storia dei substrati per le piante carnivore

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pandalf85
00sabato 17 agosto 2013 01:43
Ultimamente ci stiamo sempre più sbizzarrendo coi substrati biosostenibili, approfondendo tutti i vari parametri che possono tornare a beneficio/svantaggio per le nostre piante. Ma cosa è successo effettivamente in passato quando si sperimentava di meno?

Uno dei punti su cui più spesso ci interroghiamo è la discussione sui valori delle torbe che abbiamo sempre trovato scritti nei più remoti meandri della rete, incluso questo forum.

La regola per le migliori marche recitava più o meno così:

pH 2.5
azoto <0.8%
indice di Van Post: H1
Sostanza organica >95%


Penso che potrebbe essere interessante ripercorrere tutte le tappe che hanno portato al consolidarsi di queste più o meno veritiere (...talvolta false) credenze, al fine di delineare le basi per il nostro percorso di sperimentazione futuro.

Il dibattito è aperto [SM=x349152]

tulio.
00sabato 17 agosto 2013 09:08
boh sarà come la "moda del typical"
Drosera '98
00sabato 17 agosto 2013 09:37
Il libro "Il grande libro delle piante carnivore" di Blondeau del 2002 consiglia come substrato per la stragrande maggioranza delle carnivore 2/3 di torba più 1/3 di sabbia di fiume. Di perlite non ne parlava. Quando lo lessi mi venne un enorme dubbio su questa sabbia ma poi vedendo che andava benissimo torba/perlite continuai così.
Pi4nTiN4
00sabato 17 agosto 2013 09:53
Re:
Drosera '98, 17/08/2013 09:37:

Il libro "Il grande libro delle piante carnivore" di Blondeau del 2002 consiglia come substrato per la stragrande maggioranza delle carnivore 2/3 di torba ...



La problematica che giuglio ha voluto sollevare è proprio questa secondo me.

Nel corso degli anni sui forum italiani si è fatto a gara a chi aveva "i valori migliori" per le torbe e qualsiasi substrato che uscisse di un 0.1 in più era da scartare perché orribile e catastrofico; tuttavia tale mania per i numeri -da quel che ho potuto notare- è prerogativa puramente italiana in quanto in ogni altro forum ci si limita a dire di usare "torba" o "torba di sfagno".
Il problema è che tali valori rincorsi da chiunque come dogmi della coltivazione effettivamente paiono essere apparsi magicamente d'un giorno all'altro senza avere una reale "paternità/maternità" e senza mai essere stati messi in discussione (eppure, come si vede sempre più tra concimazioni e substrati alternativi -ma già ai tempi con la moorland gold-, molti di questi dogmatici valori risultano essere del tutto "opzionali-opinabili").


pandalf85
00sabato 17 agosto 2013 10:06
Re:
Drosera '98, 17/08/2013 09:37:

Il libro "Il grande libro delle piante carnivore" di Blondeau del 2002 consiglia come substrato per la stragrande maggioranza delle carnivore 2/3 di torba più 1/3 di sabbia di fiume. Di perlite non ne parlava. Quando lo lessi mi venne un enorme dubbio su questa sabbia ma poi vedendo che andava benissimo torba/perlite continuai così.



Secondo me bisognerebbe far una ricerca sui libri anche in funzione dei valori postati sopra: capire chi li ha scritti e se son state fatte prove di tipo scientifico. Anche perchè, il più delle volte, si ha l'impressione di coltivare più sentito dire che per conoscenza dei bisogni reali delle nostre piante. Siamo proprio sicuri che le condizioni naturali prevedano questi parametri, o è solo una nostra gabbia mentale che ci siamo creati negli anni?






cefa@
00sabato 17 agosto 2013 17:35
Re:
Drosera '98, 17/08/2013 09:37:

Il libro "Il grande libro delle piante carnivore" di Blondeau del 2002 consiglia come substrato per la stragrande maggioranza delle carnivore 2/3 di torba più 1/3 di sabbia di fiume. Di perlite non ne parlava. Quando lo lessi mi venne un enorme dubbio su questa sabbia ma poi vedendo che andava benissimo torba/perlite continuai così.



