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Bg. pg Gustav.

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    berenike
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    00 25/10/2011 18:00
    Scusate la Dislessia.
    Beckground Pg Conte Gustav.

    Chi di voi leggerà questo memoriale probabilmente è riuscito ad arrivarmi cosi vicino da poter sentire il mio passo frettoloso lanciarsi giu da quella botola di legno che da verso le fogne, che proprio adesso si sta chiudendo dietro di me,come ben sapete è inutile che proviate a corrermi dietro, ormai sono anni che faccio la solita cosa,nascondermi,congiurare per poi scappare;è la mia natura non posso non seguirla.
    Complimenti comunque per aver fiutato le mie tracce cosi bene, di solito pochi riescono solo a sospettare di me,Voi invece siete riusciti quasi a catturarmi, ma vedete la mia vita, ops non vita volevo dire mi ha insegnato ad essere prudente,schivo,e contare solo su un'unica grande famiglia, la MIA, non siate subito banali, pensando che stia parlando di valori affettivi di quando respiravo ancora, no, parlo della famiglia che mi ha accolto una volta che sono diventato ciò che sono,la famiglia che mi ha insegnato ad ascoltare senza essere visto, a svanire da sotto i vostri stessi occhi,e a commerciare di tante parole preziose.
    Non provate nemmeno per un secondo a provare a capire di cosa sto pensando STUPIDI voi non sapete cosa sia una famiglia come la MIA.

    Voglio raccontarvi la storia,tranquillo non è lunga ma ti servirà per capire come provare a prendermi la prossima volta,la storia la Mia storia parla di un bambino, nato nell’ lontano 1771,in Baviera ,contrariamente da come dicono le fiabe non ero un bel bimbo,non avevo ne bei capelli ne un fisico atletico, a dire il vero la morte sembra volermi a tutti i costi con se,solo grazie alla forza di una madre che ha sacrificato la Sua vita per me sono potuto uscire da quel ventre, ovviamente racconto cose che non potrei sapere o ricordare se cosi non avessero raccontato a me. Salterò volutamente tutta la parte della mia infanzia dove non vi sono giorni degni di nota, per passare a giorni di cui mi ricordo molto bene invece.
    Ero un giovane anche se brutto e leggermente che però aveva un ingegno assai sviluppato,cosi come la forza fisica,o si signori, quella non mi è mai mancata, anche perche non so se sapete ma nel 1700 non è che avevamo le comodità come ora se avevi freddo o prendevi la legna dagli alberi e accendevi il camino o non c’era il riscaldamento. Di cosa stavo parlando? A si ora ricordo, parlavo del mio ingegno, mio padre ha sempre voluto credere che la morte di sua Moglie fosse stata a causa mia, e forse aveva ragione, non si era più risposato ed io ero l unico erede che aveva quindi anche se so che nel suo profondo mi odiava, era costretto ad insegnarmi a come mandar avanti una famiglia come la nostra di Conti rispettati nella zona, quindi imparai presto a leggere e scrivere a far di conto e a intrattenere conversazioni politiche o di salotto, anche se le tenevo al di là di un telo.Devo dire che però la socializzazione non mi è mai mancata forse per il mio rango forse per i miei soldi ma al gente finche non mi vedeva in viso non ha mai obbiettato nulla, e per un periodo quando mio padre era assente riuscii a fare anche acquisti di terreni vantaggiosi per la famiglia.
    Quando torno pero,vuoi per la vecchiaia vuoi per la sua cocciutaggine anzi che lasciare in mano a me le questioni di famiglia pensò bene di mandare quasi sull lastrico la famiglia cosi che fui costretto,come si dice a rendere inoffensivo il mio stesso padre per salvaguardare quello che per me era la mia vità la mia famiglia, la mia casa, i miei possedimenti.
    Un a notte quando compitti l età di 40 anni nel lontano 1811,mi ricordo che anche se in europa Napoleone spadroneggiava a destra e a manca, e le visite erano assai rare,ricevetti la visita di 2 persone.
    Una splendida donna il Suo nome era Gisel , e un figuro strano assai scontroso il suo nome era Cassio.
    Gisel e Cassio erano due viandanti che ospitai di buon grado non ricevendo spesso visite come ho precedentemente detto, Cassio era un medico almeno cosi a detta sua che girava in cerca di non ho mai ben capito quale oggetto esoterico che garantiva poteri da guaritore a chi lo indossava, mentre Gisel orfana dalla nascita si era unita a lui nella speranza di trovare il modo per riportare alla vita i suoi genitori.
    Restatterò da me molto tempo, e fo proprio li che Gisel riusci a vedermi oltre al telo, che ci separava , ricordo ancora adesso il suo volto, impassibile senza paura alcuna senza disgusto per quel volto che sembrava essere stato toccato dalla morte stessa,non me ne vergogno a dirlo, mi innamorai per la prima ed unica volta in vita mia di una donna,quella donna era Gisel, la MIA Gisel, lei mi insegno tutto quello che sapeva sull occulto che a sua volta aveva imparato da Cassio, mi insegno Maneggiare una lama corta, sinceramente non gli chiesi mai per quale motivo una donna sapesse maneggiare cosi bene un coltello, ma forse a Suo tempo pensavo che una donna sola,orfana, o si proteggeva da sola in qualche modo oppure finiva a fare la puttana per tre spiccioli.Da parte mia invece cercai il più possibile di erudire quell orfana cosi da ricambiare in qualche modo la sua presenza nell mio podere quasi come per non lasciala andare mai via da me.
    Arrivo il giorno che in Cassio qualcosa si Ruppe,accoltello Gisel in una lite e l’abbandono li a morire sul salotto di casa mia.
    Quando mi accorsi di cosa stava accadendo, era tardi per salvare Gisel con la normale medicina del tempo, quindi Volli fare un patto col diavolo, o meglio cosi è quello che pensai, mi ricordavo che Gisel mi racconto di aver conosciuto un demone in una contea vicina alla mia feci preparare il tutto per il trasporto di Gisel .

