no alla pena di morte!-"anche la disperazione impone dei doveri" (G.L. FERRETTI)

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pane e castagne
00giovedì 6 aprile 2006 00:35
quello che non mi e' piaciuto assolutamente della storia del piccolo tommaso e' l'evento mediatico.in questa societa' televisiva di vite in diretta,di domeniche inutili,di campanelli ci mancava solo l'appello disperato della madre del piccolo che inneggiava la piu' (presunta) assoluta vendetta:la pena di morte.al dolore,a mio avviso,dovrebbe corrispondere una doverosa discrezione assoluta ma,in quest'occasione,ho visto giornalisti che inseguivano i familiari a fare le domande piu' disparate in ogniddove e tutti che si prestavano al gioco e vorrei pensare a tal proposito che fosse stata una strategia dettata dagli inquirenti.fatto sta' che il post-omicidio di un'innocente creatura serve a qualcuno per riesumare vecchie sentenze capitali.
gigio bill
00giovedì 6 aprile 2006 00:47
Re:

Scritto da: pane e castagne 06/04/2006 0.35
.al dolore,a mio avviso,dovrebbe corrispondere una doverosa discrezione assoluta .



Da parte di tutti: interessati, giornalisti e pubblico
PiE81
00giovedì 6 aprile 2006 10:04
Concordo.
Se muore un bambino se ne parla per mesi. Se muoiono due ucraini, ci sarà una striscia di 30 secondi in una edizione di un tg.
E' gente che specula, di brutto, su questi avvenimenti, dai vari cucuzza a vespa, con grossa complicità dei diretti interessati (che soffrono, ma incassano e godono di una notorietà temporanea). Appena intravedono una possibile bomba mediatica (es. cogne, morte papa), incominciano a bombardarti, giorno e notte.
Il pubblico non ha colpe dirette, è passivo. Assorbe quello che i media propongono. Senza l'aiuto dei media, non ci sarebbero stati tutti quei milioni di pellegrini alla morte del papa; credenti "veri" a parte, c'era gente che andava lì senza motivo, quasi come una moda, un trend.
(SiG)
00giovedì 6 aprile 2006 10:29
D'accordo sul discorso della speculazione della "TV del dolore" e delle amplificazioni che i media producono di certi eventi.

Sulla questione "pena di morte" ho invece un sacco di riserve, dubbi. E non me li ha certo riesumati la vicenda di Casalbaroncolo, me li porto dietro da diverto tempo. Ed il discorso sarebbe lunghissimo. A mio avviso la vita pubblica, quindi la libertà e la cittadinanza, hanno un prezzo; quando una persona si mette fuori dal contesto umano compiendo gesti a dir poco efferati (disumani, sproporzionati, ingiustificabili) a mio avviso si è giocato la libertà ed è giusto che paghi non soltanto perdendo la vita pubblica (con la messa al bando), ma pure con la vita privata. Cosa può ancora dare alla società un infanticida? Che diritto ha di dare ancora qualcosa alla società, soprattutto se è recidivo?

Certo mi dico anche che, come nel film "The Life Of David Gale", non si può mai avere la certezza piena che la verità giudiziaria corrisponda alla Verità, e che quindi SE non si può mai afferrare la verità assoluta, chi ha mai il diritto di sacrificare un'altra vita?

Il discorso è intricatissimo...

Buona giornata,
Simone.

[Modificato da (SiG) 06/04/2006 10.30]

gordonpym
00giovedì 6 aprile 2006 10:48
Simone la domanda è semplice. Premeresti il grilletto contro un soggetto ritenuto colpevole senza possibilità di dubbio?
Io no.

Luca
(SiG)
00giovedì 6 aprile 2006 10:50
Re:

Scritto da: gordonpym 06/04/2006 10.48
Simone la domanda è semplice. Premeresti il grilletto contro un soggetto ritenuto colpevole senza possibilità di dubbio?
Io no.

Luca



Ho già espresso i miei dubbi nel post precedente, compresa la domanda "semplice" che mi poni...

