Viaggio nel tempo 2!

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
Johan
00lunedì 14 giugno 2004 22:31
Ecco conclusa la seconda parte del racconto riguardo i viaggi nel tempo, l'ho inziata a scrivere questo pomeriggio prima di andare da Guaiz, l'ho continuato quando sono tornato e l'ho completato ora! Ecco a voi...
P.s. ho ancora ascoltato la canzone "Eloi" a ripetizione per scrivere questo...[SM=g27828]
Spero che vi piaccia...

---------------------------------------------
<< Ora, dunque, ti spiegherò ogni cosa... >> cominciò Marnelli voltandosi e cancellando ciò che era disegnato sulla lavagna,
<< Non aspettavo altro >> risposi dopo aver avvicinato una sedia ed essermici poggiato sopra; il professore si volse nuovamente verso di me e riprese a parlare,
<< Come ti dicevo, la mia teoria del tempo è basata sul concetto che questo sia rappresentabile su un piano cartesiano triassiale, in questo modo... >> e disegnò molto velocemente ma con grande precisione una linea verticale, una orizzontale ed una obliqua le quali si incontravano in un punto che egli indicò con VL, poi rispettivamente sull'estremo alto della prima pose uno zero, su quello destro della seconda un più enne e su quello in basso della terza un meno enne,
<< Fino a qui è chiaro? >> domandò Marnelli senza staccare gli occhi dalla figura che aveva disegnato,
<< Non tutto.. >> affermai << che cosa rappresenta la VL con la quale hai indicato l'origine degli assi? >>
<< Piccolo osservatore senza perspicacia... >> disse il mio interlocutore girandosi con uno sguardo tutt'altro che entusiasta per una domanda che, probabilmente, riteneva alquanto stupida, << che cosa mai potrà rappresentare il punto nel quale passato, presente e futuro sono la stessa cosa? >> mi chiese un poco spazientito,
<< Il tempo si annulla quando si raggiunge la veocità della luce, ma certo! >> esclamai di scatto,
<< E' così! Ora che hai compreso anche questo torniamo alla spiegazione...tutto quello che noi percepiamo è formato da particelle le quali, secondo la mia teoria, vengono posizionate sia sull'asse del presente, quello che io ho indicato con lo zero, sia su quello del fututo, indicato con più enne, sia in quello del passato, meno enne...con questo si indica la diversa posizione temporale dello stesso corpo... >> notando la mia espressione non proprio convinta Marnelli abbassò lo sguardo, quindi lo rialzò subito e riprese a parlare più lentamente << Facciamo un esempio...prendi questo gesso che tengo in mano >> alzò la mano tenendo tra l'indice ed il pollice il piccolo pezzo di minerale che utilizzava per scrivere << tu lo percepisci, anche un momento fa lo percepivi ed è quasi certo che lo percepirai anche fra un momento...il gesso è formato da delle particelle, bene, queste, secondo la logica, in questo piano cartesiano che ho rappresentato possono essere rappresentate...mettiamo che il gesso sia questo punto, chiamiamolo ad esempio A >> piantò il gesso ad una certa altezza da VL sull'asse zero e fece un punto << questo che vedi è il gesso in un dato momento, un presente, siamo d'accordo? Bene, lo stesso gesso era qui... >> e fece un secondo punto al di sopra dell'asse meno enne << ...in un dato passato...possiamo dunque supporre che nel futuro esso faccia parte della congiungente passante per i due punti...questo, ovviamente, non tenendo conto delle probabilità che l'ambiente circostante influisca su di esso... >> ed aumentando la stretta del proprio pugno il gesso venne sbriciolato.
<< Dunque come possiamo fare per tenere in considerzione ogni evento possibile...è impossibile! >> esclamai alzandomi dalla sedia, avevo come l'impressione che tutto quello che mi era stato detto dal professore fosse crollato inesorabilmente dopo quelle ultime parole, del resto non era possibile prevedere ogni possibile cambimento dell'ambiente circostante!
<< Impossibile... >> Marnelli abbassò lo sguardo e sospirò profondamente << lo sapevo che anche tu, come tutti, avresti affermato questo...non sei poi tanto diverso da coloro che, mio caro, reputi diversi...prima di dire certe cose non è meglio ascoltare un discorso fino alla fine? Magari potresti venire a conoscenza di cose che nemmeno immaginavi! >> e, così dicendo, si mosse verso il lato della stanza opposto alla porta dalla quale eravamo entrati, qui vidi un'altro piccolo uscio scuro, Marnelli fece per aprirlo ma si girò verso di me,
<< Dunque? Non vuoi che l'impossibile divenga possibile? Io sono al lavoro proprio per questo! >> e, così dicendo, prese a ridere di gusto quindi oltrepassò la soglia della piccola porticina, dopo poco udii rombare la sua voce proveniente dalla scura stanza nella quale era scomparso << Vieni! >>, a questo punto mi affrettai a raggiungerlo.
Non appena fui entrato vidi, nell'oscurità, una piccola fiammella che illuminava debolmente il viso del mio amico, il qule sembrava impegnato nel fare qualche cosa, ma non capii bene che cosa stesse facendo, pareva quasi che stesse riparando chissà quale marchingegno ma non riuscii ad indentificarlo,
<< Professore? Che cosa sta facendo? Non crede che sarebbe bene accendere la luce? >> domandai nervosamente ma egli non mi rispose,
