagli Dei Superiori. A dire la verità il Reietto spese le sue forze soprattutto su uno di essi, uno fra i più potenti: l'Apertura delle Porte dell'Altro Mondo, la Terra del Solitario.
Questo luogo era popolato da creature che gli esseri della Terra dei Due Occhi, semplicemente, avvertivano con la mente; esseri fantastici, abitatori di miti e leggende. Il Reietto aveva intenzione di chiamare i demoni che là erano confinati, le creature malvagie che abitavano quel mondo sconosciuto e condurle nella Terra dei Due Occhi così da avere altre armi da utilizzare contro i suoi avversari.
La magia che doveva formulare, però, era troppo potente anche per lui.
Egli andò sul picco più alto della catena montuosa che circondava la Valle del Cuore d'Ombra, i Monti Squamosi, ed in quel luogo prese a recitare l'incantesimo.
Di quel momento possiedo una descrizione, un frammento che ho da tempo immemore, questo il suo contenuto:
"...cielo sembrò deformarsi, la terra tremò come attraversata da fremiti di dolore e, d'un tratto, un enorme foro nero si venne a formare nella volta celeste. Una marea gorgogliante di creature ne uscì andando a sparpagliarsi per tutta la Terra dei Due Occhi (alcune di esse, addirittura, anche al di là del Grande Mare ***Nota- in questo punto si presume che alcune creature abbiano attraversato l'Oceano, quello che loro chiamano evidentemente il Grande Mare; da ciò potremmo dedurre che esse abbiano raggiunto pure le nostre terre...è davvero straordinario pensare che, forse, tutto quello che noi credevamo falso e frutto unicamente dell'immaginazione sia, in verità, qualche cosa di reale ed effettivamente esistito! *** ) e l'essere dal cuore oscuro seppe che l'incantesimo non aveva funzionato, non come sperava. Molti esseri malvagi dell'Altro Mondo raggiunsero, sì, la Terra dei Due Occhi, ma non furono i soli ad aver compiuto quel viaggio; insieme ad essi vi era pure un gran numero di altre creature, le quali, da quel momento in poi, abitarono la nuova terra ove erano stati catapultati. Ebbene... " purtroppo il continuo di questo discorso si è perduto nel tempo ed io me ne dolgo, ma è un bene che, comunque, qualche cosa ci sia rimasta.
Il Reietto riuscì a prendere il controllo sulla maggior parte delle creature diaboliche provenienti da Altro Mondo e, per questo, le sue armate crebbero enormemente. I Popoli Liberi tremavano ma anche loro avevano cominciato a preparare un esercito per affrontare il Nemico.
Ora, il Gran Sire delle Tenebre non fermò il lavoro di creazione che aveva cominciato. Conscio del fatto che la razza degli Orchi fosse, in effetti, molto potente era altresì convinto che le loro dimensioni avrebbero minato il suo progetto che prevedeva di dare origine ad un esercito di grandissime dimensioni, tale per cui nessuno lo avrebbe potuto sbaragliare. Per questo motivo diede vita, in seguito, alla razza degli Orchetti i quali, grazie alla loro dimensione ridotta (appena più alti di un nano) ed essendo in numero maggiore rispetto ai pochi Orchi, uscirono in massa dalla Valle del Reietto espandendosi notevolmente nelle terre circostanti. Essi si divisero in gruppi nomadi che, vivendo come briganti, rubavano ed uccidevano chiunque si parasse loro innanzi; la loro perfidia era incommensurabile.
In seguito, senza che, in effetti, il Reietto lo avesse previsto, nacque un'altra popolazione derivante dalle sue arti: i Ghol mesh. I Ghol, in origine, erano Orchetti del Reietto che trovarono dimora all'interno delle montagne e nel sottosuolo. Questo fatto mutò il loro aspetto abituandolo a quello di quegli ambienti; diventarono più piccoli ed, allo stesso tempo, più agili; i loro occhi vedono nell'oscurità meglio di qualunque altro Orchetto. Esseri altrettanto crudeli ed assai più ripugnanti dei loro progenitori...e la cosa è tutto dire!
Questa nuova razza si scontrò più volte con i Nani che abitavano quegli stessi luoghi. Fra essi si venne a formare un'acerrima rivalità che si perpetrò nei secoli ed ormai è consuetudine sentire un nano pronunciare queste parole: "Il Ghol mesh è tutto quello ke non vorrei essere...anke perké, se lo fossi, dovrei uccidermi!"
Entrambe queste razze, Orchi ed Orchetti, venivano generate dalle arti del Reietto nelle acque putride delle paludi Teztfell, all'interno della Valle del Cuore d'Ombra. Questi esseri, non ci vuole molto ad intenderlo, non erano nemmeno lontani dalla perfezione ma il Reietto lo sapeva bene; il suo progetto, come è già stato detto, era quello di creare un'enorme armata, costituita da molti elementi e la perfezione altro non avrebbe fatto se non rallentare quel progetto oltre che, ovviamente, richiedere da parte sua uno sforzo molto grande. Ciò, però, non lo trattenne dal costituire comunque una truppa, una sola, di esseri complessi; ci vollero quasi cento anni prima che quel lavoro venisse completato: i temibili Guerrieri Ombra, i Masa.