Simone.
PiE81
00giovedì 6 aprile 2006 10:53
Il discorso pena di morte è molto complicato. Per me lo è anche il discorso "carcere", visto che mi incuriosiscono molto le prospettive abolizioniste.
Sciarpa Nera
00giovedì 6 aprile 2006 12:46
Per la mia professione un po' particolare
lavoro anche in carcere (nell'area sanitaria) e quindi
a strettissimo contatto con i detenuti.
Otto ore al giorno per 5 a settimana...
Il contatto strettissimo va dal ladro di monetine nelle
chiese a quello di "carcere duro 41bis" (mafiosi & C. per
intenderci).
E quindi credo (ripeto credo...) di conoscere,
avvertire le problematiche riguardanti questa discussione.
Discussione difficilissima che molte volte si presenta
anche in carcere.
In questo forum voglio evitare di dire la mia opinione: non è importante e poi non è nemmeno lontana dalle vostre.
Voglio solo lasciarvi un paradosso:
sapete quanto costerà allo Stato "mantenere", "proteggere",
"curare", "assistere" (ecc.)per una vita intera un omicida di cui parliamo in questi giorni?
NON AVETE L'IDEA: UNA CIFRA PAZZESCA!!!
UNA CIFRA CHE IL SOGGETTO NON AVREBBE GUADAGNATO ONESTAMENTE
NEPPURE SE FOSSE NATO 50 VOLTE DI SEGUITO...
Lo stesso Stato che conta l'ultimo centesimo all'operaio, al professionista, al pensionato e a tutta la gente onesta...
Lo stesso Stato che taglia fondi alla Ricerca e alle Università
(... e mi fermo qui nella lista delle infamità).

Sono contrario alla Pena di Morte...
Lo sarò SEMPRE.
Ma tutto questo rappresenta un paradosso terribile per una Società.

Giuseppe

Degregoridasempre
00giovedì 6 aprile 2006 12:55
Infatti Giuseppe, sono certo che il tuo ragionare non alenasse lo spauracchio della pena di morte.Ritengo ormai senza fiato la richiesta di operare sulla prevenzione scolastica, sull'educazione al vivere civico, sulle strutture( serie) di supporto sociale......SPRECO IL TEMPO...

[Modificato da Degregoridasempre 06/04/2006 12.56]

Sciarpa Nera
00giovedì 6 aprile 2006 13:06
Infatti il grandissimo Gesualdo Bufalino
alla domanda su una soluzione alla mafia
rispose - L'intervento dei Maestri delle Scuole Elementari!
Degregoridasempre
00giovedì 6 aprile 2006 13:09
Dio sà quanto ami i maestri delle scuole elementari.
PiE81
00giovedì 6 aprile 2006 13:12
Re:

Scritto da: Sciarpa Nera 06/04/2006 12.46
Voglio solo lasciarvi un paradosso:
sapete quanto costerà allo Stato "mantenere", "proteggere",
"curare", "assistere" (ecc.)per una vita intera un omicida di cui parliamo in questi giorni?
NON AVETE L'IDEA: UNA CIFRA PAZZESCA!!!
UNA CIFRA CHE IL SOGGETTO NON AVREBBE GUADAGNATO ONESTAMENTE
NEPPURE SE FOSSE NATO 50 VOLTE DI SEGUITO...



Questo è anche uno dei motivi che sta alla base dell'abolizionismo. I due opposti, pena di morte o abolire carcere.
Altri motivi sono l'aumento della criminalità (percentualmente sull'aumento della popolazione ovviamente) nel corso dei secoli.
Con le prigioni ci si aspetta che il crimine diminuisca. Invece aumenta. Altro paradosso?

[Modificato da PiE81 06/04/2006 13.13]

=Samuele=
00giovedì 6 aprile 2006 13:13

Scritto da: pane e castagne 06/04/2006 0.35
...al dolore, a mio avviso, dovrebbe corrispondere una doverosa discrezione assoluta ma...