<< Professore? >> ripetei ma ancora non ricevvetti alcuna risposta, alchè decisi di avvicinarmi di mia spontanea volontà.
Allungai il piede destro con molta attenzione, cercando di fare il meno rumore possibile, poi seguii il piede sinistro, schiacciai un oggetto di metallo il quale emise un debole rumore tintinnante ma il professore non sembrava si fosse accorto di nulla, dopo qualche istante fui accanto a quest'ultimo il quale non accennava a spostarsi da quella posizione, piegato in avanti, illuminato dalla luce del proprio accendino, affaccendato a trafficare su un oggetto misterioso.
<< Marnelli.. >> dissi a bassa voce, appoggiando la mano sulla sua schiena, non mi aspettavo di certo quella reazione ed in effetti ne fui addirittura spaventato, il professore si alzò di scatto si volse verso di me urlando,
<< Che modi sono questi?! Ti sembra buona cosa avvicinarti così...come un ladro, un animale feroce che avanza sottovento e senza far rumore per sorprendere la povera preda indifesa? >>
<< Non credevo...scusami...ti ho chiamato diverse volte ma sembrava non mi sentissi! >> cercai di difendermi,
<< In effetti è così! Non ti sentivo...stavo facendo un piccolo esame alla mia macchina e mi sono distratto >>
<< Macchina? >> chiesi, ero molto curioso di sapere che cosa il manto dell'oscurità cellasse ai miei occhi, già fremevo nel sapere cosa fosse,
<< Sì, una macchina per traslare le particelle secondo una logica chiusa...io riesco a traslare ogni particella, riesco a farlo...ma c'è un problema! Quello di cui ti parlavo prima...se voglio traslare il gesso nel futuro, lo ritroveremo come sarebbe se l'ambiente circostante non avesse avuto alcun effetto su di lui...per quanto riguarda il passato sono ormai giunto ad una sperimentazione avanzata, ma fino a quando il progetto non sarà completo, quando non troverò una soluzione al problema del futuro, non posso fare alcun viaggio nel tempo... >> concluse egli con voce stanca,
<< Viaggio nel tempo?! >> ripetei con grande eccitazione << a questo punto, potresti tornare indietro nel tempo con la macchina che sta qui davanti a noi e di cui vedo unicamente e poco chiaramente i contorni? Strabiliante! >> non riuscivo più a trattenere la mia gioia, finalmente mi stavo avvicinando alla mèta che mi ero prefissato, cambiare quello che, in questo mondo, non mi piaceva,
<< Strabiliante...di sicuro...ma ancora non si può utlizzare, il futuro mi è ignoto...dovremo aspettare ancora, ma tu, spero, mi aiuterai, non è così? >>
<< Non rimangio la parola, io ti aiuterò...non sono mai stato così vicino al traguardo, mi accorgo ora che ho seguito una pista differente, accidentata, ma finalmente vedo dinanzi a me la striscia bianca che devo attraversare e se è solo una buca che mi divide dalla fine...non vedo l'ora di mettermi al lavoro per riempirla! >> ero all'apice della felicità,
<< Benissimo, ora ti mostrerò il frutto dei miei lavori...ecco! Ho trovato l'interruttore...ora ti mostrerò la macchina del tempo! >> udii un leggero click provenire dalla sagoma che avevo di fronte, su di questa si accesero molte luci le quali illuminarono l'intera stanza, finalmente capii perchè il professore non avevo acceso l'interruttore della corrente quando era entrato dalla porta, semplicemente perchè tutte i fili elettrici convergevano nella macchina, una specie di grande ragno all'interno della propria tela; la macchina era semplicemente la più straordinaria accozzaglia di ferro e luci che avessi mai visto, come forma assomigliava molto ad un grosso letto, due coppie di gambe scendevano dagli angoli, ognuna di esse pareva avere un qualche propulsore alla base, circa a metà di queste vi era un articolazione, probabilmente serviva a permettere il movimento. Sopra le quattro gambe pesava il corpo del veicolo, questo era praticamente diviso in due parti, la prima, all'estremo alto, era la cabina dei piloti, una spessa vetrata lo divideva dall'esterno, al cui interno potei vedere due comodi sedili rosso fuoco e dietro ad essi, due piccoli poster (non riuscii a capire che cosa vi fosse rappresentato); la seconda parte del corpo, invece, si sviluppava per tre quarti della lunghezza, l'unica cosa che notai era la parola che sopra di questa era stata incisa: IMPOSSIBILE?; mi sfuggì un piccolo riso che, però, venne colto dal mio amico,
<< Cosa di tutto questo ti fa ridere? Dimmi, così che anche io possa divertirmi... >> disse allargando le braccia come abbracciare la macchina che ci stava dinanzi,
<< Nulla...perdonami, ma quell' "IMPOSSIBILE?" sulla macchina mi ha fatto sorridere...ma non te ne curare! Piuttosto fammi sapere qualche cosa circa il funzionamento di questa marchingegno! >> dissi appoggiando il palmo della mia mano detra su una della gambe del veicolo,
<< Come vuoi...dobbiamo entrare all'interno, per fortuna che l'ho costruita per due persone...sai avevo un assistente fino a qualche mese fa, poi, però, è morto misteriosamente nella sue dimora... >>
<< Mi dispiace molto...in effetti credo di avere sentito parlare, se non sbaglio è quello strano caso di Thomas J. Morton, sbaglio? >> Marnelli annuì, << ..a quanto ricordo pare sia stato trovato morto rannicchiato dentro la sua vasca da bagno, davvero orribile! >>, il professore emise un lungo sospiro poi disse,