Dopo aver portato a termine quest'ultima creazione, il Reietto si concesse molto tempo per riposare; la fatica, come aveva supposto, era stata molta.
All'esterno, intanto, i popoli crescevano e si evolvevano…già piccoli eserciti si fronteggiavano nelle lande del mondo, l’uomo da sempre è ossessionato dal potere e per ottenerlo arriva volentieri alla violenza.
Il Signore della Valle del Cuore d'Ombra, inoltre, aveva un odio profondo per gli Elfi, le creature che più di tutte si avvicinavano alla purezza degli Unici. Li odiava ma, nel contempo, aveva l'assoluta certezza che le arti e le abilità degli esseri di questa razza fossero incredibili e sublimi. Potevano essere molto utili. Perciò, compì varie incursioni nei territori abitati da Elfi, catturandone un gran numero. Questi infelici venivano subito condotti a Kadmar ove subirono ogni tipo di tortura e, fra queste, la più atroce, la più terribile: quella mentale inflitta loro dall'Oscuro Signore in persona.
Quegli Elfi, in seguito, debitamente plasmati secondo il volere del Maestro Nero, vennero liberati. La loro mente era stata soggiogata ed, in effetti, questo costò grande fatica da parte del Reietto. I nuovi esseri, malvagi, erano diventati terribili armi per annientare i Popoli Liberi. Così nacque la razza degli Elfi Deviati, degli Elfi Bui o degli Elfi Oscuri, come li chiama la maggior parte della gente.
Questi erano stati istruiti in modo che odiassero oltre ogni modo i loro fratelli liberi; il Reietto voleva che tale odio sfociasse poi, come in vero è accaduto, in terribili guerre così che gli Elfi, quelli che lui non aveva catturato, fossero distrutti e perciò non avere più il timore di quella popolazione formidabile...o comunque temerli in misura minore. Senza contare che, inoltre, avrebbe avuto un "relativo" controllo anche sull'ultima popolazione di quella razza (gli Oscuri), tra le più forti e potenti esistenti sulla Terra dei Due Occhi.
Forse vi starete chiedendo per quale motivo ho evidenziato la parola "relativo", ebbene ora ve lo spiegherò. Dopo essere usciti da Kadmar gli Elfi Deviati iniziarono immediatamente la loro opera di distruzione, portando guerra agli Elfi Liberi vicino ai quali si stanziavano ma, non ostante questo (e qui spiego il perché di quel "relativo"), non ostante siano tanto cambiati nel loro animo, non ostante il loro cuore sia stato irretito a tal punto, essi posseggono ancora una volontà tale da non essere completamente sotto il giogo di alcun regnante oscuro, sia esso Enhomed oppure il Reietto in persona. Sono esseri rovinati, il cui orgoglio originale, però, non ha ceduto ed essi, per questo, non seguono assiduamente gli ordini impartiti loro da qualcun altro al di fuori del loro sovrano elfico ma piuttosto (e la cosa accade molto spesso) essi vivono indipendentemente, con l'unico scopo di distruggere gli odiati fratelli e provando invidia, che poi sarà astio profondo, per tutto ciò che è bello e gioioso, per tutto quello che vive in libertà, in una situazione tanto differente dalla loro, maledetti dal giorno in cui il Reietto catturò i primi Elfi e li tramutò in Oscuri, in “Nortals” (nella lingua elfica). Ad essere sinceri gli Elfi Oscuri provano una sorta di odio, misto a terrore, anche verso i Re Conquistatori, e vi furono molti casi che riguardano Nortals che lottarono contro gli Orchetti ed i servitori di Kadmar. Nemici che divennero inaspettatamente alleati, molto utili, in vero.
Tra gli alleati del Reietto, durante la prima era, vi furono pure molti uomini ed ovviamente, di questo, il Signore Oscuro fu molto felice in quanto vedeva le fila del suo esercito accrescersi ancora. Molti furono i clan, piccoli villaggi, paesi e città a cedere al controllo del Reietto. Gli uomini...sin dal tempo della Grande Creazione essi furono oggetto di curiosità e stupore, gli unici esseri nei quali poteva nascere quello strano sentimento che, con il passare del tempo, verrà chiamato "Amore". Eppure ciò che il Reietto aveva notato in loro era che, nello stesso tempo, venivano facilmente corrotti pure dall' "Odio"; una specie di ambigua esistenza li caratterizzava. Un'esistenza che, il Reietto (così come i suoi successori) l'aveva capito, poteva costare loro l'estinzione o, in un caso migliore, la facile sottomissione.
Continua...
§Johan Razev§