...questo ahimé non avviene.
L'educazione della gente non esiste più.

Un problema che invece mi inquieta è che i casi come quelli di Tommy succederanno sempre...! Perché non esistono più quei valori di onestà, lealtà... al giorno d'oggi: ma non solo i valori sono la causa.
La società di oggi peggiora ancora di più tutto il sistema.

...E poi l'essere umano è quello che è. Non ce lo dimentichiamo mai.

Sam
PiE81
00giovedì 6 aprile 2006 13:14
Inoltre sono daccordo, con Rinaldo. Il problema va risolto alla base, partendo dall'educazione.
(SiG)
00giovedì 6 aprile 2006 13:27
Re:

Scritto da: =Samuele= 06/04/2006 13.13

non esistono più quei valori di onestà, lealtà... al giorno d'oggi
Sam



"al giorno d'oggi" è un'espressione che per me non vuole dire proprio un bel niente. L'uomo, nella sua natura, è quello da SEMPRE e sempre così sarà. Ciò che può lenire PRECARIAMENTE la sua natura (dico lenire, non mutare), è il contesto sociale, le buone consuetudini, il buon costume. Come dicono giustamente Giuseppe, Rinaldo e Piè, la passione civile ed il buon costume possono essere seminati ed alimentati anzitutto dagli educatori in generale, i "maestri" delle elementari soprattutto. Ma il loro lavoro non è ancora sufficiente...

Piè, sono curioso delle tue intenzioni "abolizioniste"! Spiega meglio...

Ciao,
Simone.

[Modificato da (SiG) 06/04/2006 13.27]

Sciarpa Nera
00giovedì 6 aprile 2006 13:34
A Pie81 che includeva un secondo paradosso ( e non ultimo)
rispondo che il carcere attuale non è quello narrato
da Victor Hugo...
adesso è una vera e propria scuola di crimine...
si riannodano vecchi clan e si reclutano nuove leve.
Per non dirti quanto m'è difficile lavorare
tra loro... Su cento chiamate di soccorso novantanove
sono "teatrini" per acchiappare l'incompatibilità
carceraria...
E le minacce...

Non ne parliamo...
Sciarpa Nera
00giovedì 6 aprile 2006 13:36
A proposito: devo andare.
Secondo Turno: oggi mi tocca la Sezione Penale.
G.E.TOBIA
00giovedì 6 aprile 2006 13:41
Ora basta!!!Non ce la faccio più!Sono stufo dell’ipocrisia e dei falsi sentimenti con i quali ci vogliamo convincere che la società del terzo millennio sia più evoluta,più sensibile e più pacifista.
Sono stufo della falsità con cui i potenti della terra dicono che dobbiamo trarre dagli errori del passato una lezione per andare avanti e per autoconvincerci che tali errori non saranno più commessi…
In questi giorni ci sono numerose iniziative per celebrare uno degli errori più terribili dell’umanità,l’olocausto.In questi giorni ci sono altrettante condanne a morte.Il paragone forse è un po’ azzardato,ma forse è lecito chiedersi come mai una società evoluta,sensibile,pacifista,quale dovrebbe essere la nostra,da un lato condanna lo sterminio degli ebrei definendolo barbaramente “terribile errore”,dall’altro priva altri uomini della libertà di vivere.
Consiglio ai lettori di Harambee il pamphlet “Dei delitti e delle Pene”di Cesare Beccarla in cui egli inveisce contro la pena di morte definendola un’inutile sofferenza che non garantisce la tutela della serenità di uno stato,essa priva l’imputato della libertà di difendersi e vede nella tortura uno strumento superfluo oltre che brutale(Pietro Verri affermava che la tortura è comunque una crudeltà,perché se colpisce un colpevole certo,gli infligge sofferenze non necessarie,se colpisce un colpevole solo probabile rischia di abbattersi contro un possibile innocente).
Chissà cosa penserebbe il povero Beccaria dell’attore,governatore della California,che si diverte a concedere pene di morte agli imputati.
Probabilmente gli ricorderebbe di non essere sul set di uno dei suoi filmetti da quattro soldi,ma su un set molto più importante che è la vita reale in cui le persone muoiono davvero e non hanno poteri soprannaturali come in uno dei suoi film più celebri “Terminator”
Il 16 gennaio scorso lo Stato della California ha ammazzato l'indiano Clarence "Orso che corre" Allen. Ecco i suoi versi.