<< Era davvero un bravo ragazzo, veniva dall'America e con lui ho trascorso gli ultimi tre anni, abbiamo lavorato moltissimo al progetto T.P., traslazione particelle, ma due settimane fa è accaduto l'irreparabile...è stata davvero una fortuna averti trovato! >> e mi strinse le spalle sorridendo con lo stesso sguardo che un padre rivolge al figlio per consolarlo,
<< Ne sono onorato... >> risposi,
<< Basta, amico mio, parlare di queste cose...andiamo, ti devo mostrare come si attiva questo tesoruccio...vieni, vieni... >> mi guidò fino alla parte posteriore della macchina nella quale vi era un'apertura, lo sportello di chiusura era poggiato a terra e fungeva da scala per entrare all'interno,
< Molto funzionale > pensai; Marnelli mi precedette e, quando fui anche io entrato, il professore chiuse lo sportello alle mie spalle,
<< Ora stai molto attento...quello che vedi qua davanti serve ad accendere i motori della macchina, ho dovuto prendere tutta l'energia di cui disponevo in questa stanza per averne abbastanza, come avrai notato tutti i cavi elettrici si portano alla macchina...questo, invece.. >> mi indicò un grosso bottone blu << serve per aprire e chiudere il portellone d'entrata e di uscita...l'ho appena schiacciato per chiudere la cabina dopo che anche tu sei entrato...ed infine questo è il computer di bordo, basta immettere l'equazione di traslazione ed il gioco è fatto, come ti ho già spiegato, però, esso va fatto unicamente verso il passato in quanto l'unico futuro che vedresti è quello di un mondo nel quale ogni elemento non ifluenza l'altro...un mondo fittizio... >> mentre ascoltavo queste parole mi pareva di essere il protagonista di una storia di fantascienza, magari lo ero davvero, magari era tutto un sogno ma davvero, allora, desideravo di non svegliarmi, ad un tratto udii nuovamente le parole di Marnelli,
<< Ci siamo capiti? >> mi domandò l'uomo battendo la sua mano sulla mia spalla,
<< Certo, certo... >> risposi con fermezza anche se, a dire il vero, non avevo udite le sue ultime parole,
<< Molto bene...è ora di scendere! >> disse alzandosi velocemente, io, invece, mi sentivo come se fosse ormai giunto il momento nel quale torno alla realtà, quando odo mia moglie arrivare con la colazione, con una tazza di latte fumante e dire << Buon giorno! >> ed io, accortomi che tutto quello che ho visto null'altro era se non un sogno, mi dirò < Ci credi ancora a queste bambinate? > ed è per questo che esitavo ad alzarmi dalla poltrona, esitavo a muovermi, sentivo Marnelli darmi qualche colpetto sulla spalla ma io non volevo uscire,
<< Non è un sogno...domani potrai venire ancora qui, è il momento di separarci ma stai tranquillo, quel traguardo non si allonterà di certo nè tantomeno se ne andrà del tutto...c'è del lavoro da fare ed io ho già scelto te come mio nuovo aiutante...quando sorgerà il sole, se vorrai, il mio laboratorio sarà aperto, vieni pure >> mi tranquillizzò il professore quasi come se avesse letto nei miei pensieri,
<< Domani mattina sarò qui... >> annunciai voltando il capo e, finalmente, mi alzai.
Dopo poco fummo nuovamente fuori dalla macchina del tempo, guardai l'orologio e decisi che sarebbe stato meglio andarmene, dopo aver compreso che effettivamente quella che stavo vivendo era la realtà e con la prospettiva che il giorno seguente sarei di nuovo tornato al laboratorio di Marnelli, non mi sembrò più cosa terribile allontanarmi da lì,
<< Allora io vado...non voglio arrivare in ritardo a casa...ci vediamo domani! >> e quindi mi congedai alzando la mano, il professore rispose al saluto e, subito, si mise a scrivere alla lavagna.
Mi misi in macchina e mi diressi verso casa; durante tutto il tragitto la mia mente era concentrata su come risolvere il "problema futuro", un qualche metodo doveva pur esserci anche se in un primo momento poteva sembrare impossibile ma come aveva più volte sottolineato Marnelli, l'impossibile è solo uno stato d'animo che si affianca e prende il posto della poca volontà e dell'indolenza nel sforzarsi troppo, è impossibile scalare l'Everest quando chi ci prova non è abbastanza volenteroso, quando la fatica diventa troppa ci si nasconde dietro un "è impossibile" per cercare di salvare la faccia; bene a me non importava di salvare la faccia, io quell'impossibile volevo renderlo possibile. Ogni metro di strada che scivolava via mi vedeva intento a cercare una qualche soluzione a quel problema.
Quando ancora ero meditabondo giunsi alla mia umile dimora, scesi dall'auto e velocemente entrai in casa, salutai debolmente la mia famiglia e mi chiusi nel mio studio per rimanere un poco da solo con me stesso, sperando in questo modo di trovare un modo per ovviare a quell'ostacolo.
Rimasi praticamente tutta la notta sveglio per quel motivo, tanto che più volte mia moglie venne a bussare per chiedere come stessi (ed io puntualmente le urlavo di non disturbarmi); ad un certo punto mi cadde di mano la penna con la quale stavo giocherellando, la quale rotolò per tutta la scrivania e, quindi, cadde a terra,
<< Ma certo! >> gridai dopo aver visto ciò.
-----------------------------------------------------------

