Beckground Pg Conte Gustav.
Chi di voi leggerà questo memoriale probabilmente è riuscito ad arrivarmi cosi vicino da poter sentire il mio passo frettoloso lanciarsi giu da quella botola di legno che da verso le fogne, che proprio adesso si sta chiudendo dietro di me,come ben sapete è inutile che proviate a corrermi dietro, ormai sono anni che faccio la solita cosa,nascondermi,congiurare per poi scappare;è la mia natura non posso non seguirla.
Complimenti comunque per aver fiutato le mie tracce cosi bene, di solito pochi riescono solo a sospettare di me,Voi invece siete riusciti quasi a catturarmi, ma vedete la mia vita, ops non vita volevo dire mi ha insegnato ad essere prudente,schivo,e contare solo su un'unica grande famiglia, la MIA, non siate subito banali, pensando che stia parlando di valori affettivi di quando respiravo ancora, no, parlo della famiglia che mi ha accolto una volta che sono diventato ciò che sono,la famiglia che mi ha insegnato ad ascoltare senza essere visto, a svanire da sotto i vostri stessi occhi,e a commerciare di tante parole preziose.
Non provate nemmeno per un secondo a provare a capire di cosa sto pensando STUPIDI voi non sapete cosa sia una famiglia come la MIA.
Voglio raccontarvi la storia,tranquillo non è lunga ma ti servirà per capire come provare a prendermi la prossima volta,la storia la Mia storia parla di un bambino, nato nell’ lontano 1771,in Baviera ,contrariamente da come dicono le fiabe non ero un bel bimbo,non avevo ne bei capelli ne un fisico atletico, a dire il vero la morte sembra volermi a tutti i costi con se,solo grazie alla forza di una madre che ha sacrificato la Sua vita per me sono potuto uscire da quel ventre, ovviamente racconto cose che non potrei sapere o ricordare se cosi non avessero raccontato a me. Salterò volutamente tutta la parte della mia infanzia dove non vi sono giorni degni di nota, per passare a giorni di cui mi ricordo molto bene invece.
Ero un giovane anche se brutto e leggermente che però aveva un ingegno assai sviluppato,cosi come la forza fisica,o si signori, quella non mi è mai mancata, anche perche non so se sapete ma nel 1700 non è che avevamo le comodità come ora se avevi freddo o prendevi la legna dagli alberi e accendevi il camino o non c’era il riscaldamento. Di cosa stavo parlando? A si ora ricordo, parlavo del mio ingegno, mio padre ha sempre voluto credere che la morte di sua Moglie fosse stata a causa mia, e forse aveva ragione, non si era più risposato ed io ero l unico erede che aveva quindi anche se so che nel suo profondo mi odiava, era costretto ad insegnarmi a come mandar avanti una famiglia come la nostra di Conti rispettati nella zona, quindi imparai presto a leggere e scrivere a far di conto e a intrattenere conversazioni politiche o di salotto, anche se le tenevo al di là di un telo.Devo dire che però la socializzazione non mi è mai mancata forse per il mio rango forse per i miei soldi ma al gente finche non mi vedeva in viso non ha mai obbiettato nulla, e per un periodo quando mio padre era assente riuscii a fare anche acquisti di terreni vantaggiosi per la famiglia.
Quando torno pero,vuoi per la vecchiaia vuoi per la sua cocciutaggine anzi che lasciare in mano a me le questioni di famiglia pensò bene di mandare quasi sull lastrico la famiglia cosi che fui costretto,come si dice a rendere inoffensivo il mio stesso padre per salvaguardare quello che per me era la mia vità la mia famiglia, la mia casa, i miei possedimenti.
Un a notte quando compitti l età di 40 anni nel lontano 1811,mi ricordo che anche se in europa Napoleone spadroneggiava a destra e a manca, e le visite erano assai rare,ricevetti la visita di 2 persone.
Una splendida donna il Suo nome era Gisel , e un figuro strano assai scontroso il suo nome era Cassio.
Gisel e Cassio erano due viandanti che ospitai di buon grado non ricevendo spesso visite come ho precedentemente detto, Cassio era un medico almeno cosi a detta sua che girava in cerca di non ho mai ben capito quale oggetto esoterico che garantiva poteri da guaritore a chi lo indossava, mentre Gisel orfana dalla nascita si era unita a lui nella speranza di trovare il modo per riportare alla vita i suoi genitori.
Restatterò da me molto tempo, e fo proprio li che Gisel riusci a vedermi oltre al telo, che ci separava , ricordo ancora adesso il suo volto, impassibile senza paura alcuna senza disgusto per quel volto che sembrava essere stato toccato dalla morte stessa,non me ne vergogno a dirlo, mi innamorai per la prima ed unica volta in vita mia di una donna,quella donna era Gisel, la MIA Gisel, lei mi insegno tutto quello che sapeva sull occulto che a sua volta aveva imparato da Cassio, mi insegno Maneggiare una lama corta, sinceramente non gli chiesi mai per quale motivo una donna sapesse maneggiare cosi bene un coltello, ma forse a Suo tempo pensavo che una donna sola,orfana, o si proteggeva da sola in qualche modo oppure finiva a fare la puttana per tre spiccioli.Da parte mia invece cercai il più possibile di erudire quell orfana cosi da ricambiare in qualche modo la sua presenza nell mio podere quasi come per non lasciala andare mai via da me.
Arrivo il giorno che in Cassio qualcosa si Ruppe,accoltello Gisel in una lite e l’abbandono li a morire sul salotto di casa mia.
Quando mi accorsi di cosa stava accadendo, era tardi per salvare Gisel con la normale medicina del tempo, quindi Volli fare un patto col diavolo, o meglio cosi è quello che pensai, mi ricordavo che Gisel mi racconto di aver conosciuto un demone in una contea vicina alla mia feci preparare il tutto per il trasporto di Gisel .
Mi ricordo ancora bene le parole che quella figura mi disse:
“sei disposto a salvare lei dannando te?”
Non ci pensai un attimo sopra l’amavo, e risposi:
“fai di me ciò che vuoi la morte mi ah gia visitato una volta”
E mi levai il mantello dal volto,poi continuai:
“e come vedi, ne sono sopravvissuto, quindi ti prego salvala”
Ricordo ancora la risata beffarda,che udii e poi mi risuona ancora nella testa quello che mi rispose:
“la morte ragazzo mio qui non centra,anzi si parla di vita eterna”
Ancora oggi se chiedo al mio mentore che poi non è altro che il mio Sire, perche abbia scelto proprio me bè lui si limita a sorridere e a dirmi, “semplicemente perche ne eri degno”.
Dai nosferatu, ho imparato tutto,come gestire le informazioni, come venderle come crearmi contatti,alleati dalle informazioni vendute,l’attaccamento alla famiglia gia lo possedevo,quindi essere uno di loro non mi è mai stato difficile,sacrificarmi per loro non è mai stato un peso,seguire i loro ordini nemmeno.
LAVORARE PER la famiglia non è mai faticoso.
Mi scordavo di dirti una cosa caro lettore, Addio, se hai letto fino a questo punto ormai la stanza dove è questo memoriale è invasa da agenti patogeni che,aime ti provocheranno la morte, ORA.
Gustav von Wangenheim