Sono qui
Non stare a piangere sulla mia cenere.
Non sono là. Non sono morto.
Io sono mille venti che soffiano.
Io sono lo splendore della neve.
Io sono le lacrime che luccicano nei tuoi occhi.
Non piangere per me. Non sono morto.
Io sono il sole nei tuoi capelli: guardami.
Io sono dappertutto.
Per favore, non stare a piangere per me.
Non sono là. E non dormo...

=Samuele=
00giovedì 6 aprile 2006 13:49

Scritto da: (SiG) 06/04/2006 13.27
"al giorno d'oggi" è un'espressione che per me non vuole dire proprio un bel niente. L'uomo, nella sua natura, è quello da SEMPRE e sempre così sarà...



Hai letto tutto il post? Ho espresso alla fine che non dobbiamo dimenticarci che l'essere umano è quello che è.

Al giorno d'oggi, una società così tecnologica e perché no perfezionista... la cattvieria, la crudeltà è peggiorata e con il passare degli anni peggiorerà.
Faccio un es. banalissimo: nella mia città negli anni '70 si viveva più tranquilli (anche se c'erano quelle eccezioni)... ma oggi non è più così. C'è stato un peggioramento.

L'educazione, è un buon modo per migliorare noi stessi e crescere con degli ottimi valori. Ma ci sono comunque le dovute eccezioni appunto perché come hai critto te, "l'uomo, nella sua natura, è quello da sempre e sempre così sarà...".

Il troglodita non era un troglodita: rispecchiava il livello di civiltà dell’epoca.

Qual'è il nostro livello di civiltà? E quale era quello dei nostri genitori o dei nostri nonni?

Sam

Degregoridasempre
00giovedì 6 aprile 2006 13:57
Re:

Scritto da: G.E.TOBIA 06/04/2006 13.41
Ora basta!!!Non ce la faccio più!Sono stufo dell’ipocrisia e dei falsi sentimenti con i quali ci vogliamo convincere che la società del terzo millennio sia più evoluta,più sensibile e più pacifista.
Sono stufo della falsità con cui i potenti della terra dicono che dobbiamo trarre dagli errori del passato una lezione per andare avanti e per autoconvincerci che tali errori non saranno più commessi…
In questi giorni ci sono numerose iniziative per celebrare uno degli errori più terribili dell’umanità,l’olocausto.In questi giorni ci sono altrettante condanne a morte.Il paragone forse è un po’ azzardato,ma forse è lecito chiedersi come mai una società evoluta,sensibile,pacifista,quale dovrebbe essere la nostra,da un lato condanna lo sterminio degli ebrei definendolo barbaramente “terribile errore”,dall’altro priva altri uomini della libertà di vivere.
Consiglio ai lettori di Harambee il pamphlet “Dei delitti e delle Pene”di Cesare Beccarla in cui egli inveisce contro la pena di morte definendola un’inutile sofferenza che non garantisce la tutela della serenità di uno stato,essa priva l’imputato della libertà di difendersi e vede nella tortura uno strumento superfluo oltre che brutale(Pietro Verri affermava che la tortura è comunque una crudeltà,perché se colpisce un colpevole certo,gli infligge sofferenze non necessarie,se colpisce un colpevole solo probabile rischia di abbattersi contro un possibile innocente).
Chissà cosa penserebbe il povero Beccaria dell’attore,governatore della California,che si diverte a concedere pene di morte agli imputati.
Probabilmente gli ricorderebbe di non essere sul set di uno dei suoi filmetti da quattro soldi,ma su un set molto più importante che è la vita reale in cui le persone muoiono davvero e non hanno poteri soprannaturali come in uno dei suoi film più celebri “Terminator”
Il 16 gennaio scorso lo Stato della California ha ammazzato l'indiano Clarence "Orso che corre" Allen. Ecco i suoi versi.