Johan Razev

[Modificato da Johan 15/06/2004 21.16]

rijkaard
00lunedì 14 giugno 2004 23:39
Complimenti
anche per questa seconda bellissima parte, che soprattutto lascia con la voglia pazzesca di leggere il pezzo sucessivo.
Unico appunto il fatto che ci si aspetterebbe forse qualche avvenimento in più nella parte centrale, invece davvero molto bella la parte finale.
In particolare mi è piaciuta anche la riflessione sull'"impossibile".

[Modificato da rijkaard 14/06/2004 23.42]

Lorentzgang
00martedì 15 giugno 2004 17:30
eheh
rimane proprio in sospeso, bello.
Ma l'assistente l'ha ucciso lo stesso Marnelli?
Obliqua non si scrive con la q...?
Marnelli con l'accendino è forse una citazione dall'Immenso in aula video?
Johan
00martedì 15 giugno 2004 21:15
Dunque...
...ora risponderò alle tue domande:
1-Ovviamente non te lo posso dire...diciamo, forse [SM=g27828]
2-Sì...scusate per la distrazione [SM=x346106]
3-Assolutamente sì...bravo Forno! [SM=g27811]

P.s. grazie rijkaard per i complimenti! [SM=g27811] Volevo solo chiederti delucidazioni circa la parte in mezzo, scusa ma sai bene che sono un po' [SM=x346106] ...intendi che ti aspettavi più informazioni circa la morte dell'assistente di Marnelli? Scusa davvero per la domanda...grazie ancora, comunque!

Johan Razev

[Modificato da Johan 15/06/2004 21.18]

Lorentzgang
00martedì 15 giugno 2004 21:48
eheh
lo sapevo che sull'Immenso non si sbaglia mai. Dai, scrivi la parte tre che voglio scoprire chi ha ucciso il povero assistente, tanto lo so che è stato Marnelli...
Vabbè, per gli errori di sintassi dovrei stare zitto io e basta.
rijkaard
00mercoledì 16 giugno 2004 11:51
Intendevo
che forse succedono poche cose rispetto a quante ce ne si potrebbe attendere, e si perde forse un po' di tensione, ma con questo non dico che sia brutta...

Onore all'IMMENSO[SM=x346083] !
Johan
00mercoledì 16 giugno 2004 12:46
No, no non ti preoccupare...
...ero io che non avevo capito, davvero...era che avendolo scritto io non ho completamente la capacità di, diciamo così, "giudicarla come lettore", quindi mi ha fatto molto piacere sentire il tuo parere...era proprio il fatto che non avevo capito la parte a cui ti riferirvi. [SM=g27811]

Johan Razev
Lo Schiavo
00mercoledì 16 giugno 2004 13:36

<< Facciamo un esempio...prendi questo gesso che tengo in mano >>



Mi sono fermato a leggere qui perchè mi è venuta in mente la Brunatti e non ho avuto il coraggio di continuare...
Johan
00mercoledì 16 giugno 2004 13:39
Hai ragione!!!
Porca miseria!! Non ci avevo pensato!
Vabbè, allora prova a fare questo...focalizza la tua mente sul ricordo del Bizzo che ci racconta di come si dovrebbe fare per tenere sveglia l'attenzione dei propri studenti...anche in quel caso ha parlato del gesso che teneva in mano! [SM=g27828]