Blondeau (cheppoi chi l'ha mai sentito) secondo me s'è fumato qualche talea di nepenthes prima di scrivere il libro (e pure chi l'ha tradotto).
Pi4nTiN4
00sabato 17 agosto 2013 18:41
Re: Re:
cefa@, 17/08/2013 17:35:


Blondeau (cheppoi chi l'ha mai sentito) secondo me s'è fumato qualche talea di nepenthes prima di scrivere il libro (e pure chi l'ha tradotto).




Trovo commenti di questo tipo un po' sterili per una discussione. Perché dici questo? Quali argomentazioni? Sopratutto rimanendo in tema al titolo della discussione.
cefa@
00sabato 17 agosto 2013 23:05
Re: Re: Re:
Pi4nTiN4, 17/08/2013 18:41:




Trovo commenti di questo tipo un po' sterili per una discussione. Perché dici questo? Quali argomentazioni? Sopratutto rimanendo in tema al titolo della discussione.




Apparte che si trattava di fare un po' di spirito, credo che il libro di Blondeau, sia sterile. Non è minimamente paragonabile ad altre opere. E' molto per principianti che vogliono tenere una o due piante, e basta. Al'interno prescrive l'utilizzo di quintali di vermiculite per piante che o non ne hanno bisogno, oppure ne trarrebbero svantaggio, ponendosi spesso come una Bibbia assoluta (cosa che invece con una certa dose di sana umiltà Coltivatori come Rice e Catalano non fanno, mettendo sempre mooolto discretamente "secondo la mia esperienza" ecc.). In alcune parti ci sono addirittura strani giri di parole contraddittori (vedasi la parte sui materiali per la serra). Molte nozioni sui substrati sono magari non sbagliate in sé per sé, ma come sono esposte. Prescrive l'utilizzo di foglie SECCHE di faggio per il Cephalotus, ad esempio, senza specificare che foglie secche piazzate sulla torba produrrebbero pericolosissime muffe. Non nomina come ha già detto qualcuno la perlite, che nel libro di D'Amato, stampato anni prima, era consigliatissima. E' un libro unidirezionale, pone le cose stile "è così e bon, e quello che non c'è scritto nel libro è perché è talmente complicato che è inutile scriverlo". A volte tronca a metà discorsi come se decidesse che inutile approfondirli. Come ho scritto in una recensione che feci un po' di tempo fa, lo consiglio dato pure il costo abbastanza contenuto SOLO a chi decide di tenere qualche carnivora, non è di certo un buon vademecum per una lunga e florida coltivazione. E' mooolto basilare come libro. (Personalmente parlando si intende).
pandalf85
00domenica 18 agosto 2013 00:46

Prescrive l'utilizzo di foglie SECCHE di faggio per il Cephalotus, ad esempio, senza specificare che foglie secche piazzate sulla torba produrrebbero pericolosissime muffe



Questa cosa l'aveva riportata anche Furio Ersetti in un'articolo di gardenia, ma ovviamente si possono sollevare le medesime perplessità in merito.

Per il resto si nota sempre un'abbondanza di informazioni tanto "per sentito dire" piuttosto che frutto di una propria esperienza vissuta e documentata con dati e foto alla mano. E questo purtroppo accade nei testi di un po' tutte le lingue, inclusa la nostra.





Visto che stiamo buttando un po' di carne al fuoco, volevo riesumare qualche frammentario ricordo degli anni '90.

A quei tempi i pochi di noi che coltivavano erano soliti usare la torba muschiosa irlandese, sicuramente l'unica di facile reperibilità a fronte delle pochissime marche presenti sul mercato. Venne poi il periodo in cui alcuni iniziarono a trovare la torba lituana che, a loro detta, garantiva risultati migliori e una moria di piante decisamente minore. Frasi tipiche di quel periodo erano:

"Questa torba bionda è più chiara di quella irlandese", "ha una fragranza di sfagno fantastica, sicuramente è stata prelevata da torbiere di buona qualità!" "Ci vuole un sacco prima che si idrati"

Al di la di queste esclamazioni che oggi ci farebbero allibire, sono poi comparsi di punti in bianco tra il 2000 e il 2007 i fatidici valori citati sopra.