    Mi ricordo ancora bene le parole che quella figura mi disse:

    “sei disposto a salvare lei dannando te?”
    Non ci pensai un attimo sopra l’amavo, e risposi:

    “fai di me ciò che vuoi la morte mi ah gia visitato una volta”
    E mi levai il mantello dal volto,poi continuai:
    “e come vedi, ne sono sopravvissuto, quindi ti prego salvala”

    Ricordo ancora la risata beffarda,che udii e poi mi risuona ancora nella testa quello che mi rispose:

    “la morte ragazzo mio qui non centra,anzi si parla di vita eterna”
    Ancora oggi se chiedo al mio mentore che poi non è altro che il mio Sire, perche abbia scelto proprio me bè lui si limita a sorridere e a dirmi, “semplicemente perche ne eri degno”.

    Dai nosferatu, ho imparato tutto,come gestire le informazioni, come venderle come crearmi contatti,alleati dalle informazioni vendute,l’attaccamento alla famiglia gia lo possedevo,quindi essere uno di loro non mi è mai stato difficile,sacrificarmi per loro non è mai stato un peso,seguire i loro ordini nemmeno.

    LAVORARE PER la famiglia non è mai faticoso.

    Mi scordavo di dirti una cosa caro lettore, Addio, se hai letto fino a questo punto ormai la stanza dove è questo memoriale è invasa da agenti patogeni che,aime ti provocheranno la morte, ORA.


    Gustav von Wangenheim


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    00 26/10/2011 16:39
    Capitolo 2 la nasciata di un diavolo.
    Capitolo 2 La nasciata di un Diavolo.