Johan Razev
Lorentzgang
00mercoledì 16 giugno 2004 14:24
Gebbo, forse ho capito
L'assistente (che non chiamerò mai per nome perchè ha un nome inglese) non l'ha ucciso Marnelli direttamente, ma magari tornando dal futuro perchè voleva evitare qualcosa che sarebbe avvenuto se l'assistente non fosse morto.
O forse l'assistente stesso si è suicidato dopo aver scoperto che nel suo futuro c'era qualcosa di irrimediabilmete e ineluttailmete negativo per lui, e sapeva che se le condizioni del presente non fossero cambiate si sarebbe verificato, perchè in effetti la macchiana attuale aveva quel "difetto".
Oppure la macchina era già pronta, e l'assistente è stato ucciso con un viaggio nel futuro, no impossibile, perchè il futuro visitato è fittizio.
Magari è stata un prova (uno così bello esperimento), il professore dice "vediamo se la macchina ha indovinato questo!" e tira una candelabrata sulla testa del povero assistente, poi fa un viaggio nel passato e si dice "ehi, io sono te fra un mese, prova a vedre se con un viaggio nel futuro l'assistente idiota è vivo e no, bwahahahahahahaahah".

Insomma Gebbo, scrivi questa terza parte che voglio sapere come va a finire!
Johan
00mercoledì 16 giugno 2004 14:33
Vedrai...vedrai...
Ci vuole solo un po' di pazienza, amico mio; fra poco devo andare a vedere Futurama, poi andrò dal parrucchiere, poi verrò a giocare a calcio e poi tornerò a casa, quindi, dopo aver fatto la doccia ed aver cenato, questa sera verro in piazza...ok, domani mi metterò ad ascoltare "Eloi" per un po' di tempo, chissà..magari già domani ci sarà la terza puntata! Ma sai bene che io mi metto a scrivere solo quando mi viene l'ispirazione...vedremo...anche se qualche idea già ce l'ho!
Le tue ipotesi, comunque, sono spettacolari!!!

Johan Razev
Lo Schiavo
00mercoledì 16 giugno 2004 15:10
Ho finito di leggere:
C'è uan cosa che non condivido, il fatto di chiamare Marnelli scienziato è un errore, gli scienziati non costruiscono nessuna macchina per definizione.
Lo scienziato è colui che usa i macchinari per arrivare ai principi con cui si muove la natura, non è colui che da i principi costruisce dei macchinari. Tralaltro lo scienziato non avrebbe neppure bisogno di usare i macchinari, perchè esiste anche la fisica teorica, che è praticamente solo matematica applicata ai principi.
Sembra un errore scemo, in realtà è semplicemente la abissale differenza che fa degli scienziati le persone meno dannose e più produttive della nostra società e degli ingegnieri le persone più distruttive e dannose per il pianeta.
Lorentzgang
00mercoledì 16 giugno 2004 16:28
BAh
a parte il fatto che solo con gli scienziati adesso saremmo all'età della pietra, e nemmeno conosceremmo tutte quelle cose ceh tu dici teoriche, perchè senza gli strumenti, le macchine, adesso avrebbe ragione Simplicio, non Galileo. Senza la possibilità di indagare il reale, con i prolungamenti dei nostri sensi, allora avremmo un bel da inventarci chimere e cattedrali di carta. Sempre che non si arrivi alla percezione del metafisico, ma è un'altra storia. Eppoi allora chi è lo scienziato? Cartesio era uno scienziato? o Spinoza? Loro di strumenti non ne avevano mai costruiti, eppure... Allora Galileo non lo fu, ha costruito il cannocchiale. Nemmeno Carnot o il suo amico Stirling o come cavolo si scrive. Neppure Pascal. Nemmeno Fermi. Einstein era uno scienziato? Mah, da quel che ne so ha contribuito come supervisore alla costruzione della bomba atomica (per timore che la germania ci arrivasse prima, non che fosse simpatico come Fermi "uno così bello esperimento..." Basta, Fermi è il mio idolo).
Comunuqe, forza Gebbo, scribe!
Lo Schiavo
00mercoledì 16 giugno 2004 19:11
Re: BAh

Scritto da: Lorentzgang 16/06/2004 16.28
a parte il fatto che solo con gli scienziati adesso saremmo all'età della pietra, e nemmeno conosceremmo tutte quelle cose ceh tu dici teoriche, perchè senza gli strumenti, le macchine, adesso avrebbe ragione Simplicio, non Galileo. Senza la possibilità di indagare il reale, con i prolungamenti dei nostri sensi, allora avremmo un bel da inventarci chimere e cattedrali di carta. Sempre che non si arrivi alla percezione del metafisico, ma è un'altra storia. Eppoi allora chi è lo scienziato? Cartesio era uno scienziato? o Spinoza? Loro di strumenti non ne avevano mai costruiti, eppure... Allora Galileo non lo fu, ha costruito il cannocchiale. Nemmeno Carnot o il suo amico Stirling o come cavolo si scrive. Neppure Pascal. Nemmeno Fermi. Einstein era uno scienziato? Mah, da quel che ne so ha contribuito come supervisore alla costruzione della bomba atomica (per timore che la germania ci arrivasse prima, non che fosse simpatico come Fermi "uno così bello esperimento..." Basta, Fermi è il mio idolo).
Comunuqe, forza Gebbo, scribe!