(ho riportato volutamente questo range di date poichè corrispondono al periodo in cui avevo abbandonato la passione carnivora). Di conseguenza se avete possibilità di ricostruire la storia di questo periodo siete i benvenuti.






cefa@
00domenica 18 agosto 2013 00:51
Re:
pandalf85, 18/08/2013 00:46:

Visto che stiamo buttando un po' di carne al fuoco, volevo riesumare qualche frammentario ricordo degli anni '90.

A quei tempi i pochi di noi che coltivavano erano soliti usare la torba muschiosa irlandese, sicuramente l'unica di facile reperibilità a fronte delle pochissime marche presenti sul mercato. Venne poi il periodo in cui alcuni iniziarono a trovare la torba lituana che, a loro detta, garantiva risultati migliori e una moria di piante decisamente minore. Frasi tipiche di quel periodo erano:

"Questa torba bionda è più chiara di quella irlandese", "ha una fragranza di sfagno fantastica, sicuramente è stata prelevata da torbiere di buona qualità!" "Ci vuole un sacco prima che si idrati"

Al di la di queste esclamazioni che oggi ci farebbero allibire, sono poi comparsi di punti in bianco tra il 2000 e il 2007 i fatidici valori citati sopra.

(ho riportato volutamente questo range di date poichè corrispondono al periodo in cui avevo abbandonato la passione carnivora). Di conseguenza se avete possibilità di ricostruire la storia di questo periodo siete i benvenuti.



E' comunque innegabile che dal 2005 circa in poi le conoscenze si sono MOOOLTO modernizzate rispetto a solo 5 anni prima.
pandalf85
00domenica 18 agosto 2013 01:07
Probabile, anche se tale conoscenza probabilmente non prevedeva ancora i risvolti ambientali.

Io come già detto sono approdato sul forum nel 2007 trovando un mondo completamente nuovo rispetto al periodo 1990-2003.

Tra le novità c'erano anche questi parametri della torba a cui mi sono attenuto fino a qualche tempo fa.

pandalf85
00domenica 18 agosto 2013 01:37
La mia domanda è: perchè?


perchè pH 2.5 quando nella stragrande maggioranza delle torbiere si ritrova un pH più alto?
perchè azoto <0.8% quando sappiamo benissimo che fertilizzando potrebbe raggiungere livelli stratosferici?
perchè sostanza organica >95% se viene sempre recitato che le carnivore devono vegetare in substrati poveri di nutrienti? (cosa non vera in molte situazioni)

Da dove arriva tutta questa precisione nei valori scelti?





Pi4nTiN4
00domenica 18 agosto 2013 09:45
Re: Re: Re: Re:
Sono d'accordo sul fare un po' di spirito, ma se non accompagno da argomentazioni risultano essere solo commenti fini a sè stessi che non aiutano a sviluppare un discorso.

Quando parli di vermiculite, su che criterio sostiene sia sconsigliata? Anche la questione inerti andrebbe approfondita...
In Francia o in Germania il concetto del "torba:perlite 1:1" praticamente non esiste, sono miscugli assurdi di vermiculite, perlite, sabbia, argilla espansa e seramis; eppure vi ho visto crescere delle gran belle piante. Il fatto che "da noi si faccia così" o che "quello fa così" non è detto sia sempre "l'unica possibilità corretta".
Il fogliame secco non l'ho mai provato, ma personalmente non ne vedo delle problematiche, è un substrato molto resistente alla degradazione (c'e' anche chi usa Osmunda, e son poi radici...), io coltivo in segatura e non ho mai visto apparire muffe...
Ricordo che per alcune sarracenie parla anche di concimazione, cosa vista da tutti come "un insulto al mondo carnivoro", eppure sempre più gente sta cospargendo i bancali d'osmoconte.

Personalmente non ho mai letto altre opere, tuttavia Catalano ha sempre fortemente criticato il cocco, ma non ha mai provato in prima persona, quindi anche lì ci sarebbe da discutere...

Poi sul fatto che sia un libro basilare niente da dire.




Per Pandalf
Io è da quando ho iniziato la "campagna del senza torba" che provo a capire chi abbia dato quei valori, ma sembran essere apparsi da un giorno all'altro.