    Quando riaprii gli occhi,mi vidi steso li, gettato come uno straccio vecchio a marcire,non capivo bene cosa mi fosse successo ne dove ero,ma mi ricordo molto bene quella sensazione che provavo incessantemente, quella sensazione era la FAME.
    Era un ambiente da un odore strano, una via di mezzo tra il lezzo e il marcio, non so perche, ma mi sentii subito a casa mia; poco più in la vidi una figura agitarsi nella penombra, feci per avvicinarmi, ma subito questa si scosto da me urlando :”stammi lontano,chi sei? Cosa vuoi da me ? perche sono qui?”, più si agitava e più uno strano istinto di caccia in me affioriva,ma io che ero nella sua stessa condizione mi limitai a rispondere:” Io? Da te nulla davvero caro mio, semmai chi sei tu e cosa vuoi?”,riuscivo a sentire il pulsare del suo cuore, anche se ero a distanza di qualche metro e anche se ero completamente al buio riuscivo a percepirne la presenza nitidamente, di fronte a me .

    “Io ? io sono Jhon Urlic, è mai possibile che tu non mi conosca? Sono un famosissimo attore di teatro, colui che chiamano il bello di baviera, per dio non mi conosci?, e poi esci dall ombra non riesco a vederti in volto, sappi che però i carcerieri mi hanno lasciato un coltello quindi niente scherzi caro mio capito?”
    Io da canto mio, mi limitai ad eseguire gli ordini, mi alzai, in piedi , anche se sentivo che qualcosa in me era cambiato, sia nel fisico che nell anima, avevo un unico pensiero che mi attanagliava,la FAME; quando fui a circa 3 metri da lui e la luce si stava man mano incrementando, ricordo ancora la proiezione della mia ombra sul muro accanto, una figura strana stava prendendo forma,o meglio una non forma,una sorta di anomalia della vita,non ci pensai su molto, ero abituato alla mia non forma, quindi se anche fossi peggiorato, ma il mio intelletto non avesse subito variazioni non me en sarebbe importato.

    Un volta uscito alla luce, la faccia del tizo, si fece seria,poi spaventata, e grido”Fermo dove sei mostro, fermo non fare un altro passo o ti uccido,fermo) mentre diceva queste parole, fece un balzo all indietro, ma maldestro come erano gli attorini da strapazzo dell epoca scivolo su un legno, finendo a terra e ferendosi ad una mano,da li in poi mi ricordo solo 2 cose, l’odore del sangue che poco a poco affiorava dalla piccola ferita che aveva sulla mano e si trasformava in una rigoletto rossastro, i miei movimenti fulmineii guidati da un essere che abitava dentro di me, lo sguardo di dolore dell attore e una sorta di tentativo di difesa dello stesso, da li, mi ricordo che quando cadette lo stato di trance, l’attore era ai miei piedi cianotico,avevo un pugnale conficcato in un braccio, e mi sentivo BENE, e subito la testa e lo spirito ripresero osto dentro al mio corpo che sentivo vuoto.

    Un pensiero ardente come il fuoco mi tornò alla mente, Gisel,dove era? come stava?, il pensiero fu subito spezzato da una porta che si apriva, entrò nella stanza il mio mentore che mi disse,:” benvenuto nella tua nuova e vera famiglia figlio mio”, risposi con un semplice ma significativo “salve padre”.
    Gustav von Wangenheim


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    00 26/10/2011 17:43
    Capitolo 3. Un giovane vampiro cresce. la prima missione
    Capitolo 3. Un giovane vampiro cresce. la prima missione

    Gisel, non era come me, non intendo a livello caratteriale, non era stata abbracciata da un vampiro pure lei, Marcus, il mio sire, si rifiutò quella sera di trasformarla, si limitò a darle il suo sangue che la curò e renderla sua schiava cosi che potesse servirsi di lei.

