il misterioso Cimblerum

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tremis
00sabato 21 agosto 2004 18:44
e accidenti ho sbagliato il titolo giusto è
allora dai che forse siamo alla svelosità del misterioso "Ciumblerum".
Ho aperto un nuovo coso qua perchè non volevo continuare dietro al racconto molto bellissimo della Chicca.
Io credo che sto Ciumblerum sia formato da due parole, una è CIUMBIA tipica esclamazione di stupore, di meraviglia di origine milanese.
L'altra parola è BLERUM, che è una parola magica contenuta nella leggenda di Taliesin, una sorta di saga nordica, di cui però so poco anzi niente.
allora guardate cosa ho trovato tra le note di un vecchio disco di Franco Battiato, Sulle Corde di Aries (1973).
allora ve lo trascrivo cosi comè:
Un giorno il Re radunò la corte e anche il piccolo Taliesin ebbe il suo angolino tranquillo. Quando i bardi e gli araldi si fecero avanti per andare a innalzare le lodi della liberalità e della potenza del re e sfilarono anche dinnanzi al magico fanciullo, questi passando un dito sulle labbra fece "Blerum, Blerum".
Nessuno dei bardi e degli araldi fece caso a Taliesin, ne si accorsero del suo straordinario flusso: tuttavia - giunti dinnanzi al re - non poterono fare a meno di ripetere "Blerum, Blerum". E il re sbalordito, pensò fossero tutti ubriachi.
(dalla leggenda di Taliesin)


allora dai io dico che sto Ciumblerum è una invenzione di quel ragazzino corteggiatore della Chicca, era una parola magica, tutti da bambini abbiamo avuto una parola magica, io usavo "Klatù Barada Nicto", dal film "Ultimatum alla terra".
il tipino lì, Ciumblerum lo diceva passandosi le dita sulla bocca per accentuare il verso giusto? insomma un po' come Taliesin.
Però insomma una cosa non si sa, se il racconto è autobiografico o no, insomma Chicca ci devi dire se sto corteggiatore che diceva Ciumblerum lo hai conosciuto davvero o se il racconto è un'invenzione totale e quindi anche il Ciumblerum te lo sei inventato o era la tua parola magica, però forse è meglio se conservi il segreto e ci lasci nel dubbio.

Ecco ancora una cosa sull'ignoranza a proposito di Taliesin, ecco che io con questo nome conoscevo solo un'architettura di Frank Lloyd Wright.


[Modificato da tremis 21/08/2004 22.28]

ritaf
00sabato 21 agosto 2004 21:50
Ma tu guarda Tremis [SM=g27758] da bambini abbiamo condiviso la stessa frase magica, io me la ero quasi scordata.
Grazie di avermela ricordata, [SM=g27760] mo' provo a vedere se funziona ancora!
Rita
chicchis
00domenica 22 agosto 2004 14:02
Forse in effetti era una parola magica: bravo Trem.
Però mica mia, no no: invidio molto te e Rita con la vostra formula che sembra magica davvero e sono sicura che funziona.
Non avevo una parola, ma un sasso magico sì.
Con i miei genitori vivevo in una grande casa molto vecchia, c'era un cortile col selciato di sassi e un giuggiolo in un angolo. C'era anche una vasca di pietra coi pesci rossi che però ad un certo punto sono morti e nessuno li ha rimessi e poi perfino, anche se può sembrare un pò incongruo in un cortile cittadino, un pollaio con un galletto filippino e la sua corte di gallinelle.
Scavando nel cortile si trovavano delle cose: improbabili tesori persi dagli abitanti della casa succedutisi per tanti anni.
Una volta ho trovato una specie di ciottolo di vetro viola: grande come una castagna spezzato ad una estremità.
Mi sembrava stupefacente, soprattutto perchè non riuscivo ad attribuirgli un qualche pregresso uso come invece poteva accadere con il pezzetto di un piatto o il manico di una tazzina.
A cosa poteva servire un sasso di vetro liscio, tondo e viola?
L'ho tenuto nella tasca laterale della cartella finchè sono andata a scuola: se avevo paura mi interrogassero quando non avevo studiato lo stringevo forte nel pugno. Funzionava!
Me lo sono portato dietro alle medie, eh ormai avevo uno zaino. E poi anche al liceo nella borsa da postino con cui portavo i libri.
Poi accidenti l'ho perso.
Molto meglio avere una parola magica, che un sasso.
thevivons
00martedì 24 agosto 2004 10:08
Chicca, come racconti bene.
Mi sembra di esserci stata in quel cortile. Mi ricorda uno di quei posti che per me bambina erano pieni di magia; come i vecchi giardini invasi d'edera...[SM=g27758] [SM=g27758] [SM=g27758]
(beh, lo so che sono banale...)
chicchis
00mercoledì 25 agosto 2004 11:34
No, affatto: in effetti c'era anche l'edera oltre al giuggolo.
e tu sei gentile.
ma niente parole magiche? nemmeno un piccolo amuleto di fanciullezza?
e voialtri?
luciaR
00mercoledì 25 agosto 2004 15:06
Re:

Scritto da: chicchis 25/08/2004 11.34
.
ma niente parole magiche? nemmeno un piccolo amuleto di fanciullezza?
e voialtri?



Niente amuleti nè frasi magiche, Chicca.

Però per alcuni anni, ogni volta che facevo un esame indossando un vecchio maglione viola, l'esame mi andava particolarmente bene. Insomma, il viola, ovvero il colore più temuto dai superstiziosi, a me portava una fortuna sfacciata. Però quel maglione era piuttosto bruttino e ad un certo punto non ho più avuto il coraggio di metterlo. Però, dai, sono riuscita lo stesso a finire l'università [SM=g27758] .
thevivons
00mercoledì 25 agosto 2004 15:33
Io al liceo mi portavo sempre un enorme ferro di cavallo trovato in campagna e completo di chiodi...che inevitabilmente mi cadeva per terra con grande fragore.
Meno male che i miei insegnanti avevano il senso dell'umorismo. [SM=g27766] [SM=g27766] [SM=g27766]
maria acquaria
00mercoledì 25 agosto 2004 20:13
.... sono d'accordo anch'io e mi unisco ai complimenti per il racconti di Chicca, sempre deliziosi. Anch'io avevo un amuleto per la scuola e funzionava veramente, non solo con me ma anche con le mie compagne più strette, che lo conoscevano e mi chiedevano di poterlo stringere prima dell'interrogazione. In realtà, era un sacchetto tipo quello degli indiani, che portavo attaccato alla cintura. Dentro c'erano oggetti minuscoli che avevo raccolto negli anni: un ciondolino a forma di streghetta sulla scopa, appartenuto alla mia bisnonna ([SM=g27761] , una piccola calamita, un pezzo di radice di una pianta cui avevo voluto bene, un bottone bello e altre cose che non ricordo. Diciamo che alla fine lo sacrificai per una specie di fioretto. Moooooolto a malincuore, ma allora pensavo che ne valesse la pena.
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