Anche perché non si ha quasi nessuna informazioni sui suoli in cui queste specie crescono naturalmente.
Pi4nTiN4
00domenica 18 agosto 2013 09:52
Re:
pandalf85, 18/08/2013 01:37:

La mia
perchè sostanza organica >95% se viene sempre recitato che le carnivore devono vegetare in substrati poveri di nutrienti? (cosa non vera in molte situazioni)



Poveri di nutrienti non implica che la materia organica debba essere bassa.
L'alto valore di materia organica rispecchia semplicemente un suolo che è composto in maggioranza da questa piuttosto che da altri componenti (argille, sabbie, etc...).


cefa@
00domenica 18 agosto 2013 10:05
Re: Re: Re: Re: Re:
Pi4nTiN4, 18/08/2013 09:45:

Sono d'accordo sul fare un po' di spirito, ma se non accompagno da argomentazioni risultano essere solo commenti fini a sè stessi che non aiutano a sviluppare un discorso.

Quando parli di vermiculite, su che criterio sostiene sia sconsigliata? Anche la questione inerti andrebbe approfondita...
In Francia o in Germania il concetto del "torba:perlite 1:1" praticamente non esiste, sono miscugli assurdi di vermiculite, perlite, sabbia, argilla espansa e seramis; eppure vi ho visto crescere delle gran belle piante. Il fatto che "da noi si faccia così" o che "quello fa così" non è detto sia sempre "l'unica possibilità corretta".
Il fogliame secco non l'ho mai provato, ma personalmente non ne vedo delle problematiche, è un substrato molto resistente alla degradazione (c'e' anche chi usa Osmunda, e son poi radici...), io coltivo in segatura e non ho mai visto apparire muffe...
Ricordo che per alcune sarracenie parla anche di concimazione, cosa vista da tutti come "un insulto al mondo carnivoro", eppure sempre più gente sta cospargendo i bancali d'osmoconte.

Personalmente non ho mai letto altre opere, tuttavia Catalano ha sempre fortemente criticato il cocco, ma non ha mai provato in prima persona, quindi anche lì ci sarebbe da discutere...

Poi sul fatto che sia un libro basilare niente da dire.




Per Pandalf
Io è da quando ho iniziato la "campagna del senza torba" che provo a capire chi abbia dato quei valori, ma sembran essere apparsi da un giorno all'altro.

Anche perché non si ha quasi nessuna informazioni sui suoli in cui queste specie crescono naturalmente.



Eh, poi per carità, si può usare quello che si vuole e al 99% dei casi funziona. Io ho sperimentato diversi substrati, e le drosere ho notato patiscono tantissimo le vermiculite, come alcune sarracenie. Ho coltivto tuttava per diversi una psittacina in torba universale. Sulla lunga durata però si è sempre rilevata meglio la torba bionda di sfagno.

Pi4nTiN4
00domenica 18 agosto 2013 11:28
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Attualmente le fonti più "vecchie" che ho trovato sono quelle di Sarrazin's www.bio.unipd.it/sarrazins/resources.html dove tuttavia si "consiglia" il pH e basta.



cefa@, 18/08/2013 10:05:


Eh, poi per carità, si può usare quello che si vuole e al 99% dei casi funziona. Io ho sperimentato diversi substrati, e le drosere ho notato patiscono tantissimo le vermiculite, come alcune sarracenie. Ho coltivto tuttava per diversi una psittacina in torba universale. Sulla lunga durata però si è sempre rilevata meglio la torba bionda di sfagno.



Cosa ritieni come differenza tra torba universale e torba bionda di sfagno? (Non è polemico, è giusto per capire).
sciffo
00domenica 18 agosto 2013 11:30
Il discorso delle torbe che ho seguito in prima persona era nato con i valori che hai indicato tu, Giulio, ma con indicazioni del tipo "sostanza organica più alta possibile e comunque non inferiore all'80%", indice di V.P. più basso possibile, ecc.ecc.
Facendo un paragone automobilistico sarebbe come dire che un motore 2.0 va più forte di un 1.6. In generale questo è vero ma sappiamo tutti benissimo che ci sono molti altri parametri da tenere in considerazione...c'è il turbo? Quanti cavalli ha? Il peso della macchina qual é? Per la torba è esattamente lo stesso...sto coltivando molte piante in una torba lituana con valori sulla carta ottimi ma che invece si sta rivelando una ciofeca. Dopo appena un anno la puzza di marcio è notevole mentre altre torbe tipo la bistrattata miniballen per mia esperienza DIRETTA si sono rivelate molto migliori.
Sul discorso del provare direttamente le cose soprattutto prima di inserirle in libri o pubblicazioni penso sia il minimo...
Sul libro di Blondeau invece meglio stendere un triste velo di silenzio...affermazioni campate sul nulla, consigli fuorvianti, istruzioni di coltivazione non adatte nemmeno ad un neofita. Capisco che è stato scritto in un periodo in cui le informazioni erano poche e frammenterie ma a scrivere un libro così sono capaci praticamente tutti, anche coloro che si sono avvicinati alla coltivazione da pochi mesi.
pandalf85
00domenica 18 agosto 2013 11:49
Re:
sciffo, 18/08/2013 11:30:

Il discorso delle torbe che ho seguito in prima persona era nato con i valori che hai indicato tu, Giulio, ma con indicazioni del tipo "sostanza organica più alta possibile e comunque non inferiore all'80%", indice di V.P. più basso possibile, ecc.ecc.
Facendo un paragone automobilistico sarebbe come dire che un motore 2.0 va più forte di un 1.6. In generale questo è vero ma sappiamo tutti benissimo che ci sono molti altri parametri da tenere in considerazione...c'è il turbo? Quanti cavalli ha? Il peso della macchina qual é? Per la torba è esattamente lo stesso...sto coltivando molte piante in una torba lituana con valori sulla carta ottimi ma che invece si sta rivelando una ciofeca. Dopo appena un anno la puzza di marcio è notevole mentre altre torbe tipo la bistrattata miniballen per mia esperienza DIRETTA si sono rivelate molto migliori.
Sul discorso del provare direttamente le cose soprattutto prima di inserirle in libri o pubblicazioni penso sia il minimo...
Sul libro di Blondeau invece meglio stendere un triste velo di silenzio...affermazioni campate sul nulla, consigli fuorvianti, istruzioni di coltivazione non adatte nemmeno ad un neofita. Capisco che è stato scritto in un periodo in cui le informazioni erano poche e frammenterie ma a scrivere un libro così sono capaci praticamente tutti, anche coloro che si sono avvicinati alla coltivazione da pochi mesi.




Grazie sciffo, penso che il tuo punto di vista sia molto utile per capire cosa sia successo in quegli anni. Stamattina avevamo anche trovato un cenno di questi valori scritti da fabio nel 2002 e, a tal riguardo, sarebbe interessante scambiare opinioni anche con lui.



cefa@
00domenica 18 agosto 2013 11:50
Re:
sciffo, 18/08/2013 11:30:


Sul libro di Blondeau invece meglio stendere un triste velo di silenzio...affermazioni campate sul nulla, consigli fuorvianti, istruzioni di coltivazione non adatte nemmeno ad un neofita. Capisco che è stato scritto in un periodo in cui le informazioni erano poche e frammenterie ma a scrivere un libro così sono capaci praticamente tutti, anche coloro che si sono avvicinati alla coltivazione da pochi mesi.



Sono stato troppo buono [SM=x349178]
cefa@
00domenica 18 agosto 2013 11:52
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Pi4nTiN4, 18/08/2013 11:28:

Attualmente le fonti più "vecchie" che ho trovato sono quelle di Sarrazin's www.bio.unipd.it/sarrazins/resources.html dove tuttavia si "consiglia" il pH e basta.





Cosa ritieni come differenza tra torba universale e torba bionda di sfagno? (Non è polemico, è giusto per capire).




Pechè polemico [SM=x349178] ? Comunque intendo la torba nera tipo pece, ottenuta da nonsisacosa, senza valori né niente... Torba da due soldi.
pandalf85
00domenica 18 agosto 2013 12:03
Stefano su facebook aveva sollevato anche il discorso che questi valori erano legati a una miglior conservazione della torba. Ipotesi interessante e da approfondire, anche se molti coltivatori di vecchia data mescolavano diverse torbe per raggiungere a loro detta migliori risultati.


Dopo appena un anno la puzza di marcio è notevole mentre altre torbe tipo la bistrattata miniballen per mia esperienza DIRETTA si sono rivelate molto migliori.