    la nostra crescita in un mondo totalmente differente da quello che avevamo sempre visto,non fu delle più semplici, i miei numerosi fratelli,consideravano Gisel come feccia, nulla più di una semplice “vacca”,salvata dalla vita monotona a cui era stata designata.Per me invece,non smise mai di essere il mio amore.
    Marcus,Mi fece comprendere la mia natura, quella vera, quella da fottuto killer,un cacciatore bastardo, senza scrupoli sadico,ma non stupido,mi fece comprendere la differenza tra un animale come possono essere alcuni fratelli, al cacciatore, che sa attendere,giocare, con le sue prede. Mi fece vedere come prepararmi prima di un attacco, come studiare le mie vittime,come raccogliere informazioni su di loro,come farsele amiche e sfruttare le loro stesse informazioni,mi fece vedere a cosa ero destinato,io ero gia dalla nascita, quella umana intendo destinato a qualcosa di grande, almeno cosi mi ha sempre detto il mio mentore.
    Capii questa sua frase, alla prima missione ufficiale che il clan mi dette, apparentemente era una cosa semplice da neonato come ero, dovevo prendere contatti con dei mercanti d’armi sulle alpi,carpire da chi erano stati assoldati e quali erano i loro obbiettivi. Ero eccitatissimo, volevo svolgere velocemente il mio compito cosi da fare colpo sia sul mio sire che sul clan stesso,parti poco dopo la notizia che i mercanti erano vicini al luogo dove ero,e gia li commisi il mio primo errore da giovincello, non presi abbastanza informazioni sui mercanti.

    Unti gli ingranaggi giusti, per capire dove alloggiassero gli stessi, la prima sera presi contatto subito con uno di loro, esordi con una frase tipo :”e ciao,senti il locandiere mi ha detto che tu puoi valutarmi questo gioiellino qui” ed estrassi dalla sacca un pugnalino della mia famiglia finemente intarsiato.”certo ragazzino,ma non qui, andiamo in un posto più tranquillo qui dietro ok?” replico il tizio, lo seguii di buon grado, arrivati nel vicolo,mi accorsi che il tizio non era solo,con lui erano usciti gli altri 3 suoi compagni, che stupido pivello pensai mi son fatto fregare come un bimbo,vediamo cosa posso fare.
    “sentite io non cerco guai, volevo solo una stima,tutto qui” cercai di dire, subito il tizio replicò”tranquillo se mi dai il pugnale la faccenda finiamo qui”, ma subito dopo uno dei due ceffi mi attacco con una pugnalata alle spalle,crollai al suolo,come ogni umano farebbe,stetti al gioco, era la soluzione migliore per ribaltare la situazione, una volta rapinato, mi oscurai e seguii i tre idioti che proprio come Fortunatamente immaginavo si recarono subito al loro covo dove tenevano la mercanzia, nel tragitto, sempre i tre stupidi,parlarono proprio dei loro piano e io tendevo molto bene l orecchio cosi da captare più informazioni possibili, arrivati al loro covo, avevo gia completato la mia missione poiché avevo tutte le informazioni che mi serviva avere, ma non seppi resistere, la vendetta, la voglia di essere elogiato mi premette sul cuore, e entrai nella loro tana.

    Inutile che vi annoi dicendo filo per segno come uccisi quei cani bastardi dopo averli torturati ed aver estorto loro ancora più informazioni di quante ne potessi immaginare, scopri infatti che la testa di tutto sarebbe arrivata l indomani.
    Inutile dirvi che dopo essermi preso cura dei tre poveri scemi, aspettai li l indomani sera cosi da poter prendere lo stesso capo dei mercanti.
    Volete sapere come finì?, bene fini che al suo interno la sera dopo entro un anziano malconcio che spiai per un po’, c’era qualcosa in quell anziano che non mi convinceva,alzava pesi troppo grossi che la sua gobba non avrebbe potuto sopportare.

    Oscurato gli andai alle spalle,mirai diritto al cuore e “Stock” impalettai il fottuto vecchio, che rantolando cadette a terra e con grande stupore si rivelò per quello che era in realtà, un fratello come me della mia stessa famiglia.
    Non lo uccisi,non spettava a me quella punizione e poi non ero sicuro di fare la cosa giusta.

    Po portai nella tana, solo gli anziani del mio clan lo avrebbero potuto giudicare.
    e cosi fecero.