Sono qui
Non stare a piangere sulla mia cenere.
Non sono là. Non sono morto.
Io sono mille venti che soffiano.
Io sono lo splendore della neve.
Io sono le lacrime che luccicano nei tuoi occhi.
Non piangere per me. Non sono morto.
Io sono il sole nei tuoi capelli: guardami.
Io sono dappertutto.
Per favore, non stare a piangere per me.
Non sono là. E non dormo...




Giovane esploratore il tuo avatar pro "patto atlantico" [SM=g27790] parla da solo potevi anche postare solo quello a risposta di tutto [SM=g27789]
Ciao
PiE81
00giovedì 6 aprile 2006 14:43
Beh, come ho scritto prima, l'abolizionismo è una cosa che mi ha incuriosito, ma che non ho troppo approfondito.

Lessi un articolo a riguardo, se non erro, su L'internazionale di qualche anno fa. Numeri, statistiche, su come il sistema penitenziario ha solo portato, nel corso dei secoli, un aumento della criminalità.
L'esempio più immediato è l'america: più alto numero di carceri e maggior numero di crimini.
La società odierna presenta il carcere come un'istituzione assolutamente obbligatoria, nonostante sia stata sconosciuta per secoli.
Le teorie abolizionistiche sostengono che quella del crimine-carcere, è un vortice che si ripercuoterà all'infinito, in quanto il sistema penitenziario produce uomini incompatibili (proprio a causa delle tragiche condizioni in cui vivono) con le regole della società.
Un carcere richiede nuove carceri, semplicemente perchè un uomo che esce dal carcere è tutt'altro che un uomo adatto per la società. Non è altro che una scuola di criminalità.
Nuove carceri richiedono una maggiore polizia, maggior numero di processi, più controllo e più allarmismo.
E su questo non ci piove. Dalla rivoluzione industriale ad oggi, questa è la tendenza, sono i dati che parlano.

Sia ben chiaro, non centra nulla con la pietà verso i detenuti; il discorso non cade nè sulla vendetta nè sulla pietà. E' semplicemente una questioni di numeri.
A questo si aggiungono anche motivi trasversali, come ad esempio quello che dice Sciarpa Nera, che mantenere un criminale è una spesa non indifferente.

In ogni caso, oltre a vari libri, su internet c'è parecchio materiale a riguardo.

A presto, Pierluigi
(SiG)
00giovedì 6 aprile 2006 16:16

Scritto da: =Samuele= 06/04/2006 13.49


Faccio un es. banalissimo: nella mia città negli anni '70 si viveva più tranquilli (anche se c'erano quelle eccezioni)... ma oggi non è più così. C'è stato un peggioramento.

Sam




Con quel discorso volevo dirti che se negli ultimi anni c’è stato un peggioramento, non è detto che questa tendenza si stabilizzi: magari tra 30 anni la tua città sarà più vivibile, solidale, sicura, pulita e nessuno lo può escludere. Ti dico che il “pessimismo culturale” è un ostacolo che dovremmo avere la forza di combattere (e se te lo dico io che nel pessimismo cosmico ho nuotato per anni, vuol dire che devi credermi). Insomma, l’uomo è l’uomo da sempre, e da mai.



Scritto da: G.E.TOBIA 06/04/2006 13.41

Consiglio ai lettori di Harambee il pamphlet “Dei delitti e delle Pene”di Cesare Beccarla in cui egli inveisce contro la pena di morte definendola un’inutile sofferenza che non garantisce la tutela della serenità di uno stato,essa priva l’imputato della libertà di difendersi e vede nella tortura uno strumento superfluo oltre che brutale



Io invece ti consiglio “La Banalità Del Male” della Harendt.