Anche il discorso della puzza di marcio ci è sempre servito come parametro diagnostico per capire che una torba non era più buona. So che non si possono fare paragoni tra vaso e condizioni naturali, ma nelle torbiere è praticamente la normalità che vi sia.
Probabilmente i problemi emergono per particolari reazioni chimiche che avvengono nello spazio ristretto dei vasi, non necessariamente dipendenti dall'acido solfidrico.
sciffo
00domenica 18 agosto 2013 12:59
Re: Re:
pandalf85, 18/08/2013 11:49:




Grazie sciffo, penso che il tuo punto di vista sia molto utile per capire cosa sia successo in quegli anni. Stamattina avevamo anche trovato un cenno di questi valori scritti da fabio nel 2002 e, a tal riguardo, sarebbe interessante scambiare opinioni anche con lui.







penso che tu abbia centrato in pieno l'origine dei valori...sarrazin era il punto di riferimento per tutti noi in quegli anni e sicuramente ha influenzato i valori che venivano pubblicati in quel periodo!
sciffo
00domenica 18 agosto 2013 13:04
Re:
pandalf85, 18/08/2013 12:03:


il discorso della puzza di marcio ci è sempre servito come parametro diagnostico per capire che una torba non era più buona. So che non si possono fare paragoni tra vaso e condizioni naturali, ma nelle torbiere è praticamente la normalità che vi sia.
Probabilmente i problemi emergono per particolari reazioni chimiche che avvengono nello spazio ristretto dei vasi, non necessariamente dipendenti dall'acido solfidrico.



Esattamente! Comunque tutto si riallaccia all'esperienza diretta...se una torba riporta valori eccellenti e la fibra di cocco valori inferiori ma poi, alla prova dei fatti, accade il contrario...poco mi importa di coltivare e consigliare quella torba...
Oltretutto sapendo che pago la f.d.c. un po' di più della torba ma nel mio piccolo "salvo" le torbiere...tanto meglio!


cefa@
00domenica 18 agosto 2013 13:23
Re: Re:
sciffo, 18/08/2013 13:04:



Esattamente! Comunque tutto si riallaccia all'esperienza diretta...se una torba riporta valori eccellenti e la fibra di cocco valori inferiori ma poi, alla prova dei fatti, accade il contrario...poco mi importa di coltivare e consigliare quella torba...
Oltretutto sapendo che pago la f.d.c. un po' di più della torba ma nel mio piccolo "salvo" le torbiere...tanto meglio!






Si sicuramente
Drosera '98
00lunedì 19 agosto 2013 10:51
Re:
pandalf85, 18/08/2013 12:03:



Anche il discorso della puzza di marcio ci è sempre servito come parametro diagnostico per capire che una torba non era più buona. So che non si possono fare paragoni tra vaso e condizioni naturali, ma nelle torbiere è praticamente la normalità che vi sia.
Probabilmente i problemi emergono per particolari reazioni chimiche che avvengono nello spazio ristretto dei vasi, non necessariamente dipendenti dall'acido solfidrico.




Anche in merito a quest'argomento ho dei dubbi: in una torbiera c'è un certo ph ma se muore qualcosa (come accade per forza) non cambia qualcosa per la decomposizione? E le carnivore non ne soffrono? Vuol dire che comunque gradiscono ph anche diversi da quelli sopra citati.
Secondo me questi valori:
pH 2.5
azoto <0.8%
indice di Van Post: H1
Sostanza organica >95%

sono una soglia di sicurezza, nel senso che sicuramente con questi valori le carnivore stanno bene e vanno bene per tutte le specie.
Pi4nTiN4
00lunedì 19 agosto 2013 11:07
Re: Re:
Drosera '98, 19/08/2013 10:51:


Anche in merito a quest'argomento ho dei dubbi: in una torbiera c'è un certo ph ma se muore qualcosa (come accade per forza) non cambia qualcosa per la decomposizione? E le carnivore non ne soffrono?



Non capisco esattamente cosa intendi con "muore qualcosa".
Il principio del funzionamento di una torbiera è:
-> cade materiale organico (in genere di origine vegetale) -> l'alta presenza di acqua impedisce una corretta aerazione del deposito -> l'ossigeno è presto consumato dalla decomposizione aerobica, rimane solo decomposizione anaerobica (più lenta e inefficace) -> accumulo di sedimento organico.