    Spalettarono il finto vecchio che si rivelo non essere altro che un neonato come me, anche lui in missione,è si, i fottutissimi bastardi avevano assegnato due missioni di prova,una a me e uno a lui cosi che io e lui ci confrontassimo per provare il nostro lavoro, io fui elogiato, lui molto meno, ma sapete come si dice MORTE TUA VITA MIA.
    Gustav von Wangenheim


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    00 27/10/2011 10:42
    capitolo 4 Gisel un alleato forte.
    Capitolo 4, Gisel,un alleato,forte.

    Come credo voi sappiate bene, la mia famiglia non è come tutti gli altri clan che fanno parte della camarilla, noi siamo realmente uniti, da un legame che va ben oltre alla mera appartenenza a un gruppo, siamo legati da molto di più, è molto importante per ogniuno di noi rispettare il proprio ruolo,si, avete capito bene siamo come un formicaio, abbiamo i nostri compiti, c’è chi deve procurare le informazioni, chi deve trasportarle, chi deve gestirle ,chi deve badare alle vene o chi come me serve a regolare i conti dei precedenti scompartimenti.

    Mi spiego meglio, spesso quelli come me, Le facce di cuoio,sono proprio quelli che volendo o non volendo sono mandati in un posto perche in quel posto c’è qualcuno o qualcosa che al clan non va troppo bene, no,non siamo una mafia, noi siamo una famiglia.

    Proprio il mio attaccamento a questa è stata la mia fortuna, si se ho potuto fare un po’ di strada all interno di esse, è grazie ai miei contatti,alleati e alle mie influenza acquisite nelle innumerevoli missioni che il clan mi ha affidato, sono potuto diventare uno dei fratelli conosciuti in famiglia, cosa state dicendo? Fortuna, aahahahha , certo la fortuna spesso mi ha aiutato, o la mai follia,non so quanti di voi stupidi cagasotto, si sarebbero pisciati sotto quando dovevano affrontare corpo a corpo un avversario o un informatore che voleva uscire, dalla nostra stretta morsa.

    Non capito come mai posso essere cosi FANATICO della famiglia?,semplice perche è l unica famiglia che mi ha realmente accettato per come ero non per come pagavo, noi ci AMIAMO.
    Nessuno di noi penserebbe mai a tradirci,e se anche uno solo lo farebbe, non vivrebbe abbastanza per raccontarlo,perche tutti noi saremo sopra di lui come uno sciame, compatto, unito,feroce,

    Il contatto che mi dette più problemi reperire volete sapere quale è? Semplice Gisel stessa,non sopportava più lo scherno dei miei stessi fratelli cosi un bel giorno del 1900 e qualcosa si fece trasformare da un Toreador, gia non fa ridere ? un ghoul di un nosferato, che si fa vampirizzare dal nostro opposto?,Penso che il mio sire sia sempre in lite con quel baronetto pomposo di un toreador, ma non sono questioni che mi riguardano, quello che mi riguarda è Gisel,bhe si, perche da quando è vampiro, non fa altro che volersi riunire con me, Voi state pensando quale sia il problema?, semplice è SABBATICA.

    Alcuni, forse molti di voi sanno cosa vuol dire quello che ho appena detto,si la donna che amo, è dall altra parte del fiume, non un fiume normale ma pieno di merda ed è pure in piena!. Insomma quella stronza non manca mai l occasione per farmi ripensare al nostro passato, cosi come non manca mai l’occasione per farmi scoprire dalla camarilla cosi che io sia costretto a passare al sabbat per salvarmi,no, non ho problemi col sabbat in generale, la mia famiglia entra esce da ogni fazione senza problemi cosi come non abbiamo problemi nelle nostre tane tra sabbat e camarillcii, la famiglia è sopra a tutto.
    Parlavamo di gisel?si, no non è cambiata mi ama, è cambiato solo il suo modo di dimostrarmelo forse,è diventata ossessionata che io sia lontana dalla sua fazione,a volte per conto del clan sono andato a parlare con qualche sabbatico in qualche loro strana cappela,e ogni volta lei era li ad aspettarmi ed ogni volta loro volevano che io mi unissi a loro,poi Gisel si è fatta sempre più insistente infiltrandosi addirittura lei stessa nella camarilla o ogni tanto mi fa visita IN qualche serata di gala nell eliseo, cercando di mettermi in difficoltà. Che volete farci è l’amore.con lei un rapporto lo ho, quello di amore odio, certe volte la vorrei uccidere perche proprio a causa sua non son potuto avanzare oltre nella mia famiglia,ma riavrò un'altra occasione.
    Gustav von Wangenheim