Scritto da: G.E.TOBIA 06/04/2006 13.41
Chissà cosa penserebbe il povero Beccaria dell’attore,governatore della California,che si diverte a concedere pene di morte agli imputati.




Non è Arnold che decide di mettere a morte i condannati, MA è la Legge. La legge va rispettata ed applicata anche quando è scomoda, anche quando ci danneggia, anche quando non la condividiamo. La legge distribuisce verità, non opinioni.

La legge non è un tram dove è possibile scendere e salire a piacimento (citazione).



Scritto da: PiE81 06/04/2006 14.43

La società odierna presenta il carcere come un'istituzione assolutamente obbligatoria, nonostante sia stata sconosciuta per secoli.
Le teorie abolizionistiche sostengono che quella del crimine-carcere, è un vortice che si ripercuoterà all'infinito, in quanto il sistema penitenziario produce uomini incompatibili (proprio a causa delle tragiche condizioni in cui vivono) con le regole della società.
Un carcere richiede nuove carceri, semplicemente perchè un uomo che esce dal carcere è tutt'altro che un uomo adatto per la società. Non è altro che una scuola di criminalità.

A presto, Pierluigi



Quella dell'abolizionismo è una provocazione interessante. Ma del sano sadismo nei confronti di chi ha tradito la Legge e l’Uomo, di chi ha rubato, corrotto, violentato, ucciso? Questa indulgenza nei confronti dei criminali non fa parte della mia etica. Non possiamo ridurre il tutto ad una questione di pura contabilità e di burocrazia. Se sbagli, devi pagare. E se sbagli di nuovo, devi prendere ancora più bastonate di prima. La società onesta e virtuosa deve avere il diritto di rivalsa...


Simone.
PiE81
00giovedì 6 aprile 2006 16:51
Re:

Scritto da: (SiG) 06/04/2006 16.16


Quella dell'abolizionismo è una provocazione interessante. Ma del sano sadismo nei confronti di chi ha tradito la Legge e l’Uomo, di chi ha rubato, corrotto, violentato, ucciso? Questa indulgenza nei confronti dei criminali non fa parte della mia etica. Non possiamo ridurre il tutto ad una questione di pura contabilità e di burocrazia. Se sbagli, devi pagare. E se sbagli di nuovo, devi prendere ancora più bastonate di prima. La società onesta e virtuosa deve avere il diritto di rivalsa...

Simone.



Infatti questo discorso esula dalla vendetta o della pietà, come ho tenuto a precisare.
Come dici tu, non si può ridurre tutto a una questione di contabilità e di burocrazia, ma questo era solo un motivo trasversale. Il motivo su cui si afferrano gli abolizionisti, è proprio quello dell'aumento della criminalità.
In questi termini il discorso della rivalsa è delicato.
Mi fanno un torto, che senso ha la vendetta se poi me ne fanno altri dieci (a causa dell'aumento della criminalità)?
=Samuele=
00giovedì 6 aprile 2006 16:53
Per Simone (SIG)

Scritto da: (SiG) 06/04/2006 16.16
Con quel discorso volevo dirti che se negli ultimi anni c’è stato un peggioramento, non è detto che questa tendenza si stabilizzi: magari tra 30 anni la tua città sarà più vivibile, solidale, sicura, pulita e nessuno lo può escludere. Ti dico che il “pessimismo culturale” è un ostacolo che dovremmo avere la forza di combattere (e se te lo dico io che nel pessimismo cosmico ho nuotato per anni, vuol dire che devi credermi). Insomma, l’uomo è l’uomo da sempre, e da mai.



Sono d'accordo con te che il "pessimisimo culturale" lo dovremmo combattere.
Ma il mio non è un pessimismo, anche se ho forse dimostrato questo. E' spesso la realtà che ti spinge a pensare in tal modo, ma non ad essere pessimista.
La speranza ci sta sempre, in un futuro migliore, e io per primo con il mio contributo modesto e con i rapporti con le persone cerco di migliorarlo. Se poi altri agiscono in maniera simile alla mia, credo sicuramente che si potrebbero avere più certezze invece di speranze. Anche se poi l'uomo resta quello che è.
Ciao.