Si ma una conto è costruire qualcosa utilizzando principi già noti per facilitare la ricerca, un altro è costruire qualcosa sfruttando un principio già dimostrato al semplice fine di farlo.
Molto semplicemente galileo ha fatto il cannocchiale per guardare in cielo, quel tipo ha costruito una macchina del tempo... perchè?

Aggiungo una cosa: tutte quelle divagazioni che hai fatto citando filosofi, simplico e compagnia bella non hanno senso perchè loro non sono stati scienziati semplicemente perchè non hanno usato un linguaggio scientitifico, nè tanto meno un metodo scientifico.
Seconda cosa: il fatto che simplicio pur non avendo gli strumenti non riuscisse ad arrivare al fatto che i nervi partissero dal cervello e non dal cuore è la dimostrazione dell'esatto opposto di quello che dici, senza gli scienziati per quanti macchinari si possano costruire non si arriverebbe mai ad una verità dimostrabile. La differenza è nel fatto che uno scienziato usa i macchinari per facilitarsi la trada, ma uno scienziato non dipende dai macchinari: la relatività del tempo è stata scoperta per via semplicemente teorica ed è solo la scoperta più importante degli ultimi secoli...

[Modificato da Lo Schiavo 16/06/2004 19.18]

Lorentzgang
00mercoledì 16 giugno 2004 20:19
Già, ma è questo che non condivido

Scritto da: Lo Schiavo 16/06/2004 15.10
C'è uan cosa che non condivido, il fatto di chiamare Marnelli scienziato è un errore, gli scienziati non costruiscono nessuna macchina per definizione...


Allora tu dici giustamente che gli scienziati le macchine possono costruirle, ma prima avevi detto l'opposto.
Sono infatti perfettamente consapevole che chi ho citato non era scienziato, volevo solo sapre chi lo era per te, se chi costruisce macchine non lo può essere epr definizione.
La relatività è stata elaborata teoricamente, ma è tutt'ora in via di dimostrazione, attraverso i più disparati macchinari, dagli acceleratori di particelle a strumenti montati su sonde interplanetarie, a orologi e bombe atomiche.


Comunque Gebbo ora so chi è stato a uccidere l'assistente: il reverendo Green, in cucina, col candelabro.
rijkaard
00mercoledì 16 giugno 2004 20:26
Non è il reverendo
E' IL MAGGIORDOMO!, come in tutti i gialli!
Lorentzgang
00mercoledì 16 giugno 2004 20:32
eh ,sì
però in tutte le partite a cluedo che ho giocato, il colpevole in un modo o nell'altro era sempre il reverendo green... Questi protestanti...

Comuqnue mi è appena successa una cosa inredibile, avevo aperto winmx, e appena sono tornato al computer er aancora aperto con l'icona in basso a destra, poi adesso pongo li lo sguardo per vedere di cliccarci e verificare l'andamento dei miei dload (cazzo, mai riusirò a scaricare il clavicembalo per temperato), e, meraviglia!, l'icaon di winmx è scomparsa n favore di quella di kazaa, che non avevo aperto, e cliccandoci sopra si apre proprio kazaaa....!:choc1:
Lo Schiavo
00giovedì 17 giugno 2004 00:28
Re: Già, ma è questo che non condivido

Scritto da: Lorentzgang 16/06/2004 20.19

Allora tu dici giustamente che gli scienziati le macchine possono costruirle, ma prima avevi detto l'opposto.
Sono infatti perfettamente consapevole che chi ho citato non era scienziato, volevo solo sapre chi lo era per te, se chi costruisce macchine non lo può essere epr definizione.
La relatività è stata elaborata teoricamente, ma è tutt'ora in via di dimostrazione, attraverso i più disparati macchinari, dagli acceleratori di particelle a strumenti montati su sonde interplanetarie, a orologi e bombe atomiche.


Comunque Gebbo ora so chi è stato a uccidere l'assistente: il reverendo Green, in cucina, col candelabro.


Io dico che distinguo le due cose: costruire una macchina applicando una legge semplicemente per applicarla e costruire una macchina applicando un principio al fine di giungere ad un'altra legge. Ed è la differenza che c'è tra un ingegnere e uno scienziato, lo scienziato se fa una cosa la fa al fine di proseguire nei suoi studi e solo ed esclusivamente per quello, un ingegnere invece la fa semplicemente per farla o per rendersi la vita più comoda.
Lorentzgang
00giovedì 17 giugno 2004 11:26
Re: Re: Già, ma è questo che non condivido

Scritto da: Lo Schiavo 17/06/2004 0.28

Io dico che distinguo le due cose: costruire una macchina applicando una legge semplicemente per applicarla e costruire una macchina applicando un principio al fine di giungere ad un'altra legge. Ed è la differenza che c'è tra un ingegnere e uno scienziato, lo scienziato se fa una cosa la fa al fine di proseguire nei suoi studi e solo ed esclusivamente per quello, un ingegnere invece la fa semplicemente per farla o per rendersi la vita più comoda.