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    00 27/10/2011 11:16
    capitolo 5 una vita da camarillico con un ardore folle
    Capitolo 5, una vita da camarillico,con un ardore folle.

    Nella mia lunga non vita ho imparato a capire bene, come funziona la camarilla,è un eterna corsa alla carica, sembra che se non sei una carica tu non abbia aria abbastanza da respirare gente, preferisce andare in posti sperduti dove però può dire di essere una carica,io personalmente quando ho ricoperto cariche ufficiali camarilliche l ho fatto solo perche il clan me lo aveva chiesto altrimenti non lo avrei fatto, ho visto cambiare principi abiiziosi, uno dopo l'altro,sceriffi e flagelli azzardati ancora più velocemente,subdoli siniscalchi come funghi, non capisco perche devo tentare una scalata ad una stupida poltrona ,che come premio ricevi con un mirino sopra la testa.
    Naaa, non fa per me se devo avanzare di grado,preferisco farlo in una società vera, il mio clan, li si che se diventi qualcuno hai a disposizione un mondo alle tue mani,voi non immaginate minimamente di quanti principati sono governati come marionette da nosferatu che sono insospettabili,magari scherniti.

    Noi siamo il rubinetto, dei soldi, dei mercati,delle informazioni, tutti hanno debiti con noi, e noi siamo ben felici che paghino,se non lo fanno, diventano nostri schiavi, se si rifiutano, la dolce mano di noi Skiin face è pronta a ricordargli che è bene che si rimettano sulla giusta strada.

    Il senso di arrivare l’ ho sempre avuto, sin da piccolo quando ero penalizzato dalla mia forma, ora che la mia forma è come tutti gli altri secondo voi non ho più questa voglia? Pazzi, Il mio sire ha letto dentro di me, sa come sono e cosa voglio e io so che lui è esattamente come me, quindi è una spinta reciproca, io aiuto lui ad avanzare e lui aiuta me, perche la fama di uno è per forza di cose la fama dell altro.

    Nell ambiente sono chiamato il CONTE DI PAROLE E SANGUE, un nomignolo, affidatomi dopo la mia ultima missione che mi dato accesso alla ad essere ricordato dei miei fratelli per un bel po’; cosa ho fatto per meritarmi un nome simile? ve lo dirò.

    come ogni vampiro di un certo rango all interno del clan mi fu affidata una missione da risolvere,far capire al principe poznan una ridente cittadina polacca, che era in debito con noi per la sua investitura a principe,cosa che sembrava aver dimenticato da tempo,schivandoci.

    Arrivai a poznan una sera d’inverno, mi stupii subito del fatto che li non vi erano i segni particolari della presenza dei miei fartelli, nella tana di quella città non vi era nessuno, cosi mi recai subito all eliseo per capire cosa stese succedendo, inutile dire che mi presentai con un nome falso,stetti nel loro territorio per mesi e mesi cosi che potessi investigare passo passo cosa fosse successo e potessi studiare il principe e le sue cariche,inizia anche i lavori di ristrutturazione della tana,e mandai svariati messaggi ai fratelli cosi che poznan si ripopolasse, un principato senza nosfe che principato è?.