Il pH gioca un ruolo nel rallentamento della decomposizione, ma non è uno dei criteri fondamentali; il vero punto è l'acqua = scarsità di ossigeno.

In un ecosistema di grandi dimensioni e con forti presenze di sostanze disciolte anche la morte di un cervo in piena torbiera influenza in maniera nulla il pH globale del sito.



Drosera '98, 19/08/2013 10:51:


Vuol dire che comunque gradiscono ph anche diversi da quelli sopra citati.



Questo è un dato di fatto, vi sono siti di carnivore neutro-basofili, o in torbiere/paludi acidofile il pH è più sovente attorno al 4.5 che al 2.

cefa@
00lunedì 19 agosto 2013 11:11
Re: Re: Re:
Pi4nTiN4, 19/08/2013 11:07:



Questo è un dato di fatto, vi sono siti di carnivore neutro-basofili, o in torbiere/paludi acidofile il pH è più sovente attorno al 4.5 che al 2.




Decisamente, i siti che visitato avevano tutti pH da 4 in su
Drosera '98
00martedì 20 agosto 2013 09:57
Ok mi hai fatto capire, Alessio. Parlavo proprio di quando un animale o una pianta muoiono in mezzo ad una torbiera.
Grazie per la spiegazione.
ammaestratore di rospi
00martedì 20 agosto 2013 21:06
E per le specie che non vivono in torba?
Per una nepente devo usare torba,perlite e corteccia;perchè usare quest'ultimo componente? Lo devo far bollire per "deresinarlo"?
E perchè una pianta carnivora appena importata dall'Olanda ha come unico componente nel substrato solo la torba? Eppure è cosi bella e sana,per non parlare delle trappole dove non c'è traccia di insetti,che cosa mangierà? [SM=x349150]
Ma se uso la fibra di cocco come substrato,che è molto salata,la pianta ne soffrirà? Ma perchè nelle foto delle serre di BE vedo la totalità dei vasi riempiti come questo materiale? Forse perchè l'unico disponibile?

Sono tutte domande che negli anni mi sono fatto,senza trovare risposte soddisfacenti e allora ho provato a ragionare.

-Molte orchidee sono coltivate in corteccia,ed essendo colture sensibili,di sicuro una nepente ci crescerà bene,dopo un'opportuna sminuzzatura del materiale per garantire una giusta ritenzione idrica.La resina non l'ho mai trovata nei sacchi,probabilmente è una casualità trovarla.
-Se in Carniflora viene usata solo torba e la mancanza di nutrimento vivo implica l'uso di concimi,perchè non copiarne la tecnica di coltivazione!
-Dopo numerose(e forse troppe)opinioni sul cocco,l'anno scorso chiesi ad un agronomo se effettivamente questo materiale fosse utilizzabile per colture particolarmente delicate;prima mi guardò male,poi mi rise in faccia dicendomi alla fine che la fibra di cocco oggi è lavata,l'unica accortezza è l'elevato valore di CSC(la capacità di tratterere i sali disciolti)e di non esagerare nella quantità di nutrienti quindi.
Mie conclusioni:sono undici anni che coltivo in bark e mai riscontrato problemi a differenza di torba e sfagno,le poche piante in cocco(le chips per rettili)crescono più che bene e concimare una nepente(con criterio!)da ottimi risultati,visibili e tangibili senza incorrere in particolari problemi come....la morte!
Drosera '98
00martedì 20 agosto 2013 21:52
Re:
ammaestratore di rospi, 20/08/2013 21:06:



-Molte orchidee sono coltivate in corteccia,ed essendo colture sensibili,di sicuro una nepente ci crescerà bene,dopo un'opportuna sminuzzatura del materiale per garantire una giusta ritenzione idrica.La resina non l'ho mai trovata nei sacchi,probabilmente è una casualità trovarla.




Neanche io ho mai trovato resine nelle caorteccie che ho usato e uso per le mie orchidee. Confermo che sono piante sensibili ma possono vivere anche in zattera (hanno solo un po' di sfagno per non farle seccare) oltre che con solo bark. Le ho viste spesso in bark a pezzi grossi che apparte dare sostegno alla pianta non da altro, eppure sono splendide.
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