Non è del tutto esatto. Uno scienziato costruisce una macchina anche solo per dimostrare un principio che ha già teorizzato, poi magari grazie a quella, anche casualmente (come succede spesso) ne scopre un altro. Ma in genere se costriusci una macchina sai già per cosa la vuoi costruire, pertanto serve solo a dimostrare, non a giugere. Se poi si giuinge anche tanto meglio.
Ma comunque, pur non essendo vero neppure che un ingegnere non possa essere anche scienziato, posso pure dirmi d'accordo col tuo pensiero. L'importante è che tu ti contraddica, dicendo che in effetti uno scienziato una macchina la può costruire.
Lo Schiavo
00giovedì 17 giugno 2004 12:53
Re: Re: Re: Già, ma è questo che non condivido

Scritto da: Lorentzgang 17/06/2004 11.26
L'importante è che tu ti contraddica, dicendo che in effetti uno scienziato una macchina la può costruire.


Se per te mi sono contraddetto, fatti tuoi.

L'importante è che alla fine tu non hai detto nulla che dica il contrario di quello che ho detto dal momento che tutto il discorso che hai fatto prima in quel post non ha assolutamente senso:
1) uno scienziato non dice nulla se non dimostra, quindi non deve porsi il problema di dimostrare ulteriormente cose che ha già ampliamente dimostrato per via teorica. Le conclusioni a cui si giunge per via teorica sono vere tanto quanto quelle a cui si giunge per via pratica, il fatto che stiano facendo tanti esperimenti sul PRINCIPIO della relatività non è per dimostrare il principio, bensì per trovare un modo di SFRUTTARLO.
2) un ingegnere non sarà mai uno scienziato, la differenza è netta e distinta: lo scienziato ricerca, l'ingegnere inventa, se non cerchi non puoi scoprire niente.

[Modificato da Lo Schiavo 17/06/2004 12.54]

Lorentzgang
00giovedì 17 giugno 2004 13:13
ma io non ti capisco
scusa se riscrivo sempre la stessa cosa, ma mi pare evidente che tu ti sia contraddetto "gli scienziati non costruiscono nessuna macchina per definizione...". Nessuna macchina, non costruiscono. Per definizione.
Prova ad aggiuingere qualunque cosa dopo questa frase, che giustifichi quello che hai detto dopo (ovvero he in effetti le costruiscono ma solo per arrivare ad una dimostrazione). Prova.

1)tu lo sai vero che la teoria della relatività che è stata formulata teoricamente, fu esplicitata da Einstein senza che fosse domostrata?
2)e se uno ha la laurea in ingegneria, costruisce circuiti elettronici e robot, e poi scopre la legge che governa la gravitazione quantistica (me la sto inventando) e la dimostra attraverso un suo macchiario, lui non è uno scienziato?
Lo Schiavo
00giovedì 17 giugno 2004 15:09
Re: ma io non ti capisco

Scritto da: Lorentzgang 17/06/2004 13.13
1)tu lo sai vero che la teoria della relatività che è stata formulata teoricamente, fu esplicitata da Einstein senza che fosse domostrata?
2)e se uno ha la laurea in ingegneria, costruisce circuiti elettronici e robot, e poi scopre la legge che governa la gravitazione quantistica (me la sto inventando) e la dimostra attraverso un suo macchiario, lui non è uno scienziato?


1) te lo credo, è un principio, non una legge... prova a dimostrare i principi della dinamica, se ci riesci saresti lo scienziato migliore del mondo. Dei principi ne si può solo dimostrare la validità e dire che dimostri un principio è dire che ne dimostri la validità, non il principio in se. Se non lo sapevi mi dispiace per te, queta è una delle cose più banali che si imparano in fisica...
2) lui li costruisce, ma del principio che regola il suo circuito elettronico non gliene importa nulla al di fuori di quello che deve sapere per poterlo far funzionare, quindi non andrà mai oltre al costruirlo, altrimenti non sarebbe neppure un ingegnere, sarebbe una specie di mezzo e mezzo.
Lorentzgang
00giovedì 17 giugno 2004 15:21
non è così difficile
da credere che non so nulla di fisica, ma i principi della dinamica me li ricordo, e so anche che sono dimostrabili e dimostrati, a partire dal piano inclinato che uso Galileo a non so in verità cos'altro. "Dire che dimostri il principio vuol dire che ne dimostri la validità". Allora si può dimostrare un pirncipio: dimostrandone la validità. Sono lo scienziato migliore del mondo.[SM=g27828]

e se invece gliene importasse, perchè in realtà lui il macchinario l'ha costruito proprio per dimostrare una legge che ne governa il funzionamento? Se lui avesse costruito una macchina termica reversibile per dimostrare il principio di Carnot?
Lo Schiavo
00giovedì 17 giugno 2004 17:18
Re: non è così difficile

Scritto da: Lorentzgang 17/06/2004 15.21
da credere che non so nulla di fisica, ma i principi della dinamica me li ricordo, e so anche che sono dimostrabili e dimostrati, a partire dal piano inclinato che uso Galileo a non so in verità cos'altro. "Dire che dimostri il principio vuol dire che ne dimostri la validità". Allora si può dimostrare un pirncipio: dimostrandone la validità. Sono lo scienziato migliore del mondo.[SM=g27828]

e se invece gliene importasse, perchè in realtà lui il macchinario l'ha costruito proprio per dimostrare una legge che ne governa il funzionamento? Se lui avesse costruito una macchina termica reversibile per dimostrare il principio di Carnot?