    Quando capii che il principe e alcune sue cariche fidate erano i responsabili della scomparsa dei nosfe,decisi che quel principe non doveva più stare li.
    Ucciderlo cosi di punto in bianco non è mai stato il mio forte io voglio far soffrire le persone.

    capii che il siniscalco non amava il principe e che se facevo leva su lui potevo vincere,cosi con il suo aiuto, iniziai a far sostituire le varie cariche una dopo l altra, arpia,flagello,sceriffo, e arrivati al momento del principe, ormai i nosfe era tornati nel principato,le cariche erano persone fidate del siniscalco e mie, e cosi, mandata la mozione di sfiducia del principe, fu spodestato dal siniscalco,che divenne principe, voleva che io diventassi siniscalco, ma rinuncia volutamente alla carica proponendo cosi un altro fratello nosfe.

    Perche lo feci,semplice il clan aveva bisogno di me, mi chiedete perche il conte di sangue ? bhe parole lo poteet capire ho architettato tutto un disegno per far si che il principe cadesse cosi come tutte le cariche, sangue perche,il sangue dei corpi dei vampiri spodestati e scomparsi penso sia ancora imbrattato sulle parete dell eliso .

    Saluti cordiali.

    Da conte Gustav,l’uomo di parole e sangue.
    Gustav von Wangenheim


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    00 27/10/2011 17:48
    capitolo 6 introspezione
    Capitolo 6 Introspezione.

    Quella sera, finito il lavoro tornai nella tana molto scosso, per svolgere al meglio la missione avevo dovuto servirmi di uno stratagemma che si era rivelato perfetto, ma comunque poco etico a livello umano.

    Quella sera un bambino era morto a causa mio, non riesco a capire bene lo stato d’animo che sentii, è come se qualcosa quella sera si fosse staccata dalla mia parte e fosse scesa da un gradino più basso un umanità che svaniva insomma.
    Quella sera mi interrogai molto,volevo cercare di capire se quello che ero da tempo fosse una mostro, un essere umano, o qualcosa di più.Molti dei miei fratelli si credono deii, altri si credono diavoli, io, io non sapevo più cosa credermi.
    Sono sempre stato grato al mio sire poiché mi aveva strappato da una non vita umana, reietto ed emarginato,per portarmi a una non vita vita, dove ero un diverso tra i diversi, non un mostro tra gli umani.
    io devo la mia vita alla mia famiglia perche la vita vera mi è stata donata da loro.

    Ero intenzionato a capire bene cosa ero e perche ero cosi,o altrimenti non avrei vissuto ancora più allungo, e non avrei visto la sera successiva.

    Sparsi della benzina nella mia cella della tana e accesi una candela, o trovavo la risposta dentro di me prima che la candela arrivasse alla fine o prima che l alba sorgesse,cosi che io dovevo riposare e il fuoco avrebbe fatto il resto.

    Usai quel bambino per avvicinarmi ad un vampiro molto furbo e scaltro con un unico difetto si cibava solo di bambini, come nei migliori film horror. Mentre si cibava di una vena da me drogata in precedenza, feci il mio lavoro;unica pecca? Il bambino morì.

    Ero li mentre i minuti passavano,l’aria era sempre più satura di quell odore agro dolciastro di benzina,e la cera colava lentamente sul pavimento, facendo avvicinare sempre di più la fiamma al pavimento.

    Più il tempo passava più la mia ansia cresceva più questa cresceva più sentivo dentro di me qualcosa che si destava da un sonno,sapevo bene cosa era quella cosa che dormiva dentro me, era il vero demone, era la bestia.Lei non poteva accettare che tutto questo potesse finire,che fosse distrutta,la sentivo gridare dentro di me più tentavo di fermarla più lei si agitava forte.Decisi che era inutile trattenerla,la Liberai.
    Non ricordo cosa accadde mentre davo sfogo ai miei pieni desideri da animale,ma ricordo bene che quando mi svegliai mi trovai sporco di sangue e ai miei piedi avevo 2 cadaveri. Le facce le conoscevo erano 2 bastardi spacciatori del quartiere.

    Un lampo mi balenò nella testa,io ero qui per uccidere questi figli di puttana, io ero qui per rendere un mondo migliore eliminando le erbacce che vi erano.Lo dovevo a quel bimbo che si era sacrificato per salvare altri come lui, lo dovevo alla mia anima.

    Gustav von Wangenheim