Samuele
.Vanilla.
00giovedì 6 aprile 2006 17:47
Io sono assolutamente contraria alla pena di morte e non ho riserve in questo, non ho dubbi.
Perchè: la pena di morte non è un deterrente per i crimini, visto che dove è applicata i crimini non sono di certo minori; non c'è certezza nella giustizia delle sentenze giuridiche e quindi c'è il rischio di togliere la vita a non colpevoli e si toglie la possibilità di essere riconosciuti innocenti; togliendo la vita non si risolve nessun problema.

L'unica cosa che verrebbe risolta è dare una sorta di soddisfazione alla gente che vede in qualche modo ucciso il male...ma non è così che si elimina il male.

Ma principalmente perchè, invece di pensare di adottare la pena di morte, sarei più felice se lo Stato: incrementasse la presenza della sorveglianza per le strade; facesse sì che sempre meno gente si trovi in situazioni disperate e di indigenza; migliorasse il sistema scolastico; garantisse la certezza che un condannato sconti la sua pena (con questo dico anche che per me è impensabile l'abolizionismo), ed allo stesso tempo che nel periodo di detenzione sia produttivo ed impari a lavorare, a studiare, ad aiutare, ad essere "umanizzato".

Bisognerebbe provare a prevenire i crimini e non cercare una giustizia "sommaria" che non risolve niente di niente.
PiE81
00giovedì 6 aprile 2006 20:36
Re:

Scritto da: .Vanilla. 06/04/2006 17.47
incrementasse la presenza della sorveglianza per le strade;



Stato di polizia?
Credi davvero che aumentando le forze dell'ordine diminuiscono i crimini?
G.E.TOBIA
00giovedì 6 aprile 2006 21:05
si ma il caro arnold poteva assolverso perche lui SECONDO LA LEGGE è in grado di concedere la grazia ai condannati....mi dispiace che non l'abbia data!!! :occhi[SM=g27789] [SM=g27806])
G.E.TOBIA
00giovedì 6 aprile 2006 21:37
comunque il mio ultimo post è in risposta al post di (SIG) circa arnold e la legge californiana!!!
Deriva
00venerdì 7 aprile 2006 11:21
no. non è lo stato di polizia che risolve il problema del crimine, non è la maggiore sorveglianza (utopia...) non è la pena di morte che ubbidisce ad un unico criterio che è quello della vendetta. pura e semplice.
sono contraria. sarò contraria sempre per un unico e semplice motivo, che la vita è sacra. sopra ogni altra cosa. e che uccidere è male. anche se è lo stato a farlo.
sì ai maestri delle elementari, sì ad una migliore educazione, sì alla sensibilizzazione, che non risolverà, ma almeno aiuta.
sono d'accordo con chi dice, il male esiste è sempre quello e noi uomini siamo sempre uguali e, come è naturale che sia, il male, la devianza esisterà sempre..
..per il lavoro che faccio, so che le carceri sono posti orribili, ma credo anche che chi sta lì, tranne casi rarissimi è giusto che ci sia, piuttosto credo che sia meglio modificare il sistema, facendo sì che le pene, nel momento in cui vengono irrogate diventino anche effettive..
.Vanilla.
00venerdì 7 aprile 2006 11:35
Re: Re:

Scritto da: PiE81 06/04/2006 20.36


Stato di polizia?
Credi davvero che aumentando le forze dell'ordine diminuiscono i crimini?



Premettendo che è solo una delle tante cose che ho scritto...personalmente se tornando la sera a casa mia sapessi che c'è una volante nei paraggi starei più tranquilla...non so se diminuirebbero i crimini ma di certo si potrebbero limitare i danni...forse è un'utopia ma personalmente mi sentirei più sicura a girare per le strade.
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