Peccato, ma il piano inclinato di Galileo non dimostra il principio, ma ne dimostra solo la relativa validità all'interno di un determinato sistema. Dimostrare un principio non vuol dire dimostrarne la validità, in quanto per dimostrare una qualunque legge bisogna far riferimento ad un principio che ha validità nel sistema in cui la legge viene applicata, ma per dimostrare un principio bisognarebbe riferirsi a quella che qualcuno può definire "volontà divina". Quindi dimostrare un principio è impossibile. Dimostrare la validità di un principio in un determinato sistema invece è fattibile con un margine di errore, ciò vuol dire che un principio viede dato per valido solo se nel sistema "quasi isolato" gli effetti dettati dal principio sono molto vicini agli effetti che si riscontrano praticamente.
L'errore che stai facendo tu rappresenta la differenza tra un filosofo e uno scienziato, lo scienziato è perfettamente cosciente del fatto che i principi su cui si basa potrebbero essere tutte delle palle e non pretende di andare oltre, sa solo che se qualcuno gli ha messo davanti quella opportunità non può far altro che sfruttarla e che altre strade al di fuori di quella sono semplicemente più insicure.

Per quanto riguarda la seconda affermazione, a quel punto non sarebbe un ingegnere ma uno scienziato. Però a quel punto definirlo ingegnere sarebbe errato.
Lorentzgang
00giovedì 17 giugno 2004 18:05
mmmh,
devo capire a che giuoco stai giuocando: vediamo chi dice più cavolate? Allora hai vinto tu.
Cioè, a me va bene che qualcuno eccepisca alle mie proposizioni, però pretendo che mi si rispetti, non sono scemo, certe cose le capisco.
Hai scritto:
"dire che dimostri un principio è dire che ne dimostri la validità" e anche "Dimostrare un principio non vuol dire dimostrarne la validità", allora, è o non è, o in questo sistema di riferimente il principio di non contraddizione non vale?
Ma se uno scienziato non costruisce nessuna macchina per definizione, come può quell'ex ingegnere che ha costruito la macchina esserlo? Ah, sempre il principio di contraddizione a grazia.
Però (veramente non lo so) è così scontata l'universalità di un principio? Se il principio si riferisse effettivamente solo al nostro determinato punto di vista? Per esempio l'entropia, è scontato che il principio per qui essa è sempre in aumento è da riferire all'universo intero, e non all'ambiente internmo di un frigorifero.
Lo Schiavo
00giovedì 17 giugno 2004 18:53
Re: mmmh,

Scritto da: Lorentzgang 17/06/2004 18.05
"dire che dimostri un principio è dire che ne dimostri la validità" e anche "Dimostrare un principio non vuol dire dimostrarne la validità"


Semplicemente il senso di due affermazioni cambia rispetto al concetto in cui sono messe:
la prima voleva dire che se una persona ti dice "dimostrare il principio" indende dire automaticamente "dimostrarne la validità", la seconda cambia di senso in quanto abbiamo scisso i due termini (cosa che prima non era avvenuta) quindi il concetto di "dimostrare il principio" cambia...
Dio quanto odio usare le parole per esprimermi, non esiste linguaggio peggiore.
Lorentzgang
00giovedì 17 giugno 2004 18:58
beh
se non parli con le parole con cosa parli? Dio stesso creò l'universo con la parola. Devi solo imparare a parlare, e non è vero che s'impara da bambini, dimmi te se mio fratello sa parlare...

Comunque se quello che volevi dire è quello che hai spiegato poi, effettivamente è così difficile capirlo che la tua stessa interpretazione pare una forzatura.
Lo Schiavo
00giovedì 17 giugno 2004 19:14
Mah guarda, io con me stesso sono chiaro e sincero... sinceramente mi basta perchè del resto quello che importa di una persona non è quello che dice, bensì quello che fa, inoltre le uniche cose che dovrò dire al mondo conto di dirle con la matematica, non di certo con questo linguaggio così obsoleto.
Lorentzgang
00giovedì 17 giugno 2004 19:48
chissà
se la matematica "il linguaggio con cui Dio scrisse l'universo" secondo Galileo almeno, esisterebbe senza la parola. In fondo parliamo anche i numeri noi.
Lo Schiavo
00giovedì 17 giugno 2004 23:44
Sono le parole che indicano il numero, non il numero a non esistere se non c'è la parola. Il numero esiste e la parola lo identifica, le funzioni esistono e le parole le identificano, non il contrario, anche perchè tutte le funzioni matematiche sono un susseguirsi di 1+1 e di operazioni inverse, per cui basta dimostrare che esiste l'unità a priori per dire che effettivamente i numeri esistono prima delle parole.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:19.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com